Ora l’Italia è più affidabile della Francia: non siamo più noi i malati d’Europa
- Postato il 6 ottobre 2025
- Di Panorama
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Chi l’avrebbe mai detto? Dopo anni di ironie e di sorrisini sulle “finanze creative”, oggi è l’Italia che dà lezioni di affidabilità finanziaria alla Francia. I mercati internazionali — diffidenti, freddi, e spesso ingiusti — hanno appena dato la pagella. E a prendere il voto più basso non è Roma, ma Parigi.
Per la prima volta il rendimento del Btp decennale italiano (3,58%) è sceso sotto quello del suo omologo francese, l’Oat, che ha toccato quota 3,59%. Tradotto in una lingua meno tecnica: oggi gli investitori si fidano più dell’Italia che della Francia. Fine del mondo? No, solo il mondo che si capovolge.
La crisi politica in Francia
La miccia, neanche a dirlo, l’ha accesa la politica. Il premier francese Sébastien Lecornu — nominato giusto il tempo di prenotare il trasloco — ha presentato le dimissioni a sorpresa, lasciando l’Eliseo in un vuoto di potere che ha fatto più danni di uno sciopero dei treni. Il tentativo di formare un nuovo governo? Fallito. mercati, come noto, amano la stabilità.
Così, mentre la Borsa di Parigi affondava del 2% sotto il peso delle banche appesantite dal portafoglio di Oat in loro possesso, lo spread francese sul Bund tedesco saliva a 87 punti base, e gli investitori cominciavano a chiedere premi al rischio manco fosse un talent show della Bce. Non a caso l’euro flette dello 0,48% a 1,1665 dollari.
I malati d’Europa
Ed ecco l’effetto collaterale più inatteso: l’Italia, da decenni additata come l’eterna malata d’Europa, riscopre un certo sex appeal finanziario. Il Btp decennale, stabile e noioso come un vecchio ragioniere, ha resistito alla tempesta con olimpica calma. Era al 3,5% a inizio anno, ed è ancora lì. Piazza Affari regge sotto la bufera arretrando solo dello 0,3 a metà mattinata,
Mentre la Francia si avvita nei suoi guai politici e la Germania annaspa sotto il peso della spesa pubblica crescente, l’Italia — miracolosamente — non fa più paura. Anzi: è diventata un porto sicuro.
Naturalmente, in questo festival dell’instabilità, non poteva mancare l’oro, che brilla sempre quando gli altri perdono la testa. E’ salito ai massimi storici a 3.956 dollari quello con consegna a dicembre. Se vi sembrano cifre da gioielleria di Montecarlo, non siete lontani dalla realtà. Anche il Bitcoin si è concesso un giro sulla giostra dei record, mentre il petrolio ha preso a salire dopo l’ennesima decisione OPEC+ in slow motion.
Domina l’insicurezza. In Europa, dove nessuno si aspettava che la Francia finisse nel mirino dei trader, e negli Stati Uniti, dove il blocco del bilancio federale incombe come una nube tossica sull’amministrazione a vendo già provocato i primi licenziamenti.
Mercati volubili per definizione
Che succede adesso? Difficile dirlo. I mercati sono creature volubili, capaci di passare dall’euforia al panico con la stessa velocità con cui si cambia canale Tv. Ma un dato resta: per una volta, lo spread ci sorride.
Non è una vittoria definitiva. Ma è un segnale. Che forse, stavolta, non siamo più noi il problema. I mercati a Parigi cominciano a ballare al ritmo travolgente del Bolero. Godiamoci il momento.