“Non riesco a gioire fino in fondo. La tregua a Gaza è arrivata dopo troppi morti”: il racconto della piazza di Tel Aviv

  • Postato il 12 ottobre 2025
  • Mondo
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Sono tornata, davvero per l’ultima volta, alla piazza degli ostaggi. La folla questa volta è davvero immensa. Fa persino un po’ paura. E nella calca non riesco a gioire fino in fondo. Sono felice per il futuro ritorno degli ostaggi, sono felice che la guerra sia finita ma il prezzo è stato così alto e ci aspettano giorni difficili. Il governo rimane lo stesso governo. Il premier lo stesso premier. Secondo il comunicato ufficiale del ministero della Difesa israeliano 1.152 soldati israeliani sono caduti dall’inizio della guerra.

Ma le vittime sono molte di più. Due anni dopo che la sua compagna, Mapal Adam, era stata uccisa al festival Nova nel massacro del 7 ottobre, è stato ritrovato venerdì sera il corpo di Roy Shalev, 35 anni, che era rimasto ferito nell’attacco. Il cadavere è stato scoperto all’interno di un’auto in fiamme. Nelle ore precedenti al suicidio aveva pubblicato un post in cui esprimeva angoscia, un profondo dolore e amore per la sua famiglia e i suoi amici. Già nel 2024, durante una seduta della Knesset, un sopravvissuto del Nova aveva dichiarato che cinquanta dei sopravvissuti del festival si erano tolti la vita. Non sono mancati i suicidi anche tra i soldati. Questa è la guerra.

Sono tornata alla piazza questa volta soprattutto per ringraziare i parenti degli ostaggi , senza i quali i loro cari non avrebbero mai potuto sognare di tornare. Sono i fratelli, i mariti, le mogli, i padri e le madri e i figli coraggiosi che non si sono mai arresi. Senza di loro la guerra sarebbe continuata all’infinito. In questi due anni hanno girato il mondo intero, hanno incontrato i potenti del mondo ovunque e in qualsiasi momento accettassero di ascoltarli. Non si sono mai arresi. Hanno pianto, hanno implorato, hanno urlato e hanno supplicato e hanno pregato. Sono riusciti a far commuovere perfino Donald Trump. Ma non il premier responsabile del rapimento dei loro cari né tantomeno il governo che ha persino mosso nei loro confronti una campagna denigratoria.

Questo sabato siamo vivendo un momento storico. Lo attendevamo da due anni. Steve Witkoff viene accolto in piazza come un eroe da un enorme applauso. Festeggiamo la pace, dice. Nomina Benjamin Netanyahu e la folla urla il suo dissenso. Oggi, qui, non lo si vuole neanche sentire nominare. Poi parla Jared Kushner e ricorda che la vera festa sarà lunedì. È infine Ivanka Trump. Non c’è nessun membro del governo nella folla. E nessun membro del governo festeggerà. Al contrario.

Anche nella Striscia intanto inizia il faticoso ritorno a casa. Centinaia di migliaia di abitanti di Gaza sono tornati alle loro case nel nord, dopo che le forze israeliane hanno iniziato il ritiro nell’ambito della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco. Credo che neanche Hamas sia particolarmente popolare a Gaza in queste ore.

L'articolo “Non riesco a gioire fino in fondo. La tregua a Gaza è arrivata dopo troppi morti”: il racconto della piazza di Tel Aviv proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti