Oltre le nuvole, oltre i limiti: la vita verticale di Luca Colli, lo “Scalattore” che conquista le vette e il teatro

  • Postato il 23 maggio 2025
  • Di Panorama
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Ci sono molti modi con cui si potrebbe definire Luca Colli Tibaldi, vigevanese di 56 anni, una passione per la montagna trasmessagli dal nonno ufficiale degli Alpini: accompagnatore di media Montagna alpinista estremo da record, scrittore, attore, motivatore, dispensatore di impegno e tenacia. Per poterlo definire con un unico aggettivo, il regista Corrado Gambi ha coniato ad hoc l’espressione (depositata): “Scalattore”.

Luca Colli è l’unico uomo al mondo ad aver scalato in velocità le Seven Summits, le cime più alte di ogni continente, dal campo base alla vetta, senza sosta, senza supporto esterno, senza sci, senza ossigeno. 

L’11 luglio si cimenterà in un’avventura che lo potrebbe rendere l’unico italiano vivente a possedere l’altissima onorificenza di “Snow Leopard”, data agli alpinisti capaci di scalare tutti i  7000 metri dell’Europa (che si trovavano quasi totalmente in Kirghizistan al confine con il Kazakistan).

Luca, perché la scelta della scalata in velocità che, spieghiamo, è la salita classica in alta quota, fatta velocemente, senza fare soste intermedie? 

“Da piccolo soffrivo di asma, avevo dei grossi problemi fino ai 2500-3000 metri, ma appena entravo nella linea di altitudine in cui finisce la vegetazione, partivo come un treno, perché respiravo benissimo. Da lì ho iniziato a fare alta quota. Sostanzialmente all’inizio mi piaceva per quello, perché stavo finalmente bene, e non vedevo l’ora di arrivare velocemente a quell’altitudine. Forse da questo è nata la predilezione  per le scalate in velocità. Prima salivo, meglio stavo”. 

Oltre alla passione, quanta paura c’è nell’affrontare queste avventure estreme?

“Mi piace ricordare innanzitutto che nessuno conquista niente in montagna, ma è lei che si concede. Un po’ di paura è necessaria perché è quel fattore che ti fa tornare a casa, che ti permette di valutare i rischi e quando, eventualmente, è il momento di fermarsi. Gli incidenti più gravi capitano solitamente in discesa, per sfinimento e poca lucidità causata dalla prolungata esposizione all’ipossia. Alla fine, sono l’esperienza e la capacità di valutare l’ambiente che ti permettono di affrontare la scalata con maggior tranquillità”.

In Oceania hai il record mondiale, l’Everest l’hai scalato in 35 ore, ci vuoi raccontare qualche aneddoto?

“Tutte le montagne che ho scalato mi hanno lasciato qualcosa. Il record in Oceania mi ha fatto entrare in contatto con delle popolazioni poverissime, in Alaska ho visto la natura davvero potente con cui ti devi confrontare,  l’Everest … beh … è la montagna più alta del mondo: dice tutto e non c’è nulla da aggiungere. Ma per scoprire le vette più emozionanti o più faticose mai raggiunte, dovete venire allo spettacolo.”

Appunto, parliamo dello spettacolo, passando la palla a Corrado Gambi, regista, attore e formatore teatrale. Il loro sodalizio artistico nasce nel 2019, quando Colli propone a Gambi un nuovo modo non convenzionale di condividere la sua passione, diventata una vera e propria filosofia di vita. 

Nasce il primo spettacolo teatrale, “Torno subito”, incentrato sulla spedizione sull’Everest di Colli, che ha riscosso grande successo. Il 5 luglio al Castello Visconteo di Abbiategrasso, debutterà il loro secondo progetto teatrale, “A Spasso Fra le Nuvole… Per Qualche Montagna in Più”.

Oltre le nuvole, oltre i limiti: la vita verticale di Luca Colli, lo “Scalattore” che conquista le vette e il teatro

Corrado, cosa possiamo aspettarci da questo spettacolo?

“In questo secondo spettacolo, Luca narrerà la sua impresa di unico uomo al mondo ad aver scalato in velocità le Seven Summits, le cime più alte di ogni continente, che a dispetto del nome non sono sette, ma undici, anzi dodici, perché nello spettacolo, Luca racconterà anche la sua faticosa risalita dal Covid, che lo aveva colpito in maniera davvero aggressiva. E la sua determinazione nel riprendersi per portare a termine la sua grande impresa in Antartide ”.

“Quello che lo muove chiaramente va al di là della questione sportiva, e per raccontarlo abbiamo scelto lo strumento del teatro, che è uno mezzo che funziona fortemente per la trasmissione di contenuti, attraverso la narrazione, l’evocazione. Grazie al suo duro lavoro anche in questo campo, Luca si è trasformato in un attore a 360 gradi, scoprendo una naturale abilità di connessione con il pubblico, utilizzando le sue esperienze di vita per insegnare l’importanza della perseveranza e del sogno.

Una passione talmente forte che si è evoluta in diverse forme d’arte e di cultura. Oltre allo spettacolo teatrale c’è la performance motivazionale che Luca e Corrado portano nelle scuole e nelle aziende dove il tema fondamentale è la traduzione di un sogno in un progetto realizzato:  tenacia, coraggio , impegno, capacità di fare squadra, non si limitano al solo ambito sportivo, ma si estendono alla scuola, al lavoro, all’intera esistenza. 

Un’ultima domanda a Luca. Qual è la vera ragione per cui lo fai? Cosa ti fa sopportare e superare il freddo, la fame, la fatica?

“La ragione è racchiusa in quei cinque minuti in cui sono in vetta, quando mi guardo intorno e sono nel posto più vicino al cielo che conosca, al posto più vicino al paradiso che io conosca. Cinque minuti in cui non c’è nessuno che ti applaude, nessuno che ti regala una medaglia, ma io sono lì. Con gli occhi che si riempiono di lacrime, di una gioia pura, che solo i bambini sanno provare. Quei cinque minuti sono miei e nessuno può portarmeli via. Tutto per arrivare là, sopra le nuvole, per sentirmi ancora una volta il bambino di sette anni, che quando scalava i massi vicino a casa e arrivava in cima, puntava un legnetto verso il cielo con il cuore pieno di gioia e di orgoglio. E si sentiva in cima al mondo”.

Autore
Panorama

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