OpenAI fa marcia indietro: la sua no-profit manterrà il controllo
- Postato il 6 maggio 2025
- Tecnologia
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
OpenAI cede alla pressione esterna e cambia i suoi piani lasciando la no-profit in controllo di tutte le sue attività anche dopo la ristrutturazione in una società di pubblica utilità. La decisione – ha annunciato la startup valutata 300 miliardi di dollari – è stata presa dopo un confronto con i procuratori del Delaware e della California e in seguito alle forti critiche ricevute da ex dipendenti, accademici e rivali quali Elon Musk.
“Modificheremo la sua struttura azionaria in modo che investitori e dipendenti possano detenere quote nella società di pubblica utilità”, ha spiegato il presidente del consiglio di amministrazione Bret Taylor. OpeanAI ha tempo fino alla fine dell’anno per cambiare la sua struttura societaria e assicurarsi così un investimento da 30 miliardi di dollari di Softbank. OpenAI è stata fondata dieci anni fa come no-profit con la missione di costruire un’intelligenza artificiale in grado di portare benefici all’umanità.
Nel 2019 ha creato una divisione for profit per finanziare gli elevati costi dello sviluppo. Lo scorso dicembre la società ha annunciato la sua intenzione di trasformarsi in società di pubblica utilità mantenendo la divisione no-profit che avrebbe controllato alcune quote ma non più avuto il controllo della divisione for profit. Un piano che ha scatenato molte critiche. Decine di dipendenti, premi Nobel, accademici e legali hanno inviato una lettera ai procuratori di Delaware e California chiedendo di bocciare l’iniziativa in seguito ai rischi alla sicurezza che comportava.
Negli scorsi mesi Elon Musk era entrato nella questione offrendosi di acquistare la start-up per oltre 97 miliardi di dollari. Sam Altman aveva replicato seccamente spiegando che OpenAI non è in vendita. I due facevano parte del team di 11 persone che ha fondato OpenAI nel 2015 e l’attuale proprietario di X ha fornito un finanziamento iniziale di 45 milioni di dollari. Tre anni dopo, Musk lasciò l’azienda, e OpenAI accennò a “un potenziale conflitto futuro dato che Tesla”, di Musk è il capo, “continua a concentrarsi sull’intelligenza artificiale”. Altman è invece rimasto alla guida di OpenAI e ne è il CEO.
Gli ingenti costi associati alla progettazione, alla formazione e all’implementazione di modelli di intelligenza artificiale avevano costretto l’azienda a cercare una nuova struttura che fornisse agli investitori una partecipazione azionaria e offrisse una gestione più stabile. Ma il passaggio a una società a scopo di lucro avrebbe richiesto l’approvazione delle autorità della California e del Delaware. “Rimanendo un’azienda senza scopo di lucro, crediamo che questo ci consentirà di continuare a fare progressi rapidi e sicuri e di dare a tutti accesso a un’intelligenza artificiale potente”, ha affermato Altman. L’azienda è diventata una delle startup di maggior successo nella storia della Silicon Valley, grazie al suo strumento di intelligenza artificiale generativa ChatGPT, lanciato nel 2022.
L'articolo OpenAI fa marcia indietro: la sua no-profit manterrà il controllo proviene da Il Fatto Quotidiano.