Nuovi arresti nell’inchiesta per violenze su giovani disabili a carico della cooperativa “Per Mano” di Cuneo

CUNEO – Proseguono le indagini sulla cooperativa sociale “Per Mano” di Cuneo, al centro di un’inchiesta per presunti maltrattamenti ai danni di giovani ospiti con disabilità. Dopo il primo procedimento che aveva già portato a processo dodici operatori, la Procura ha disposto nuovi provvedimenti restrittivi: in carcere sono finite la direttrice della struttura, Emanuela Bernardis, e la coordinatrice, Marilena Cescon, arrestate nell’ambito di un secondo filone d’indagine con accuse analoghe a quelle già contestate.

Secondo quanto emerso, per altri indagati sono stati disposti quattro arresti domiciliari e undici divieti di avvicinamento, alcuni accompagnati dal braccialetto elettronico.

Il primo processo, che prenderà avvio entro la fine dell’anno, vede imputate la direttrice, la coordinatrice, una psicologa, infermieri e operatori socio-sanitari. Parte di questi compaiono anche nella nuova lista degli indagati, che comprenderebbe ulteriori operatori inizialmente non coinvolti.

La vicenda

I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2014 e l’aprile 2019, e riguardano episodi avvenuti all’interno del centro diurno alle porte del capoluogo, che accoglie ragazzi autistici e persone con disabilità mentali.

Nel capo d’accusa relativo al primo rinvio a giudizio si parla di un “clima di sopraffazione e degrado” in cui si sarebbero ripetuti atti di violenza, umiliazioni verbali e punizioni arbitrarie.

Alle due dirigenti vengono imputati comportamenti di indifferenza e trascuratezza verso i bisogni essenziali e di cura di quindici ospiti, alcuni dei quali minorenni all’epoca dei fatti.

Tra gli episodi riportati dagli inquirenti figurano presunti atti di violenza fisica: in un caso un infermiere avrebbe colpito un ospite con una scarpa al volto, mentre in un altro la psicologa avrebbe esercitato una pressione violenta sui genitali di un ragazzo per contenerne gli impulsi sessuali.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Cuneo, puntano ora a verificare l’estensione dei presunti abusi e le eventuali responsabilità omissive nella gestione della struttura.

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