Nucleare iraniano, Teheran: irricevibile la proposta Usa

  • Postato il 10 giugno 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Nucleare iraniano, Teheran: irricevibile la proposta Usa

Share

Nucleare iraniano: gli Ayatollah preparano una controproposta agli Usa sui temi dell’arricchimento dell’uranio e del blocco alle sanzioni


Salta il tanto atteso accordo sul nucleare tra Washington e Teheran. O almeno, salta la proposta presentata dagli Stati Uniti, giudicata «inaccettabile» dalla controparte iraniana. A riferirlo, il portavoce del ministero degli Esteri d’Iran, Esmaeil Baghaei, il quale ha dichiarato che quanto proposto dagli americani «non è il risultato dei precedenti cicli di negoziati». Secondo gli iraniani i diplomatici di Washington, dopo aver negoziato e ascoltato attentamente le ragioni di Teheran, avrebbero deciso di ignorare le richieste della controparte e di presentare una bozza di accordo assolutamente inconciliabile con le necessità economiche e strategiche del Paese.

Fulcro dell’incomprensione principale resta, come già evidenziato anche la settimana scorsa da molti politici iraniani e dalla stessa Guida Suprema, la questione dell’arricchimento dell’uranio. Gli americani vogliono uno stop completo, gli iraniani solo limitazioni parziali alle capacità di arricchimento di tipo militare. Anche per quanto riguarda la questione delle sanzioni economiche, poi, la proposta americana non sembra abbia soddisfatto appieno Teheran.

Baghaei ha sottolineato, in tal proposito, che «deve essere garantito, prima della revoca delle sanzioni, che l’Iran ne trarrà effettivamente beneficio economico e che le sue relazioni bancarie e commerciali con gli altri paesi torneranno alla normalità». Le troppe poche garanzie offerte da parte americana non hanno convinto dunque gli iraniani, che restano piuttosto restii a fidarsi di Washington dopo il naufragio dell’accordo sul nucleare del 2015, il famoso Jcpoa fatto saltare da Trump due anni più tardi, e alla luce della nota inaffidabilità della nuova Casa Bianca.

Al netto di questo rifiuto però, il processo negoziale dovrebbe andare avanti. Da parte iraniana è infatti allo studio una controproposta, che dovrebbe essere consegnata tra qualche giorno. «Presenteremo la nostra proposta alla controparte tramite l’Oman una volta che sarà finalizzata. Questa proposta è ragionevole, logica ed equilibrata», sono state le parole usate da Baghaei. Resta da vedere se le proposte iraniane saranno ricevibili dalla parte di Washington o risulteranno assolutamente inaccettabili, specie per quanto concerne il discorso sull’arricchimento. Nonostante le evidenti differenze di visione e la storica sfiducia tra i due Paesi, il negoziato va avanti. E questo fatto, a certe latitudini, non fa molto piacere.

Israele spera ormai da mesi che questo processo negoziale s’impantani e naufraghi. Per diversi mesi Tel Aviv ha tentato di spingere gli Stati Uniti a sostenere il suo sforzo strategico contro gli iraniani. E questo perché un eventuale accordo metterebbe i bastoni fra le ruote agli israeliani e metterebbe a rischio i piani del governo israeliano, il quale vuole chiudere la partita geopolitica con il vecchio rivale di Teheran nel modo più definitivo possibile. Per Tel Aviv, infatti, l’Iran resta la minaccia esistenziale per eccellenza, l’unica potenza regionale in grado di colpire il Paese, per tramite dei suoi proxies, e di danneggiare i piani d’Israele nella regione. Senza il beneplacito di Washington, però, colpire in profondità l’Iran resta impossibile. E forse in Israele cominciano a comprendere che l’approccio tenuto negli ultimi tempi si sta rivelando controproducente.

Nella telefonata tra Benjamin Netanyahu e Donald Trump di ieri, in cui i due hanno discusso degli sviluppi del negoziato e della situazione in Medio Oriente, il Primo ministro israeliano è infatti sembrato meno sicuro delle sue posizioni. Per la prima volta, stando a quanto riferito, il premier si è detto pronto ad accettare il fatto che l’Iran mantenga una limitata capacità di arricchimento dell’uranio, seppur solo per un breve periodo e comunque entro l’ottica di un progressivo smantellamento dei programmi nucleari iraniani. A conti fatti, non una grande apertura ma ciò nonostante resta significativa della situazione complessa in cui si trova Israele.

Tel Aviv non riesce più a influenzare direttamente Washington e la Casa Bianca si dimostra sempre meno ricettiva verso lo storico alleato mediorientale. In fin dei conti, Trump vuole la vittoria diplomatica dell’accordo con Teheran e non si farà smuovere tanto facilmente.
Tel Aviv, in questo frangente, tenta dunque di correre ai ripari e si mostra più “morbido” sulla questione del nucleare. Probabilmente, la leadership israeliana si aspetta che l’accordo non avrà comunque vita lunga anche qualora venisse effettivamente siglato e vuole provare a giocare d’astuzia sul lungo periodo non alienandosi completamente gli americani. Un compito sempre più difficile vista l’insofferenza che comincia a percepirsi anche oltreoceano riguardo alla questione umanitaria in corso nella Striscia di Gaza.

Share

Il Quotidiano del Sud.
Nucleare iraniano, Teheran: irricevibile la proposta Usa

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti