Oms, l’Italia non firma il piano pandemico. Scienziati: “Grave errore”, “la politica ascolta i populisti e ignora gli esperti”

  • Postato il 21 maggio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La decisione sollevato polemiche severe da parte della comunità scientifica, perplessa rispetto alla scelta fatta dall’Italia. Il nostro paese, tra i più colpiti dal Covid con quasi 200mila morti, ha deciso di non firmare il piano pandemico stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, insieme ad altre dieci nazioni (In Europa Polonia e Slovacchia). L’assemblea a Ginevra lo ha varato ma prima che entri in vigore servirà produrre altri accordi e documenti. L’Oms ha incassato anche un aumento dei contributi da parte degli stati membri del 20%, mettendo la struttura al sicuro dopo i tagli da parte degli Stati Uniti, che lasceranno ufficialmente l’organizzazione il 22 gennaio 2026. La lezione del Covid ha fatto capire quanto fosse necessario mettere a punto un piano emergenziale da costruire, come dicono i tecnici, “in tempo di pace”, per combattere assieme nel caso arrivi un nuovo virus che possa mettere in ginocchio i servizi sanitari mondiali e l’economia. Nonostante questo, l’Italia è tra gli 11 Stati membri dell’Oms che si sono astenuti in occasione del voto a Ginevra per l’approvazione in Commissione del primo Accordo pandemico, poi approvato in sessione plenaria. L’Assemblea mondiale della sanità con 124 voti favorevoli, nessuno contrario e 11 astensioni dalle delegazioni degli Stati membri, ha detto sì ai 35 articoli che ribadiscono comunque che in nessun caso l’Oms potrà superare i poteri delle sovranità nazionali. Quest’ultima è stata una precisa richiesta dell’Italia che ha fatto valere la questione nero su bianco nel documento che non fa cenno a vaccinazioni obbligatorie o misure restrittive delle libertà personali. Tra i paesi che si sono astenuti figurano anche Iran, Israele e Russia.

Le critiche degli scienziati – Perplessità per la posizione italiana arriva da due tecnici che sono stati fra quelli in prima linea durante la pandemia: l’infettivologo Matteo Bassetti e l’ex presidente dell’Iss Walter Ricciardi che ha svolto anche il ruolo di consulente per la pandemia con il ministro Speranza. E a loro si uniscono anche Franco Locatelli, presidente uscente del Consiglio superiore di sanità (il suo mandato è scaduto a marzo), Roberto Burioni, immunologo del San Raffaele di Milano, e l’Associazione microbiologi clinici italiani. Questi ultimi, “protagonisti in primo piano nella lotta al Covid“, bollano come “un gravissimo errore l’astensione dell’Italia sull’approvazione del Piano pandemico globale proposta dall’Oms”. “La pervicacia politica nel non ascoltare gli esperti – ammoniscono i microbiologi tramite il presidente Pierangelo Clerici – ci pone come nazione nel novero dei negazionisti e no vax, cosa che non ci può rendere orgogliosi. La politica, a cui spettano le decisioni, dovrebbe farsi carico dei pareri espressi dagli esperti e non assumere posizioni demagogiche, ricordandosi che nella malaugurata ipotesi di una pandemia, questa non si astiene dal colpire una nazione piuttosto che un’altra”. E anche Bassetti critica l’astensione dell’Italia: “Avrei preferito che il nostro Paese non stesse dalla stessa parte di Paesi come Iran, Russia e Israele“, ha riferito. Il medico osserva che “da giorni arrivano report da diversi Paesi, tra cui Singapore, Thailandia, Hong Kong e alcune provincie della Cina, dove sembra esserci un’importante ondata di Covid. Una forma non aggressiva della malattia ma questo aumento di casi fa pensare a una variante immune alle vaccinazioni, che ormai per la stragrande maggioranza risalgono ad almeno due anni fa”. Ricciardi invece ricorda che l’astensione dell’Italia stupisce perché il nostro Paese era stato tra i promotori del trattato pandemico tre anni fa. “Questo cambio di passo non ha nessuna spiegazione né scientifica né di sanità pubblica, ma evidentemente si tratta di una scelta di natura politica, basta vedere la cattiva compagnia dei Paesi con cui l’Italia ha votato. Paesi che non hanno a cuore il bene comune ma tengono di più alle sensibilità politiche dei propri elettori sovranisti e populisti”.

Franco Locatelli, presidente uscente del Consiglio superiore di sanità, in un’intervista a La Stampa, dichiara di non capire “la logica” dell’astensione. “Dovevamo essere i primi a votare sì, dopo quello che abbiamo vissuto con il Covid”, afferma Locatelli, che tra il 2021 e il 2022 è stato coordinatore del Comitato tecnico scientifico e principale consulente del premier Mario Draghi e del ministro della Salute, Roberto Speranza, nella gestione della seconda fase della pandemia. Per Locatelli “non si può negare che questo accordo pandemico sia un passo avanti significativo”. Nonostante il ridimensionamento di alcuni passaggi “il risultato è comunque positivo per migliorare la capacità di prevenzione e l’organizzazione di una risposta condivisa alle future minacce pandemiche”. E sulle motivazioni del governo dice: “Mi pare che l’accordo sia assolutamente rispettoso della sovranità nazionale. In nessun modo viene conferita all’Oms la facoltà di intervenire sulle scelte politiche dei singoli Paesi, né di imporre provvedimenti restrittivi, come il lockdown o il divieto degli spostamenti”. Insomma, “non so cosa ci sia davvero alla base della scelta di chiamarsi fuori. Ma da medico, da scienziato, da rappresentante della sanità pubblica è una decisione che mi lascia molto perplesso. Perché non ci sono critiche specifiche, non c’è la richiesta di modificare questo o quel passaggio: tutto è perfettibile, per carità, ma a mio avviso c’erano le condizioni per approvare il documento”.

Burioni: “Nella maggioranza c’è chi propaga bugie scientifiche pericolose” – Pesante anche il commento su Repubblica di Roberto Burioni, immunologo del San Raffaele di Milano, che reputa la decisione del governo “molto grave, perché nel malaugurato caso che dovesse esserci una pandemia, cosa che noi tutti ci auguriamo non avvenga, è fondamentale farsi trovare preparati. E rispondere da soli non è proprio possibile. Una volta si parlava di ‘giro del mondo in 80 giorni’, ora si fa in 80 ore. L’abbiamo visto col Covid, che ci ha messo appena due settimane ad arrivare qui da noi dalla Cina. Ormai il nostro pianeta è un villaggio globale”. Sulle motivazioni del governo, che ha parlato all’Oms di sovranità degli Stati nella gestione della sanità, Burioni replica: “La sovranità è un concetto politico, sul quale si può essere d’accordo o meno, e io rispetto chi ha quella visione. Ma i virus non lo riconoscono, i virus non sono nazionalisti, non si bloccano alla frontiera”. Per l’immunologo “è sbagliato dare una risposta politica a un’emergenza biologica. Quando si parla di salute è così: l’antibiotico non è sovranista o di sinistra o altro. Serve per curare un malato”. Quella dell’astensione, afferma Burioni, “mi pare una posizione che non appartiene a un medico di grandissimo prestigio e valore come il nostro ministro della Sanità Orazio Schillaci. Però all’interno della maggioranza ci sono diversi esponenti importanti che propagandano bugie scientifiche pericolose, contro i vaccini e altro”.

Anche l’opposizione che ha letto l’astensione come un favore alle posizioni no vax e negazioniste. “La scelta di astenersi sul piano pandemico mondiale promosso dall’Oms è gravissima. Il governo Meloni decide di isolare il paese per seguire le sirene negazioniste e antiscientifiche. Nessuna lezione dal Covid, anzi una chiusura di fronte alle ragioni della scienza e alla necessità di coordinare a livello globale strategie, risorse e ricerche”, ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera. Anche l’ex ministro Beatrice Lorenzin, vice presidente dei senatori Pd, parla di “scelta incomprensibile e antistorica“. “Schillaci prenda le distanze dal sovranismo o lasci”, è l’appello di Andrea Quartini, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali alla Camera e Coordinatore del Comitato Politico Salute e Inclusione Sociale del M5S. Di avviso opposto Marco Lisei, presidente della commissione Covid e senatore di Fratelli d’Italia che plaude. “L’Italia, anche sul fronte delle strategie di profilassi sanitaria, è finalmente tornata a svolgere un ruolo non più da gregaria ma da protagonista nel consesso internazionale e tale episodio lo dimostra”. E ricorda che proprio la posizione dell’Italia ha portato a modificare il documento eliminando i riferimenti a lockdown e ad altre politiche restrittive. Le difficoltà internazionali per l’Oms proseguono poi con gli Usa, capofila dei paesi che criticano gli uffici di Ginevra. Il ministro della sanità Robert F. Kennedy Jr – noto per le sue posizioni no vax – esorta altri Paesi a unirsi agli Stati Uniti e considerare l’uscita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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Il Fatto Quotidiano

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