The Fate of Ophelia, hit dell'ultimo album di Taylor Swift, ispirata all'eroina shakesperiana ritratta dal pittore inglese John Everett Millais (1829-1896) ha riempito di fan le sale della Tate Britain di Londra: ecco la storia della tormentata Lizzie Siddal, musa di quel quadro.. Amore tormentato. Quando, nel 1850, Dante Gabriel Rossetti (per gli amici Gabriel) incrociò per la prima volta gli occhi di Elizabeth Siddal non ebbe dubbi: era la donna della sua vita. Lo confidò all'amico Madox Brown, pittore come lui, e nel 1854 lo scrisse anche in versi: "Tu sei già stata mia, quanto tempo fa non posso saperlo". Erano entrambi molto giovani, lui 22 anni e lei 21, ma tutti e due percepirono che da quel giorno la loro vita sarebbe cambiata.. Fuori dagli schemi. Elizabeth era un vero schianto, anche se non corrispondeva ai canoni di bellezza vittoriana. Alta e sottile, aveva splendidi capelli di un rosso acceso "legati alla bell'e meglio e ricadenti in morbide e pesanti onde", scriveva la sua amica Georgie Burne-Jones.
Anche il pittore Walter Deverell, il primo a convincerla a posare come modella, ne era entusiasta: "Voi compagni non potete immaginare quale stupenda creatura ho trovato… Sembra una regina, magnificamente alta, con una bella figura, un collo maestoso e un viso tra i più delicati e raffinati"..
Lizzie. Elizabeth era una donna difficile da decifrare: William Rossetti, fratello di Dante, scrisse nei suoi Ricordi: La sua personalità profonda non emergeva in superficie... e per me rimase, se non proprio un enigma, un che di non svelato". Il padre di Lizzie discendeva, per vie traverse, da una famiglia benestante poi decaduta e manteneva la famiglia facendo il coltellaio. Le ristrettezze in cui i Siddal si trovavano non permisero a Lizzie di seguire studi regolari. Eppure la ragazza era un'avida lettrice, scriveva bene, amava la poesia ed era portata per il disegno. I suoi genitori le avevano insegnato le buone maniere, a cui Lizzie aggiungeva una sua naturale grazia ed eleganza.
. Il volto dei preraffaelliti. Sapeva valorizzarsi con vestiti originali cuciti da lei, senza corsetto, che la rendevano diversa da qualsiasi altra. Per aiutare la famiglia, Lizzie lavorava in un laboratorio di cappelli in Cranbourne Street (Londra): un lavoro faticoso e poco remunerato. Le parve quindi un sogno quando Walter Deverell le propose di posare per lui e per gli amici Preraffaelliti, di cui divenne il "volto", (almeno fino a quando Dante glielo permise). Per Lizzie, adorata da tutti, fu un'esperienza eccitante e del tutto nuova, in un'atmosfera stimolante in cui poteva crescere culturalmente.. NEL NOME DI DANTE. Dante Gabriel Rossetti era nato a Londra nel 1828. Suo padre, Gabriele Rossetti, esule mazziniano, insegnava italiano nel prestigioso King's College londinese. Fu lui a trasmettere al figlio la passione per Dante Alighieri, un vero idolo per Gabriel, che dipinse molti episodi della vita del poeta fiorentino. Ma soprattutto viveva la sua storia d'amore con Lizzie sovrapponendola a quella di Dante e Beatrice.. La confraternita. Nel 1848 Rossetti fondò, con gli amici William Holman Hunt e John Everett Millais, la Confraternita del Preraffaellismo, a cui si aggiunsero in seguito anche altri pittori che condividevano le loro idee. Questi artisti talentuosi, tutti tra i 19 e i 23 anni, contestavano l'arte accademica che, secondo loro, era anacronistica e soffocava il progresso della pittura. Sognavano un'arte spontanea, con soggetti ripresi da storie letterarie e religiose. Ma soprattutto ispirata ai pittori vissuti prima di Raffaello Sanzio (1483-1520), colpevole, ai loro occhi, di aver tradito la verità per la bellezza. Dante Gabriel "era il pianeta intorno a cui ruotavamo", scrisse Valentine Prinsep, anche lui pittore, "copiavamo il suo modo di parlare e cedemmo la nostra individualità alla forte personalità del nostro adorato Gabriel". Da giovane Rossetti era molto attraente: fluenti ricci castani, uno sguardo intenso e una voce seducente, a cui si univa un fascino irriverente e romantico e un'immaginazione impetuosa. Con una mano dipingeva, con l'altra componeva poesie.. IN COPPIA. Dante era come ossessionato da Lizzie, copriva letteralmente i muri della sua casa di Blackfriars con schizzi e dipinti che la raffiguravano. Il loro fu un amore intenso e tormentato, che sopravvisse alla depressione di Lizzie e alle infedeltà di Rossetti. In fondo, avevano molto in comune: tutti e due erano testardi, passavano facilmente dall'eccitazione allo sconforto e tendevano a dipendere uno dall'altro. Un cocktail esplosivo che ebbe conseguenze drammatiche su entrambi, anche se fu Elizabeth a pagare il prezzo più alto. Il problema erano i tradimenti di Gabriel e il desiderio di Elizabeth di sposarlo.. l'uso di droghe. Dante mille volte lo promise, senza mai mantenere la parola. Ogni volta Lizzie cadeva in depressione, dimagriva, si ammalava (anche se i medici non diagnosticarono mai una malattia precisa). Ma soprattutto cercava sollievo nel laudano, un oppiaceo molto diffuso ai tempi e di cui non si conoscevano ancora i gravi effetti collaterali. Eppure nessuno ostacolava la loro unione, nemmeno la famiglia di lui, come si è a lungo creduto. Racconta la trisnipote di William Rossetti, Cristina Guglielmini: «I genitori di Dante non avevano nulla contro Elizabeth Siddal. In epoca vittoriana otto anni di fidanzamento non erano tanti e problemi di denaro, salute e pigrizia contribuirono ad allungare i tempi». Una conferma viene anche da Helen, figlia di William, che riteneva Dante "non particolarmente propenso al matrimonio".. OFELIA SEGNò la sua salute. Lizzie, con i suoi lineamenti delicati, l'espressione malinconica e gli inconfondibili capelli rossi, impersonava l'idea di femminilità dei Preraffaelliti. Posò per l'amico Walter Deverell nella Dodicesima notte; nel 1852 fu una splendida Ofelia nel quadro di John Everett Millais, forse il più famoso tra i dipinti dei Preraffaelliti. Per quest'opera, che pure le diede la fama, la ragazza rischiò grosso. Lizzie posava in una vasca da bagno immersa nell'acqua riscaldata da lampade, quando qualcosa non funzionò e si ritrovò a galleggiare a lungo nell'acqua fredda, fino a rimanere quasi paralizzata. . Gelosia morbosa. Superata questa brutta esperienza (anche se sembra che il bagno ghiacciato abbia compromesso per sempre la salute della ragazza), William Holman Hunt la ritrasse in Valentino salva Silvia da Proteo e Dante Rossetti in innumerevoli disegni e dipinti. Ma Dante non sopportava più di dividerla con altri e chiese ai suoi amici di trovarsi altre modelle. Rossetti era convinto delle doti artistiche di Elizabeth e si impegnò seriamente per migliorare la sua tecnica: mostrò quindi i suoi disegni a John Ruskin, il famoso critico d'arte che difese i Preraffaelliti dalle feroci critiche del Times e di Charles Dickens. Ruskin fu entusiasta e comprò tutti i disegni di Lizzie. In più le assicurò un appannaggio mensile affinché potesse continuare a dipingere in tranquillità.. Declino fisico. Dante decise di sposarla solo quando si rese conto che Elizabeth rischiava di morire. Lei stava troppo male e sembrava indifferente a tutto. Gli anni di dipendenza dal laudano la stavano distruggendo, non poteva ingerire qualcosa senza vomitare, era debole e terribilmente magra. Dante le stette accanto giorno e notte, fino a che non si verificò un visibile miglioramento.. LE NOZZE. E finalmente, il 13 aprile 1860, dopo otto anni di fidanzamento, Dante Gabriel diede il grande annuncio alla madre: Lizzy e io stiamo finalmente per sposarci, tra pochi giorni, appena possibile [...]. Come tutte le cose importanti che io abbia mai pensato di fare [...], questa è stata rinviata oltre ogni possibilità. Partirono per il viaggio di nozze e, al ritorno, Dante apportò delle modifiche alla casa, per renderla più adatta alle loro esigenze, tanto più che Lizzie aspettava un bambino.. La tragedia. Entrambi erano felici, anche se erano consapevoli che la gravidanza era rischiosa: a quei tempi, infatti, la mortalità dei bambini (e delle puerpere) era molto alta. Ma non si è mai pronti al peggio e il 2 maggio 1861 Dante scrisse alla madre: "Lizzie ha appena partorito una bambina morta. Confido che lei stia abbastanza bene. Non incoraggiare nessuno a venire proprio adesso; nessuno tranne te, certamente". Ma Lizzie non stava abbastanza bene: da quel colpo, fortissimo, non si riprese più.. Depressione. Elizabeth si sentiva in colpa, pensava che la bambina fosse morta a causa della sua dipendenza dal laudano e non se ne dava pace. Stava seduta per ore, senza muoversi, tenendo lo sguardo fisso sul fuoco del camino. Rifiutava il cibo ed era sempre più magra. Voleva solo morire, come lei stessa confessò in queste rime: Signore, sollevami dalla crudeltà della vita! / Gli occhi amati a lungo serrati nella morte mi cercano: / La sacra morte mi attende / Signore, posso arrivare oggi?. Dante cercava di distrarla, ma inutilmente: era sempre più depressa, eccedeva con il laudano e voleva solo dormire.. Il suicidio. La sera del 10 febbraio 1862 riuscì però a convincerla a uscire e andarono a mangiare fuori con un amico. Tornarono poi a casa e Dante uscì di nuovo. Quando rientrò, alle 23:30, la trovò a letto, con la bottiglia di laudano vuota. In un biglietto lo pregava di prendersi cura di suo fratello minore. Era in coma. Dante, disperato, chiamò un medico, che accorse subito e le fece una lavanda gastrica, ma senza risultati. Chiamò allora un secondo medico, un terzo e un altro ancora. Alle 7:20 del mattino Elizabeth Siddal fu dichiarata morta: aveva solo 32 anni ed era incinta. Dante Gabriel, distrutto, si immerse negli studi danteschi e le dedicò un quadro che impiegò sei anni a completare: Beata Beatrix. Sulla tela il volto di Lizzie trasfigurava in quello di Beatrice.
Silvia Büchi.