Non ce ne siamo andati. Da Falerna a Vibo c’è da alzare la testa

  • Postato il 3 giugno 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 2 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Non ce ne siamo andati. Da Falerna a Vibo c’è da alzare la testa

Share

Non ce ne siamo andati, non ci siamo ritirati. La manifestazione del 10 maggio scorso a Catanzaro con lo slogan “Sanità, Calabria alza la testa” è stata un punto da cui ripartire perché, in un mese, ovviamente, quasi nulla è cambiato nel complicato e disgraziato mondo della sanità calabrese. Anzi, le cose, i fatti, hanno continuato ad accadere.

Alcuni eclatanti, di quelli che ti chiedi: ma davvero può succedere questo in un Paese civile, nel 2025?. E te lo chiedi perché non è vero che certe cose si verificano solo in Calabria, perché la questione della Sanità nazionale ha preso una piega preoccupante ed è finita anche in Parlamento, sui tavoli del Quirinale e su quelli (portata da Sandro Ruotolo) del Parlamento e della Commissione europea.

Perché il tema di fondo è sempre lo stesso: avevamo un Servizio Sanitario Nazionale che funzionava bene e aveva un solo obiettivo: dare a tutti i cittadini, indipendentemente dal reddito, quello di cui hanno bisogno per la salvaguardia della loro salute. Adesso abbiamo delle aziende che, prima di tutto, devono rispondere al principio economico del pareggio di bilancio e, solo dopo, a quello della qualità della vita dei cittadini. Ti dicono: beh questi sono i soldi che ci sono e dobbiamo farceli bastare.

Ma è proprio così? Gli italiani le tasse le pagano e hanno diritto di chiedersi: perché vent’anni fa, con le tasse che pagavo, avevo diritto a certe prestazioni? E adesso, a parità di prelievo fiscale dalle mie tasche, ho diritto a prestazioni più piccole, di qualità inferiore e sempre più gravate dai ticket?


È lecito o no, chiedersi se c’è qualcosa che non va? Ha senso pensare che un piano di rientro come quello a cui sono sottoposte le finanze calabresi assomiglia sempre più a un rapporto di usura in cui più soldi la Calabria restituisce (ricordatevi che pagate aliquote maggiorate per questo) e più ne restano da restituire?


E nel frattempo, si diceva, sono accadute cose incredibili. Come la storia del signor Franco Porco che è morto a Falerna poco dopo aver bussato invano a una Guardia medica vuota. E il medico che doveva tenerla aperta non c’era ed è risultato recidivo come assenteista. Possibile? Andate a chiederlo ai parenti del signor Porco e al sindaco di Falerna che non poteva credere ai suoi occhi. O alla gente che era lì in piazza a Falerna e ha chiamato un’ambulanza per Franco che stava male e ne è arrivata una senza sanitario e, quando ne è arrivata un’altra, il medico che era a bordo ha potuto solo constatare che Franco Porco era morto. E le foto ce lo mostrano per terra coperto da un pietoso lenzuolo.


Ma c’è anche chi non si arrende, come lo psichiatra in pensione Cesare Perri, 79 anni ben portati ma, adesso, con un problema cardiaco emerso da qualche tempo. Perri ha lanciato un grido fortissimo che, speriamo, non cadrà nel vuoto. La sua patologia ha bisogno di un intervento abbastanza complesso che può essere eseguito con una tecnica che in Calabria è occasionale ma che in molte strutture del Nord si pratica tranquillamente. Cosa ha detto Perri? Ha spiegato che non si farà operare finché questa tecnica non sarà a disposizione dei pazienti calabresi. Non la chiede, dunque, solo per sé, ma usa il suo corpo e la sua vita perché la Calabria si metta rapidamente al pari e lo faccia per tutti i calabresi che ne hanno e ne avranno bisogno.


E poi c’è la dottoressa Alessia Piperno del servizio di Emergenza e Urgenza della Asp di Vibo. Ieri e l’altro ieri era l’unico medico presente tra Vibo e Tropea. Da mesi denuncia le mille cose che non vanno e si chiede cosa ne sarà quest’estate dei servizi d’Emergenza davanti a migliaia di turisti che pensano di averne diritto perché sono in Italia, ma potrebbero (se non verrà aumentato il personale medico e infermieristico) trovarsi senza ambulanza per correre all’ospedale se staranno male. La dottoressa Piperno, nei giorni scorsi, ha preso coraggio a due mani e ha scritto al presidente della Repubblica. Sì, a Sergio Mattarella in persona raccontandogli quello che vede e sente e la sua sofferenza di medico e di cittadina.

Le risponderà il Capo dello Stato? Non è quello che importa a Piperno (“so benissimo che ha tante altre cose più importanti da fare”) ma lei spera solo che la sua lettera arrivi a Mattarella e gli dia qualche elemento in più per riflettere sul disastro della Sanità italiana e su da farsi per salvarla.
Stiamo tornando, dunque, dopo la manifestazione di Catanzaro.

I comitati del territorio hanno sempre tantissime cose da denunciare e da chiedere e il nostro giornale continuerà a raccontarle. Ma “Sanità, Calabria alza la testa” intende chiedere ai sindaci calabresi di prendere posizione su alcuni temi, intende collegarsi alle 130 associazioni che si battono per la Sanità pubblica con lo slogan “Non possiamo restare in silenzio” (molto simile al nostro) e intende proseguire nel confronto con le autorità calabresi preposte a far funzionare la sanità

Share

Il Quotidiano del Sud.
Non ce ne siamo andati. Da Falerna a Vibo c’è da alzare la testa

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti