Oggi il vertice per la tregua a Gaza. Perché Trump riunisce a Sharm-el-Sheikh i leader di 20 Paesi
- Postato il 13 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Gli unici assenti al vertice di oggi a Sharm-el-Sheikh saranno Hamas e gli israeliani, impegnati nella passaggio cruciale della prima fase dell’accordo di tregua: il rilascio degli ostaggi e la liberazione dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri di Tel Aviv. Ma tutti gli altri principali capi di Stato che hanno avuto (o che hanno dichiarato di aver avuto) un ruolo nel raggiungimento dell’intesa per il cessate il fuoco a Gaza saranno presenti in Egitto. Su tutti ci sarà Donald Trump, che presiederà il vertice insieme al padrone di casa, il presidente Abdel Fattah al-Sisi. Vi prenderanno parte in tutto i leader di una ventina di Paesi, fra cui il primo ministro britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron a quello turco Recep Tayyip Erdogan. Ma anche Giorgia Meloni, lo spagnolo Pedro Sanchez, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Anche il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), parteciperà. L’obiettivo del summit è “porre fine alla guerra nella Striscia, rafforzare l’impegno per arrivare alla pace e alla stabilità in Medio Oriente, e aprire una nuove era nella sicurezza e stabilità della regione”. La presenza di così tanti ospiti è il tentativo di garantire una legittimazione internazionale al piano di Trump. Ed evitare che nessuna delle due parti si tiri indietro.
La cerimonia per la sigla dell’intesa è in programma per il primo pomeriggio di oggi. Il presidente statunitense ha assicurato che “in linea di massima c’è consenso” fra le parti su come funzioneranno le fasi successive, ma ha riconosciuto che “alcuni dettagli devono ancora essere definiti”. Sul tavolo c’è la fine del massacro dei palestinesi a Gaza: dal 7 ottobre 2023 i bombardamenti israeliani hanno ucciso 67.806 persone. Oltre 170mila i feriti. E un numero incerto di vittime è ancora sotto le macerie: la tregua nei combattimenti ha permesso ai soccorritori di iniziare a cercare i corpi sepolti in zone precedentemente inaccessibili. Secondo le autorità sanitarie locali, da venerdì, quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, sono stati recuperati e trasportati negli ospedali già oltre 230 corpi.
Quello di oggi a Sharm-el-Sheikh non è il primo summit per la pace organizzato in Egitto. Due anni fa, poche settimane dopo l’attacco del 7 ottobre, al Cairo andò in scena un vertice dove paesi arabi e occidentali non trovarono l’intesa sulla dichiarazione finale, ma l’Egitto si riprese un ruolo negoziale cruciale mettendo le basi per una nuova road map verso la soluzione due popoli e due Stati. Quella all’International Convention Center della città resort sul Mar Rosso sarà soprattutto una cerimonia. Il dibattito nel merito dei temi dell’accordo dovrebbe essere rimandato ai prossimi giorni, anche se, dicono alcune fonti informate sul dossier, è possibile che un momento di confronto avvenga già nell’ambito del summit.
Di nodi complicati da sciogliere ce ne sono ancora molti, prima di poter portare avanti le successive fasi dell’accordo. A partire dal disarmo di Hamas, che intanto ha richiamato circa 7mila membri delle sue forze di sicurezza per riaffermare il controllo sulle aree di Gaza recentemente abbandonate dalle truppe israeliane. Lontano, ma già attuale nelle trattative, lo scenario del Board per il governo transitorio della Striscia. Roma si aspetta un coinvolgimento, alla luce del ruolo di Paese dialogante rivendicato con tutti più volte in questi giorni da Meloni. Si tratta però di una dinamica guidata da Usa, Israele e Arabia Saudita. In quest’ottica il governo italiano sta dando ampia disponibilità a partecipare “in prima linea” alla fase della ricostruzione di Gaza. D’altronde, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “abbiamo imprese esperte” in questo. E il territorio palestinese, al di là delle decine di migliaia di morti, ha subito perdite per 70 miliardi di dollari.
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