Nyko Piscopo presenta “To My Skin”: a Catanzaro, la prima nazionale della Cornelia Dance Company

  • Postato il 10 ottobre 2025
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Nyko Piscopo presenta “To My Skin”: a Catanzaro, la prima nazionale della Cornelia Dance Company

Al Teatro Politeama di Catanzaro, va in scena “To My Skin”: la prima nazionale della Cornelia Dance Company. Lo spettacolo inaugura la XXII edizione del Festival d’Autunno. Tutti i dettagli nell’intervista a Nyko Piscopo.


CATANZARO – Il corpo parla. La pelle ascolta. Ogni gesto diventa messaggio, ogni respiro un racconto di ciò che sta accadendo al nostro pianeta. “To My Skin”, la nuova coreografia della Cornelia Dance Company, con la direzione artistica del fondatore Nyko Piscopo, andrà in scena in prima nazionale venerdì 10 ottobre al Teatro Politeama di Catanzaro. Non è solo danza: è grido, confessione, atto di sopravvivenza. Sul palco, la carne si fa voce per denunciare uno dei drammi più urgenti della nostra epoca: il cambiamento climatico e le estinzioni di massa che minacciano ogni forma di vita. Ogni movimento è urgenza, ogni passo è memoria e avvertimento. Lo spettatore non può limitarsi a guardare: viene trascinato nella tempesta, obbligato ad ascoltare fino in fondo.

Questo è il cuore del primo spettacolo della XXII edizione del Festival d’Autunno, intitolato “CambiaMenti. Linguaggi senza tempo”, con la direzione artistica di Antonietta Santacroce. Un festival che sa unire la spinta della contemporaneità alla forza della tradizione, che trasforma il linguaggio artistico in strumento di consapevolezza, ponte tra presente e futuro. Con i coreografi di fama internazionale Antonio Ruz e Mauro de Candia, la Cornelia Dance Company porterà in scena un corpo che è paesaggio, urlo, poesia in movimento. La danza diventa specchio della crisi climatica, ma anche culla di empatia e riflessione. È un incontro fisico con l’irreversibile, un rito che scuote, commuove e illumina. Un invito a sentire ogni mutamento, a percepire il mondo con la pelle, a trasformare l’emozione in visione. È arte che diventa coscienza, corpo che diventa testimone del futuro. Per scoprire l’essenza di questo progetto ed entrare nell’anima di “To my Skin”, abbiamo intervistato Nyko Piscopo.

Nyko Piscopo, come nasce l’idea di “To My Skin” e cosa rappresenta questo titolo così evocativo?

«L’idea è nata da una conversazione tra noi soci sul cambiamento climatico e sull’ambiente che ci circonda. Parlavamo degli effetti di un clima estremo, di cosa significhi davvero sentire il caldo o il freddo sulla pelle. Essendo del Sud, conosciamo estati afose e inverni rigidi: “To My Skin” è una riflessione su queste estati interminabili e sugli inverni che sembrano gelare ogni cosa, un viaggio attraverso le sensazioni del corpo di fronte a un mondo che cambia».

In che modo “To My Skin” si collega alla ricerca artistica e ai temi di Cornelia?

«Cornelia affronta sempre tematiche contemporanee radicate nella vita di tutti i giorni. Questo lavoro è una dedica alla pelle: il primo strato del corpo esposto all’ambiente, che sente, registra, reagisce. La coreografia diventa così una voce fisica, un linguaggio che parla direttamente del mondo che ci circonda».

Come avete lavorato sulla costruzione del movimento e sulla drammaturgia fisica?

«Lo spettacolo si sviluppa su due poli opposti: gelo e calore, due visioni potenti di condizioni estreme. La prima parte, affidata a Mauro De Candia, esplora il freddo: i corpi dei danzatori assumono una qualità tagliente, come lame di ghiaccio che sfiorano e bruciano la pelle. I movimenti sono precisi, macchinosi, intensi e assordanti, capaci di trasmettere la durezza e la tensione del gelo. La seconda parte, curata da Antonio Ruz, indaga il calore e l’energia esplosiva: i danzatori si muovono vicini, in un contatto continuo, con una qualità fluida e avvolgente, come magma incandescente».

Quanto spazio avete lasciato all’improvvisazione e al contributo dei danzatori?

«La nostra compagnia è composta da danzatori molto diversi, ciascuno con una propria sensibilità e qualità del movimento. Per questo i coreografi hanno lasciato ampio spazio all’improvvisazione, permettendo a ogni danzatore di apportare il proprio contributo. L’improvvisazione diventa così uno strumento essenziale per far emergere vitalità, autenticità e ricchezza corporea, rendendo ogni performance unica».

Cornelia sperimenta contaminazioni tra danza, teatro e visualità: come dialogano questi elementi nello spettacolo?

«Abbiamo inserito le coreografie in una struttura teatrale che accoglie anche un intervento vocale di un attivista, per sottolineare il tema centrale del progetto. La scenografia, affidata a Rosita Vallefuoco, ha preso forma come una struttura sospesa, estemporanea, che evoca il mondo, la luna, il corpo… e lascia allo spettatore la libertà di immaginare ciò che vuole».

Nyko Piscopo, quali differenze caratterizzano i vostri linguaggi coreografici e come si riflettono nello spettacolo?

«Lavoriamo sempre con danzatori versatili. Ciò che unisce il gruppo sono i training quotidiani: alterniamo tecnica classica, improvvisazione, tecniche contemporanee, lavoro corpo-voce. La classe diventa il luogo dove ritrovarsi, condividere e armonizzare linguaggi differenti».

Quali emozioni sperate di suscitare negli spettatori o quale messaggio volete trasmettere?

«Il tema dell’ambiente tocca tutti. Vogliamo stimolare una riflessione condivisa, far sentire l’urgenza del presente e spingere chi guarda a confrontarsi con il mondo che cambia».

La prima di “To my Skin” sarà a Catanzaro. Cosa vi aspettate dal pubblico calabrese?

«Non è la mia prima volta in Calabria. Ci aspettiamo partecipazione e curiosità. Sappiamo quanto sia difficile far fluire le cose verso il Sud, ma speriamo di aprire lo sguardo del pubblico e far immaginare qualcosa di nuovo rispetto a ciò che si vede di solito».

Cornelia è una realtà giovane ma già riconoscibile. Come mantenete viva la coesione e la spinta creativa del gruppo?

«Ci confrontiamo continuamente tra noi e con i danzatori con cui collaboriamo. Apriamo le nostre classi ai talenti del territorio per ispirarci e lasciarci ispirare. Frequentiamo il teatro non solo per assistere a spettacoli di danza, ma anche di prosa. Proveniamo da correnti artistiche diverse, quindi cerchiamo sempre nuovi stimoli».

Nyko Piscopo, quali direzioni o progetti sta immaginando per Cornelia?

«Vorremmo trovare una “casa” per Cornelia, probabilmente in Campania. Napoli ha bisogno di spazi per danzatori professionisti che altrimenti sono costretti a trasferirsi all’estero. Stiamo anche lavorando a un nuovo progetto e a una collaborazione con una giovane compagnia croata. La nostra filosofia è collaborare con realtà poetiche e far crescere insieme nuovi linguaggi».

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