Nord Stream, la Polonia rifiuta l’estradizione di un ucraino sospettato per i sabotaggi. Tusk: “Caso chiuso”
- Postato il 18 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Uno dei presunti autori dei sabotaggi ai gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico non verrà estradato dalla Polonia alla Germania. Lo ha stabilito un tribunale di Varsavia, come riportato dall’agenzia di stampa Pap. La Corte ha respinto l’estradizione del 46enne ucraino Volodymyr Z. alle autorità tedesche e ha revocato la sua custodia cautelare. Proprio mercoledì, la Corte Suprema italiana aveva bloccato l’estradizione di un altro sospettato arrestato in Italia.
L’uomo, ricercato dalla Germania in base a un mandato d’arresto europeo, è stato arrestato a Pruszkow, vicino a Varsavia, e da allora si trova in custodia cautelare. Secondo la Procura Federale di Karlsruhe, il 46enne è un sommozzatore qualificato che avrebbe fatto parte del gruppo che ha piazzato esplosivi che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream, vicino all’isola di Bornholm, il 26 settembre 2022. La Procura Federale lo accusa di aver causato un’esplosione e di sabotaggio.
“Il caso è chiuso“, ha commentato Donald Tusk su X. Il primo ministro polacco ha anche scritto che a suo avviso è “giusta” la decisione della corte di negare “l’estradizione in Germania” e di rilasciarlo “dalla custodia cautelare”. “In Polonia è stata presa una decisione da un tribunale, che rispetto, perché conosciamo la divisione dei poteri”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul. Il capo della diplomazia di Berlino ha voluto mostrare comprensione per la decisione presa: “Quando viene emessa una sentenza, in un altro Paese, allora non è compito dell’esecutivo immischiarsi”.
Per la magistratura tedesca che indaga sui sabotaggi è il secondo stop in pochi giorni. Il 15 ottobre la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la decisione con cui la Corte d’appello aveva disposto la consegna alla Germania di Serhii Kuznietsov, l’ex capitano dell’esercito ucraino arrestato su mandato europeo nel Riminese il 21 agosto, con l’accusa di aver preso parte ai sabotaggi. Il caso dovrà essere rivalutato da un nuovo collegio. In udienza la Procura generale ha chiesto l’accoglimento di uno dei motivi del ricorso della difesa, avvocato Nicola Canestrini, sull’erronea qualificazione giuridica dei fatti nel mandato di arresto europeo.
“Tale errore – ha spiegato il legale all’Ansa – aveva comportato una lesione del diritto del mio assistito a partecipare effettivamente al proprio processo, in violazione dei principi del giusto processo sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dal diritto dell’Unione europea. La Suprema Corte ha condiviso questa impostazione, disponendo l’annullamento con rinvio. Le motivazioni della decisione seguiranno fra alcune settimane”.
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