Open Arms, rinviata l'udienza in Cassazione. La battuta di Salvini

  • Postato il 11 dicembre 2025
  • Politica
  • Di Libero Quotidiano
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Open Arms, rinviata l'udienza in Cassazione. La battuta di Salvini

La vicenda giudiziaria sul caso Open Arms entra in una nuova fase con il rinvio dell’udienza della Corte di Cassazione al 17 dicembre 2025, dove i supremi giudici dovranno esaminare il ricorso “per saltum” presentato dalla Procura di Palermo contro l’assoluzione in primo grado di Matteo Salvini. Il leader della Lega si è sempre detto fiducioso nella piena conferma della sua innocenza e ha ribadito con decisione la legittimità della sua azione in difesa dell’Italia e delle sue frontiere.

Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, intervenendo oggi alla presentazione dell’aggiornamento annuale del piano strategico in corso all’auditorium Parco della Musica a Roma nel corso dell'evento "Piano strategico 2025-2029 Next level" del gruppo Fs, dopo la notizia del rinvio dell’udienza ha commentato: “Speriamo portiate fortuna, oggi doveva essere la giornata del mio processo in Cassazione è stata aggiornata alla settimana prossima, quindi organizza qualcos'altro Stefano così andiamo avanti fino a Natale, poi anno nuovo, vita nuova, processo nuovo”.

 

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Nel dicembre 2024 il Tribunale di Palermo aveva assolto Salvini dal reato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco della nave della Ong spagnola Open Arms con a bordo 147 migranti, riconoscendo che difendere i confini nazionali non è un reato. La Procura di Palermo ha deciso di impugnare la sentenza di assoluzione con il cosiddetto ricorso per salto di grado, una procedura che porta la controversia direttamente davanti alla Corte di Cassazione senza passare per il giudizio di appello. I magistrati sostengono che il tribunale di Palermo avrebbe interpretato erroneamente norme internazionali sul soccorso in mare e l’assegnazione di un porto sicuro.

 

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La Cassazione, nel confermare l’assoluzione, potrebbe definitivamente archiviare la vicenda per Salvini, sancendo che le sue scelte rientravano nei poteri discrezionali di un ministro preposto alla sicurezza nazionale. In caso contrario, la Suprema Corte potrebbe annullare la sentenza e disporre un nuovo giudizio, anche se è improbabile che venga comminata una pena diretta in questa sede.

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Autore
Libero Quotidiano

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