Open Arms, la procura generale della Cassazione “boccia” il ricorso dei pm contro l’assoluzione di Salvini
- Postato il 26 novembre 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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La Procura generale della Cassazione ha depositato oggi una memoria di 46 pagine che, pur senza contenere ancora una richiesta formale, sembra anticipare il rigetto del ricorso presentato dai pm di Palermo direttamente in Cassazione contro l’assoluzione del ministro Matteo Salvini nella vicenda della nave della Ong spagnola Open Arms. Secondo i giudici di primo grado “il divieto di ingresso di Salvini era illegittimo, ma assegnazione porto sicuro spettava alla Spagna”. Nell’atto di impugnazione i pm palermitani avevano scritto che la sentenza è “manifestamente viziata per l’inosservanza di quella serie di norme integratrici, quali quelle sulla libertà personale e le Convenzioni sottoscritte dall’Italia per il soccorso in mare di cui il Tribunale avrebbe dovuto tenere conto nell’applicazione della legge penale”.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, il procuratore generale illustrerà le proprie argomentazioni nell’udienza fissata per l’11 dicembre, ma dalla lettura della memoria emerge un orientamento chiaro: i magistrati di legittimità ritengono che il ricorso della procura siciliana presenti un deficit probatorio significativo e non dimostri la sussistenza degli elementi costitutivi dei reati contestati, sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. “Prendo atto con soddisfazione che la Procura generale ha sostenuto che non sussistono i reati”, ha commentato il vicepremier Matteo Salvini.
A luglio, la pubblica accusa di Palermo aveva deciso di bypassare il grado d’appello e presentare un ricorso per “saltum”, rivolgendosi direttamente alla Cassazione e sostenendo che nell’assoluzione di primo grado fossero appunto presenti violazioni di legge e errori di interpretazione normativa. Un elemento centrale su cui punta la Procura è la decisione delle Sezioni unite civili della Cassazione che a febbraio aveva condannato il governo a risarcire uno dei migranti bloccati sulla nave della Guardia costiera Diciotti, l’estate precedente a quella del caso Open Arms.
La memoria della Procura generale, tuttavia, sottolinea come il ricorso si concentri esclusivamente sulla condotta relativa alla privazione della libertà personale, trascurando i profili relativi alla “colpevolezza” del ministro e senza considerare gli elementi che escludono, o quantomeno mettono in dubbio, l’esistenza del dolo. “In sostanza – scrivono i magistrati – se la posizione di garanzia del Ministro dell’Interno può giustificare la contestazione della limitazione della libertà personale, non si individua nel ricorso alcuna argomentazione significativa volta a dimostrare l’esistenza della colpevolezza o degli altri elementi costitutivi del reato, prospettandosi unicamente la condotta e l’evento naturalistico ad essa connesso.”
Secondo la Procura generale della Cassazione, quindi, il ricorso dei pm di Palermo manca di dimostrare la sussistenza di tutti gli elementi necessari a configurare i reati imputati al ministro, prefigurando così una probabile bocciatura dell’impugnazione alla prossima udienza. Secondo l’ufficio della procura generale “risultano insufficienti i richiami alla sentenza Diciotti pertinenti (oltre che, naturalmente, pienamente condivisibili) al solo scopo della corretta applicazione dei principi di diritto in essa sanciti, ma non bastevoli, evidentemente, a ‘copriree, nell’ambito della giurisdizione penale, la diversa ed assai più articolata esigenza di verifica di tutti gli elementi costitutivi dell’ipotesi di reato contestata, in relazione alla quale si chiede l’affermazione di responsabilità dell’imputato”.
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