Non c’è pace nel mondo ma gli italiani sono divisi tra Mara Venier e Fiorello
- Postato il 25 maggio 2025
- Politica
- Di Blitz
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Che pace è mai questa? Fra Ucraina e Russia c’è uno scambio di 1.000 prigionieri che escono dai campi di detenzione.
Si esulta: è un primo passo verso la distensione. Poi, si tocca con mano la realtà: a Kiev nella notte piovono missili; a Gaza l’appartamento di una pediatra viene centrato da una bomba e muoiono nove dei suoi dieci figli. Si può guardare a un futuro di pace con un certo ottimismo? Probabilmente no: le preoccupazioni aumentano, la gente teme un terzo conflitto mondiale, la Chiesa fa di tutto per far incontrare russi e ucraini, Netanyahu non si ferma e in quella striscia di terra della Palestina esistono solo tre realtà: terrore, fame e disperazione.
Niente pace, solo bombe

Si continua a temporeggiare, un giorno si parla di tregua, un altro di bombardamenti senza fine: sembra che le forze in campo stiano prendendo in giro gli abitanti di tutto il mondo. I quali sperano e sono spaventati a seconda dei giorni.
Non si può vivere così: possibile mai che chi guida le grandi potenze non si renda conto di quale quotidianità vivono milioni e milioni di persone?
Sembra di no, visto l’atteggiamento ondivago di chi dovrebbe frenare questo inimmaginabile corso.
Pare che alla Casa Bianca e al Cremlino, oltre che a Tel Aviv si divertano a cambiare ogni giorno le carte in tavola.
Noi, in Italia, non dovremmo sbigottirci dinanzi a questo andirivieni di notizie. Siamo bravissimi a camuffare o a bleffare. Meglio: le nostre forze politiche a dire un giorno si e un altro no. Ad esempio: il governo mostra numeri trionfali durante questi tre anni che è al potere; l’opposizione elenca invece i disastri di ora e quelli futuri.
Ecco perché non andiamo a votare
Se poi la gente diserta le urne di chi è la colpa? Una cartina di tornasole potremmo averla fin da oggi quando si voterà a Genova e in altri centri. Entro quarantotto ore sapremo se nel capoluogo ligure la destra avrà ancora partita vinta o se la minoranza, diventata maggioranza, eleggerà il nuovo sindaco.
Ma questa è solo una pausa, uno squarcio di quel che avviene nel nostro Paese. La “guerra” è aperta anche la domenica senza un giorno di sosta. Il governo si muove da una parte; l’opposizione lo incalza dall’altra. La sinistra farebbe carte false per il ribaltone.
Giorgia Meloni è continuamente nell’occhio del ciclone. Le si imputa di tutto, anche se Trump, ritornando sui suoi passi iniziali, riporta i dazi al cinquanta per cento. Che cosa c’entra la nostra premier? Interrogativo senza risposta.
La verità è che il Pd sente di non potercela fare a capovolgere la situazione. I numeri non lo confortano, i sondaggi nemmeno, perchè da quando si è insediato a Palazzo Chigi il governo ha aumentato i suoi consensi.
Inoltre il campo largo, tanto agognato dalla Schlein, non riesce a trovare un denominatore comune e non ha quindi la forza di contrastare il passo all’esecutivo. Meglio prendere altre strade. Si studia pure di notte per la via maestra. C’è chi ritiene di averla trovata con il solito sistema: governo tecnico o di grande solidarietà.
Come se non avessimo già vissuto queste esperienze con Mario Monti, Mario Draghi, fino ad un più morbido Paolo Gentiloni.
Che importa se il passato non ci ha insegnato nulla? L’importante è provarci per arrivare al risultato di battere la destra. L’artefice di questo tentativo pare sia Carlo Calenda che non avendo più chances (come il suo amico-nemico Matteo Renzi) le prova tutte pur di rientrare nel grande giro del potere.
Così, invece di unirsi per scoprire una terapia che curi tutti i nostri mali, si guarda solo al proprio orticello nella speranza che crescano i frutti che si desiderano.
Sono altri i pensieri che ci turbano. Ad esempio, chi condurrà la prossima stagione “Domenica In”? Mara Venier o Fiorello? Non è un interrogativo di poco conto e non è escluso che se ne parli in un prossimo consiglio dei ministri.
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