Nvidia dà soldi a tutti e sempre più persone gridano alla bolla

  • Postato il 10 ottobre 2025
  • Di Il Foglio
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Nvidia dà soldi a tutti e sempre più persone gridano alla bolla

Cosa succede se un’azienda investe su un’altra società, che userà quei soldi per comprare merce dalla prima azienda? E se la stessa cosa succedesse con molte altre aziende, in un giro d’affari che vale centinaia di miliardi di dollari e, nonostante la sua bizzarra circolarità, sta trainando l’economia della prima potenza del mondo? Probabilmente succederebbe che molte persone comincerebbero a preoccuparsi. Ed è proprio quello che sta succedendo nel settore tecnologico, in particolare quello delle intelligenze artificiali, che ormai da tre anni sta investendo moltissimo in data center, personale specializzato e infrastrutture varie, tanto da creare, secondo alcuni, una bolla speculativa. Al centro della quale ci sarebbe Nvidia, azienda nota per le sue unità di elaborazione grafica (o GPU), chip essenziali allo sviluppo e funzionamento delle AI. Grazie al boom delle AI, Nvidia ha ormai una capitalizzazione di mercato di circa 4500 miliardi di dollari e sta investendo direttamente su tante aziende del settore.

 

 

Negli ultimi mesi, ad esempio, ha investito 100 miliardi di dollari in OpenAI, la società di ChatGPT, impegnata da tempo a costruire data center per i suoi chatbot. OpenAI userà parte di questi soldi ricevuti da Nvidia per comprare l’elemento cruciale di questi centri di elaborazione dati d’alto livello, e cioè le GPU Nvidia. OpenAI ha anche firmato un accordo da 300 miliardi di dollari con Oracle per i suoi servizi cloud, promettendo di spendere 60 miliardi l’anno per acquistare potenza computazionale dalla società. Una cifra incredibile che non sembra supportata dal giro d’affari di OpenAI, che secondo The Information, ha generato 4,3 miliardi di dollari nella prima metà del 2025 a fronte di 2,5 miliardi di spese. Comunque sia, per fare fronte a questa domanda, Oracle ha detto che investirà in data center e comprerà chip Nvidia per un totale di 40 miliardi di dollari. Ma Nvidia nel frattempo ha investito anche in xAI, la società di Elon Musk, che userà quei fondi per – provate a indovinare – comprare chip Nvidia. 

 

Insomma, si ritorna sempre al punto di partenza e questa circolarità aggiunge nervosismo a un settore in cui da tempo si discute del pericolo che tutti questi investimenti siano esagerati e produranno una bolla. Un report diffuso questa settimana ha stimato che la “bolla” dell’AI varrebbe già 17 volte quella delle dot-com dei primi Duemila e quattro volte quella dei mutui subprime del 2008. E poi ci sono i dati: quasi il 40% della crescita del Pil statunitense del 2025 deriva dagli investimenti sulle AI, mentre le società legate all’AI rappresentano l’80% dei guadagni azionari dell’anno. Non è tanto il timore che la corsa delle AI stia drogando l’economia statunitense; è quanto, cosa succede quando e se questa spinta dovesse affievolirsi.

 

Come ha scritto il Financial Times, “l’America è ormai una scommessa sull’intelligenza artificiale”. E si tratta di una scommessa rischiosa, per molti motivi, non ultimo il fatto di avere come centro di gravitazione le GPU Nvidia, preziose e ricercate in tutto il mondo ma anche un bene deperibile, che verrà presto superato da altri prodotti (sempre Nvidia, per quanto anche Huawei ci stia provando, per ora invano).

 

Nel frattempo restano irrisolti i nodi legali. Le cause sul diritto d’autore, intentate da editori e aziende creative contro l’uso non autorizzato dei loro contenuti per addestrare i modelli, sono ancora pendenti. E potrebbero, per dirla con Alessandro Borghese, “confermare o ribaltare il risultato”: la posta in palio è altissima e OpenAI sembra non averne piena consapevolezza. Il recente lancio di Sora 2, il generatore video di nuova generazione, ha mostrato come l’azienda non avesse previsto l’uso massiccio da parte degli utenti per creare video con se stessi o con personaggi protetti da copyright con tutte le implicazioni legali del caso.

 

Mentre il settore accumula miliardi e aspettative, cresce anche la sensazione che la giostra possa rallentare da un momento all’altro. Bloomberg ha cominciato a segnalare con preoccupazione il circuito chiuso di investimenti tra le stesse aziende, alimentato sempre dalla stessa fonte: Nvidia. L’unica che, per ora, ci guadagna davvero.

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Il Foglio

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