Nuovo crematorio a Staglieno, il difensore civico: “Valutare rischio di impatto sanitario”. Comitati: “Fermate il progetto”
- Postato il 5 settembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Non si placa il dibattito pubblico e politico sul nuovo crematorio oggi in fase di costruzione presso il Cimitero monumentale di Staglieno. Dopo le proteste dei cittadini dei mesi scorsi, infatti, in queste ore il difensore civico regionale Francesco Cozzi – già procuratore di Genova – ha scritto alla sindaca e agli assessori del Comune di Genova una lettera chiedendo di attivare un’indagine sull’impatto sanitario prima che l’impianto entri in funzione.
La richiesta è stata inviata anche al presidente del Municipio IV Media Valbisagno e anche al Comitato Cittadini Banchelle che oggi tornano alla carica chiedendo alla civica amministrazione un intervento concreto in tutela dei residenti della zona e di tutta la Valbisagno, oggi alle prese con una nuova servitù, la cui costruzione è stata avviata nello scorso ciclo amministrativo.
Nella sua comunicazione, Cozzi ha allegato una relazione, presentata per la prima volta durante una commissione comunale il 17 luglio 2024, che riassume le criticità relative alla costruzione dei crematori e sottolinea come il tema delle emissioni inquinanti sia stato trascurato. La relazione evidenzia che gli impianti attualmente operativi in Liguria, compreso quello già attivo a Staglieno, sono più che sufficienti a soddisfare il fabbisogno regionale.
Secondo il Difensore civico, è necessario applicare il “principio di precauzione” prima dell’avvio del nuovo impianto. Questo principio richiede una valutazione del rischio di impatto sanitario, considerando che si sta parlando di una sito classificato come industriale e che le evidenze scientifiche – richiamate dal Garante- dimostrano che anche i forni crematori più avanzati tecnologicamente rilasciano sostanze nocive e tossiche che possono avere effetti dannosi sulla salute umana e sull’ecosistema.
Il Comitato Cittadini Banchelle, che ha reso nota la notizia, chiede che l’indagine sanitaria sia avviata da enti terzi e indipendenti prima dell’attivazione del nuovo impianto. A supportare questa richiesta, le osservazioni del garante che riguardano anche il Piano di Coordinamento Regionale per la costruzione dei crematori evidenziando gravi criticità come il mancato rispetto dei tempi di emanazione della suddetta normativa che ha permesso una “vacatio legis” su cui si è potuta muovere la progettazione, l’approvazione e la costruzione del nuovo impianto.
Il Comitato chiede inoltre che il progetto, ormai quasi completato, venga sospeso, sostenendo che non si può procedere all’apertura di un impianto potenzialmente pericoloso senza averne prima valutato scientificamente i rischi. Secondo il Comitato, la salute pubblica non può essere sacrificata per interessi economici o logiche di sviluppo non sostenibile.