Nolese, i principi di Pietro Saccone: “Camaleontici e con visione poliedrica costruendo attitudine vincente”
- Postato il 4 agosto 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Noli. Il nuovo corso della Nolese è iniziato ormai da due mesi quando, il 5 giugno, il club ha ufficializzato il nome del nuovo allenatore: il finalese Pietro Saccone, reduce dal bel biennio con la Juniores del Legino condito dalla vittoria al primo anno del titolo regionale. Dalla foto di rito è iniziato un importante lavoro di costruzione della squadra in sinergia con il direttore sportivo Pietro Bordone.
Riconfermando in blocco l’organico biancorosso e inserendo nuovi innesti, tra i quali spicca il nome di Lorenzo Scalia, la Nolese si candida come una delle principali contendenti al prossimo campionato di Seconda Categoria. Saccone, estremamente motivato al suo ritorno alla guida di una Prima Squadra, punta tutto su lavoro e organizzazione: “Sappiamo il nostro valore. Questo ambiente ha tutto quello che serve per fare calcio in modo serio”.
La squadra è ricca di giocatori, molti sono rimasti dalla scorsa stagione, altri sono arrivati. Parliamo di un organico molto ampio. Quali principi hanno guidato la formazione della squadra?
La squadra è nata innanzitutto da un principio di continuità con il gruppo dell’anno scorso, che ha fatto un ottimo campionato. Nella stagione appena conclusa ha giocato per la promozione, arrivando ai playoff contro la Priamar. Per questo motivo, la maggior parte dei giocatori era da confermare: chi poteva restare ed esprimeva il desiderio di farlo, è stato riconfermato. Poi abbiamo deciso di integrarla con giocatori importanti, pronti a darci una mano. Penso a Scalia, che possiamo definire il colpo dell’estate per la categoria, e soprattutto per noi. Ma anche gli altri ragazzi arrivati sono tutti giocatori con qualità tecniche e morali, che rispecchiano l’identità che cerchiamo: un gruppo giovane, unito, entusiasta, basato su partecipazione e condivisione. L’entusiasmo è la prima cosa che dobbiamo trasmettere ai ragazzi per affrontare il campionato che abbiamo in mente.
Scalia è proprio il gioiello del vostro mercato. Com’è nata l’occasione di portarlo con voi?
Come ha detto il direttore Bordone il giorno della presentazione, è nato tutto quasi per gioco, da uno scambio di battute. Era uno scherzo simpatico che piano piano si è trasformato in una possibilità concreta. Lorenzo non è rimasto a Finale, si è aperta una porta per noi. Parliamo di un giocatore con grande esperienza, che ha fatto la Serie D da titolare, ha vinto l’Eccellenza e potrà essere un riferimento nello spogliatoio. Sembrava un’operazione impossibile ma, grazie al lavoro dei direttori e a ciò che siamo riusciti a costruire in poche settimane, è diventata realtà con il suo tesseramento.
Che squadra è la Nolese? Avete parlato del valore del gruppo, anche come famiglia. Ma tecnicamente che tipo di squadra hai a disposizione?
Premesso che non abbiamo ancora iniziato ufficialmente, ci siamo quasi. Da quello che ho visto, mi sembra una squadra con tanta qualità. Come dicevi, siamo numerosi: una trentina di elementi. Avere tre o quattro giocatori in più è normale, perché ci sarà bisogno di tutti. Sarà mio compito coinvolgerli, sia durante la settimana sia, quando possibile, nelle gare ufficiali a partire dalla Coppa. Credo che dovremo essere una squadra camaleontica. Una squadra capace di adattarsi a ogni partita, perché ogni gara ha una storia diversa. Dovremo saper essere aggressivi senza palla, saper pressare bene, recuperare palla con ordine e intelligenza. Vogliamo esprimere una visione del calcio poliedrica, sfruttando anche l’ottima qualità offensiva che abbiamo.
Come ti stai trovando a lavorare con il direttore Bordone? Il mercato lo avete costruito insieme
Con Pietro ci confrontiamo tutti i giorni, non solo sul mercato. Ci conosciamo da tanti anni, ha una passione e un entusiasmo contagiosi. Ce lo trasmettiamo a vicenda. Con lui – ma anche con tutto l’ambiente – è facile lavorare, ed è motivante. Penso che a fine stagione saremo entrambi contenti di esserci ritrovati, perché si cresce sempre. Inoltre, è tornato anche Vito Anobile nel ruolo di vice presidente, una figura che contribuirà molto alla crescita della Nolese a 360 gradi. Questo ambiente ha tutto quello che serve per fare calcio in modo serio, indipendentemente dalla categoria. C’è tanta competenza.
Ferraro ha detto che, oltre a Scalia, il miglior acquisto della Nolese sei tu. Quanto può fare la differenza la tua altissima motivazione?
Lo ringrazio per le parole, che sono assolutamente ricambiate. È un bravissimo allenatore e la Priamar ha fatto un ottimo acquisto con lui. Hanno costruito una rosa di altissimo livello ed è una delle candidate principali alla vittoria. Con Davide Ferraro e il suo staff ho un bel rapporto di amicizia dai tempi in cui ci incrociavamo tra Legino e Spotornese. Sarà un piacere ritrovarli magari già in Coppa. Sarà una sfida giocata nel rispetto, nel Fair Play. Un bel campionato, anche a livello tecnico. Potrebbe essere un girone per me un po’ “amarcord”. Dopo dieci anni torno su una panchina di prima squadra: l’ultima volta era il 2015-2016 a Borgio, dove incrociai anche Fabio Musso – oggi al Sassello – e Dario Roso, che ritroverò al Pallare. Quindi sì, le motivazioni sono davvero altissime: se fosse per me, avremmo già iniziato la preparazione!
Qual è il tuo modo di vedere il calcio? Cosa hai imparato nel tuo percorso e cosa proporrai alla Nolese?
Penso che prima di tutto siamo persone. Quando mi ero fermato dopo l’esperienza a Borgio, sono cambiato, maturato. Sono tornato in panchina tre anni fa con più consapevolezza. Il calcio per me è lettura delle situazioni. Mi ispiro a tecnici come Allegri: ogni partita ha una storia, l’avversario ti impone come attaccare e difendere. È fondamentale il lavoro senza palla, recuperare con ordine, occupare bene il campo. Quando si recupera, serve qualità per attaccare. Quindi organizzeremo un calcio attento, efficace. Ma soprattutto vogliamo una squadra che sappia leggere le partite: non solo tattica, ma anche mentalità. I giocatori devono sapersi coordinare in modo preciso e continuo.
Il derby con la Spotornese sarà un bel colpo d’occhio in campo e sugli spalti
Una bella sfida, attesa. È una rivalità sana, sentita, che regalerà emozioni. Con la Spotornese ho condiviso tanti allenamenti negli ultimi anni, ho tanti amici lì. Ma sono partite che accendono l’ambiente, dove si dà sempre qualcosa in più.
Gli addetti ai lavori vi mettono tra le squadre più quotate per competere per il salto di categoria. L’obiettivo è quello?
Vogliamo alzare l’asticella, sì. Non dico “dobbiamo”, dico “vogliamo”. Con questa rosa e questi valori, tecnici e morali, il nostro obiettivo è giocare per puntare in alto. Non sappiamo ancora chi saranno gli avversari, ma sappiamo il nostro valore. Partiremo lavorando giorno per giorno, come fatto nel biennio con il Legino. La squadra dev’essere preparata con organizzazione e mentalità. L’attitudine vincente si costruisce giorno dopo giorno, anche nei piccoli gesti: come arrivi al campo, come ti alleni, come ti comporti. Ho chiesto ai ragazzi uno step in più. Dobbiamo partire subito con questo spirito, senza perdere tempo.
Cosa porta Pietro Saccone alla causa Nolese?
Porto me stesso. A Legino, dopo una partenza difficile, mi sono reso conto che avevo smesso di essere me stesso per sembrare più “professionale”. Ma poi ho capito che dovevo tornare a divertirmi, a creare un clima sereno. E abbiamo vinto il titolo regionale. Quindi quello che voglio portare è il mio entusiasmo, la mia voglia. Sperando di trasmetterla ai ragazzi. Mi entusiasma allenare questa squadra, sia per l’ambiente che per le persone. Avevo già sfiorato la Nolese in passato. Noli è un paese che ha avuto un impatto importante su di me, anche fuori dal calcio. Ritrovare tanti volti noti è bello. Credo che questo gruppo possa generare entusiasmo, dentro e fuori dal campo. Saremo una squadra entusiasta: vogliamo portare entusiasmo al campionato e all’ambiente.