Nomine Arera: all’authority per l’energia servono esperti, non amici

  • Postato il 17 luglio 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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di Matteo Leonardi*

Nel caldo di luglio e agosto la politica è chiamata a decidere le nomine del Collegio di ARERA, l’autorità che regola il funzionamento dei mercati nei settori dell’energia elettrica, del gas, dell’acqua e dei rifiuti. Il Collegio ha un mandato di sette anni, nei quali dovrà costruire la risposta alla crisi energetica, che sta indebolendo – e non poco – il Paese.

ARERA è un attore istituzionale che, grazie alle sue competenze tecniche e alla sua indipendenza, nella costruzione di mercati energetici può assicurare competitività, sostenibilità e sicurezza nella transizione energetica. Le decisioni di ARERA disegnano i mercati, fissano i criteri per remunerare le imprese, tutelano i consumatori, orientano l’innovazione. Con la decarbonizzazione da completare, le reti da integrare e i costi dell’energia da razionalizzare, nei prossimi sette anni, sarà proprio la qualità del Collegio a determinare se l’Italia saprà affrontare questa trasformazione con lucidità o verrà lasciata alla deriva con bollette roventi e costi insostenibili per i consumatori.

Per il nuovo Collegio servono tecnici dell’energia di altissimo profilo, indipendenti tanto dalla politica quanto dall’apparato amministrativo dell’Autorità. Persone capaci di unire visione e regolazione, che sappiano parlare il linguaggio dei mercati e dei cittadini, delle imprese e della politica. Competenze imprescindibili per disegnare un’infrastruttura elettrica economicamente efficiente – ed evitare di scaricare nelle bollette la bulimia di investimenti remunerati in tariffa – capace di gestire il difficile ridimensionamento della rete gas, con occhio attento ai costi.

Serviranno figure in grado di unire la dimensione regolatoria al dialogo con la politica, per costruire una coerenza complessiva dei sistemi energetici parallela a una necessaria riforma della fiscalità sull’energia e al superamento di vuoti slogan sulla neutralità tecnologica.

Siamo onesti, non ci sta tutto in tariffa! E quindi non possiamo esimerci da una visione integrata delle concessioni elettrico e gas che parta dalle esigenze del consumatore finale, in questi anni vittima di una stratificazione di costi, fiscali, parafiscali, di inefficienze di mercato e di tensioni geopolitiche di cui nessuno vuole trarre le fila. Serve, insomma, qualcuno che sappia fare e che sappia spiegare.

Purtroppo, come troppo spesso accade dalle nostre parti, un’occasione strategica per il futuro del Paese rischia di trasformarsi in una fiera di interessi privati mascherati da alta politica. Le regole ci sono: servono pareri parlamentari a maggioranza qualificata ed equilibrio tra maggioranza e opposizioni. Il rischio è, di nuovo, quello di piegare la nomina degli amministratori al criterio della fedeltà politica, interessi di parte, nomi noti dell’amministrazione pubblica senza specifiche competenze settoriali, con buona pace di cittadini che chiedono merito, competenza e bollette più basse.

Possiamo permetterci altri yes-(wo)men? No! Sembra ovvio. Non lo è. La tentazione di occupare le poltrone, di “mettere l’amico giusto al posto giusto”, è già emersa nelle usuali indiscrezioni pre-nomine. Sbagliare persone, significa trasformare ARERA nel senato decadente romano, tante parole ma poca conoscenza della realtà e di dove va l’energia nella transizione, nelle sfide della competitività e dello scenario globale. Un errore che peserebbe sui conti di famiglie e imprese, con bollette più alte, innovazione più lenta e minor competitività.

La selezione dei nuovi membri del Collegio è un banco di prova per chi governa, ma anche per le opposizioni. Non assicurare un Collegio all’altezza sarebbe una resa colpevole all’idea che l’interesse pubblico possa ancora una volta essere sacrificato sull’altare dell’equilibrio partitico. L’indipendenza ha un prezzo, l’alternativa è molto più cara.

*Co-fondatore e direttore di ECCO – Il think tank italiano per il clima

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