Nordio “confessa”: “Con la riforma mai più invasioni di campo dei pm. Quando governerà il Pd servirà anche a loro”

  • Postato il 3 novembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Mi stupisce che una persona intelligente come Elly Schlein non capisca che questa riforma gioverebbe anche a loro, nel momento in cui andassero al governo”. Quella di Carlo Nordio al Corriere della sera è una sorta di confessione inconsapevole: in una lunga intervista, il ministro della Giustizia ammette di fatto che il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere serve a evitare inchieste e processi a carico della classe dirigente. La riforma, promette infatti, eviterà future “invasioni di campo“, facendo “recuperare alla politica il suo primato costituzionale, gli spazi che ha abbandonato in modo talvolta codardo” e sono stati “colmati” dai pubblici ministeri. E fa l’esempio del suo predecessore Clemente Mastella, che “fu indagato per accuse poi rivelatesi infondate” e si dimise da Guardasigilli facendo cadere il secondo governo Prodi. Un modo, insomma, per suggerire che con il nuovo assetto costituzionale di indagini sul governo non se ne vedranno più. Così il segretario dell’Associazione nazionale magistrati Rocco Maruotti può ironizzare: “Anche io, come il ministro Nordio, sono convinto che la riforma non c’entri nulla con la separazione delle carriere e serva invece alla politica per controllare la magistratura“, scrive sui social, postando il passaggio dell’intervista al Corriere accanto a un’altra affermazione del ministro, secondo cui la separazione “ha poco a che vedere con il transito” dalla funzione di giudice a quella di pm e viceversa.

Eppure, nella stessa intervista, Nordio torna a negare di voler mettere in discussione l’indipendenza delle toghe: “Nessun magistrato di buon senso può pensarlo, perché nella legge costituzionale questo principio è consacrato a chiare lettere”. E con una poco elegante metafora paragona i vertici dell’Anm a “tacchini” che temono il pranzo di Natale. Ma la tentazione di usare la riforma per “mettere al suo posto” la magistratura è già emersa da varie dichiarazioni degli esponenti di governo, a partire da quella di Giorgia Meloni subito dopo che i giudici contabili hanno bocciato il progetto del ponte sullo Stretto di Messina: “La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti rappresentano la risposta più adeguata”, ha detto. Mentre poche ore fa il sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro, ha pubblicato sui social una frase eloquente: “Sì ai centri in Albania, sì al ponte sullo Stretto, sì a una giustizia giusta. Separiamoli”. Un riferimento, oltre che allo stop alla grande opera, alle decisioni dei giudici dell’immigrazione che negli scorsi mesi non hanno convalidato i trattenimenti dei migranti nei centri extraterritoriali aperti dal governo. Anche Matteo Salvini ha invocato la riforma come rimedio “urgente” dopo la sua assoluzione a Palermo nel processo Open Arms. E quando la Procura ha fatto ricorso in Cassazione ha commentato: “Qualche pm evidentemente non si rassegna…”

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