Ocse: “I dazi iniziano a far salire i prezzi. In Italia salari reali deboli e costo del cibo in salita”

  • Postato il 23 settembre 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

I dazi introdotti dagli Stati Uniti di Donald Trump stanno iniziando a pesare non solo sul commercio mondiale ma anche sulla stessa economia statunitense. Secondo le Prospettive economiche intermedie dell’Ocse, presentate martedì, la crescita globale scenderà per questo dal +3,3% del 2024 al +3,2% nel 2025 e al +2,9% nel 2026, con i dazi e l’incertezza politica tra i principali fattori di freno a investimenti e scambi.

Negli Stati Uniti, dopo il rimbalzo del 2024 (+2,8%), il Pil dovrebbe crescere solo dell’1,8% nel 2025 per rallentare ulteriormente all’1,5% nel 2026. L’Organizzazione parigina sottolinea che gli effetti dei dazi, saliti in media al 19,5% a fine agosto, il livello più alto dal 1933, si stanno già trasmettendo ai prezzi al consumo, in particolare per i beni durevoli, e rischiano di diventare più evidenti nei mercati del lavoro e nelle scelte di spesa delle famiglie. Recenti indagini condotte presso le imprese suggeriscono che “i continui aumenti dei prezzi della produzione manifatturiera negli Stati Uniti si stanno riflettendo sui prezzi dei prodotti finiti. I dati sui prezzi all’importazione indicano che poche imprese straniere hanno cercato di compensare l’aumento dei dazi statunitensi nei prezzi delle esportazioni verso gli Stati Uniti, con una sola eccezione degna di nota, ovvero il calo dei prezzi delle esportazioni di autovetture dal Giappone“.

Per l’area euro la crescita è prevista all’1,2% nel 2025 e all’1% nel 2026. La Germania beneficerà di politiche fiscali espansive, mentre il consolidamento dei conti pubblici in Francia e in Italia frenerà l’attività economica. Per il nostro Paese l’Ocse rendiconta una crescita allo 0,7% nel 2024 e prevede che quest’anno si chiuda allo 0,6%, come il 2026, ritoccando al ribasso di 0,1 punti la precedente previsione pubblicata a giugno. Al contrario Berlino dovrebbe crescere dell’1,1% dopo anni difficili e Parigi dello 0,9%. L’inflazione è attesa all’1,9% nel 2025 e all’1,8% nel 2026, ma i salari reali restano deboli per via della crescita modesta delle retribuzioni nominali. “La combinazione di un rallentamento della crescita dei salari nominali e di un’inflazione dei prezzi che rimane elevata ha causato un indebolimento della crescita dei salari reali dall’ultimo trimestre del 2024 in molte economie avanzate, tra cui Giappone, Italia, Canada, Spagna e Regno Unito”, si legge.

E in parallelo il rapporto segnala anche forti pressioni sui prezzi alimentari in diversi Paesi tra cui proprio l’Italia, insieme a Corea del Sud, Sudafrica e Regno Unito, mentre in India si registra una marcata discesa. Quanto al lavoro, il tasso di disoccupazione è diminuito in Italia e Spagna, raggiungendo un minimo storico nell’area euro, mentre è aumentato negli Stati Uniti, in Germania e in Francia.

“L’Italia oggi è in una posizione migliore rispetto a qualche anno fa, ma è importante continuare gli sforzi di risanamento e riduzione del debito, andare avanti con le riforme e investire in competenze”, ha detto il capo economista Ocse, Álvaro Santos Pereira. L’Outlook raccomanda di proseguire sulla strada della disciplina fiscale, ma anche di preservare l’indipendenza delle banche centrali, fondamentale per la credibilità della politica monetaria e la stabilità dei prezzi, in un contesto in cui l’inflazione di fondo nelle economie avanzate del G20 dovrebbe restare intorno al 2,6% nel 2025 e al 2,5% nel 2026.

L'articolo Ocse: “I dazi iniziano a far salire i prezzi. In Italia salari reali deboli e costo del cibo in salita” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti