Oneri di sistema nelle bollette, le ragioni di chi chiede un referendum per spostarli alla fiscalità generale
- Postato il 12 giugno 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un referendum abrogativo per eliminare definitivamente dalle bollette elettriche gli oneri di sistema, quei costi fissi che si aggiungono a quelli relativi agli effettivi consumi. Nelle bollette della luce hanno un peso che va dal 20 al 25 per cento sul totale da pagare, mentre nel caso del gas si parla del 3-4 per cento. La richiesta, arrivata a marzo 2025 in Corte di Cassazione, è dell’associazione Energia per tutti, movimento fondato dall’ex parlamentare di Forza Italia Daniele Galli. Si chiede di avviare la raccolta di firme di elettori (al momento ne servono almeno 500mila) per poter indire un referendum con il quale gli italiani possano decidere se vogliono abrogare il comma 11 dell’articolo 3 del decreto legislativo 79/1999, il decreto Bersani. Quella norma consente ad Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente di includere una quota di oneri generali di sistema (OgS) nelle tariffe a carico dei clienti finali. E devono pagarla tutti i consumatori di energia, sia clienti domestici, sia grandi clienti industriali, indipendentemente dal regime di mercato in cui ci si trova.
In caso dovesse passare la proposta, gli oneri non sarebbero eliminati tout court, ma non verrebbero pagati attraverso le bollette dei cittadini. Con tutta probabilità sarebbero trasferiti sulla fiscalità generale. L’iniziativa di Energia per tutti sarà presentata il 13 giugno, a Terni, presso la sala convegni Confapi nel corso di un evento in cui è annunciata la presenza, tra gli altri, del generale Roberto Vannacci, europarlamentare e vicesegretario federale della Lega.
Un po’ di storia – Introdotti per la prima volta nelle bollette degli italiani dal ministero dello Sviluppo Economico del primo governo D’Alema (con il Decreto Bersani del 1999, finalizzato alla liberalizzazione del mercato), gli oneri di sistema hanno finanziato di tutto, come raccontato da ilfattoquotidiano.it già nel 2021. Soprattutto nel corso degli ultimi anni, sono state diverse le proposte di un loro assorbimento nella tassazione ordinaria e se ne discute a più riprese, ma mai nessun governo ha mai provato a eliminare questo comma del decreto Bersani. Proprio nel 2021, però, per fare fronte al caro energia, il Governo Draghi annullò questa voce per tutti i clienti finali fino alla fine del 2022. Con il Governo Meloni, nel 2023, gli oneri di sistema sono stati reintrodotti prima solo nella bolletta elettrica e, da gennaio 2024 anche in quelle del gas. È stata anche annullata la riduzione dell’Iva che, a seconda del volume di gas consumato, è tornata alla regolare aliquota del 10-22%.
Cosa hanno finanziato gli oneri di sistema – A Terni sarà presente anche l’ingegnere Edoardo Beltrame, esperto di energia e blogger. Come spiega a ilfattoquotidiano.it “nel 1999 tali oneri sostenevano i costi della dimissione delle centrali elettriche nucleari voluta dai cittadini con referendum abrogativo e i costi degli istituti di ricerca elettrica allora deficitari”, ma in vent’anni “e con 175 miliardi, il Governo ha finanziato di tutto. Tanto che in alcuni periodi questi oneri hanno rappresentato anche il 50% della bolletta elettrica”. Nel 2020 questa voce ha gravato sulla bolletta per circa 14 miliardi di euro, aggirandosi intorno al 22% della spesa annua per il cliente domestico tipo. E sovvenzionando rinnovabili, decommissioning nucleare, ma anche i salvataggi di Ilva e Alitalia e imprese private energivore oltre che specifiche categorie di produttori privati di energia elettrica.
Gli oneri di sistema oggi – Come spiega Altroconsumo sul suo sito, “gli oneri di sistema non inglobano gli importi non pagati dai clienti finali morosi”. Sono destinati a specifici obiettivi di utilità della collettività. Nelle bollette “non troviamo l’elenco specifico delle attività finanziate dagli oneri di sistema, ma sono parecchie”. Per quanto riguarda i contributi pagati per lo smantellamento delle centrali nucleari e per la messa in sicurezza delle scorie si è passati al finanziamento tramite tassazione ordinaria. È previsto, inoltre, lo spostamento dagli oneri di sistema alla fiscalità generale anche per il bonus sociale, di sostegno ai cittadini in difficoltà economica (ossia con Isee inferiore a 9.350 euro o inferiore a 20mila euro se si tratta di famiglie con oltre tre figli a carico) o che versano in gravi condizioni di salute. Per importanza, invece, spiega Altroconsumo, “la prima voce finanziata dagli oneri di sistema è l’incentivazione alla produzione di energia da fonti rinnovabili”, a cui si aggiungono la copertura delle agevolazioni tariffarie riconosciute per il settore ferroviario, il sostegno alla ricerca di sistema, la copertura delle agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia, la promozione dell’efficienza energetica. “Eppure il Consiglio di Stato, la Corte di Cassazione, la Corte dei conti, quella dell’Unione Europea, oltre a una legge del Parlamento del 2021, hanno già confermato che gli oneri non devono essere inseriti tra i costi effettivi del servizio elettrico prestato ai consumatori” spiega Beltrame, secondo cui “è del tutto iniquo ritenere che famiglie e imprese, contrariamente a quanto stabilito dal diritto costituzionale, vengano chiamate, con i loro consumi a finanziare soggetti che operano in attività consolidanti redditi, anche molto elevati”.
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