Ora e sempre, a Milano la mostra sulla Resistenza tra battaglie del passato e guerre di oggi
- Postato il 25 aprile 2025
- Libri E Arte
- Di Il Fatto Quotidiano
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In occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, Milano celebra il 25 aprile con una mostra d’arte che è insieme omaggio e dichiarazione di intenti. Si intitola Ora e sempre e si tiene alla Casa della Memoria, in via Federico Confalonieri 14, dal 18 aprile al 25 maggio. L’iniziativa, promossa da Anpi Provinciale di Milano, riunisce oltre sessanta opere tra pittura e scultura, per raccontare non solo ciò che è stato, ma ciò che ancora oggi la Resistenza rappresenta.
Quaranta delle opere sono firmate da importanti artisti del passato e trenta da autori contemporanei, tutti legati all’ambiente milanese e lombardo: vanno a comporre un percorso espositivo che non vuole essere una mostra sulla Resistenza, ma una mostra per la Resistenza. A queste si aggiungono otto sculture, in un dialogo continuo tra generazioni artistiche diverse unite da uno stesso filo: l’impegno civile. L’intento non è solo conservare il passato, ma restituirgli voce e forza nel presente. In un’epoca in cui la memoria rischia di diventare rituale, Ora e sempre cerca invece di renderla esperienza viva, concreta, condivisa. Le opere esposte diventano così strumenti di interrogazione collettiva: ci chiedono cosa significhi oggi resistere, e a cosa.
Varcando la soglia della Casa della Memoria, ci si trova immersi in un percorso denso di voci e visioni. Ogni opera occupa il proprio spazio con forza, ma dialoga con le altre come in un coro. C’è chi lavora con materiali poveri e chi con superfici levigate, chi sceglie il figurativo e chi l’astrazione. Ma tutte raccontano un’idea comune: quella di un impegno che non ha tempo. La mostra racconta questi ottant’anni dalla Liberazione attraverso linguaggi e stili differenti: quadri, statue, materiali eterogenei che costruiscono un mosaico visivo della memoria e della coscienza collettiva.
Gli artisti coinvolti non si limitano a commemorare il passato, ma raccontano anche un Paese che ha dovuto ricostruirsi e fare i conti con la propria storia. Una storia che, come testimoniano alcune opere, non sempre ha saputo riconciliarsi con sé stessa. Ci sono quadri che evocano omissioni, silenzi, ferite ancora aperte e pongono domande più che dare risposte. Come a dire che la storia non si è mai davvero chiusa, e continua a interpellarci.
Ma Ora e sempre guarda anche al presente. Non solo alla Resistenza storica, ma a quella odierna, quotidiana, fatta di conflitti interiori, battaglie civili, opposizioni alla violenza e alle ingiustizie del mondo. In questo senso, due opere diventano emblematiche: Pace e libertà di Maria Luisa Simone De Grada, che porta all’interno della mostra l’eco del massacro in Palestina, e Soldato ucraino di Tindaro Calia, che riflette sulla guerra in Ucraina. Due lavori che aprono uno squarcio sull’attualità, e ricordano come l’arte possa farsi voce delle resistenze del presente. Molte opere riflettono sul tema della libertà, conquistata il 25 aprile ma oggi più che mai da custodire. Una libertà che le opere ci raccontano come fragile, minacciata, mai scontata. L’obiettivo è chiaro: rendere vivo il legame tra arte e memoria, tra estetica e coscienza civile.
La mostra si inserisce in una tradizione espositiva che affonda le radici nella storica rassegna del 1995 alla Triennale, curata da Mario De Micheli, e ne rinnova il senso alla luce del presente. Ora e sempre è figlia di quella stessa eredità, ma nasce con lo sguardo rivolto al domani. Perché oggi, a ottant’anni dalla Liberazione, la sfida non è solo ricordare i valori della Resistenza, ma attualizzarli. E capire come farli valere in un mondo mutato, frammentato, in cui la guerra e l’ingiustizia si ripresentano sotto nuove forme.
In fondo, la mostra pone una domanda semplice ma radicale: che cosa possiamo imparare dalla Resistenza oggi? Come afferma il manifesto della mostra, “non si può essere neutrali” rispetto ai valori di libertà, giustizia sociale e democrazia affermati “ieri” dai partigiani con il loro sacrificio, e da non tradire “oggi” con l’indifferenza.
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