Ordigni bellici tra i rifiuti, cresce la protesta dei residenti di via Sardorella: “Chiediamo chiarezza”
- Postato il 26 novembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Lo scorso mese è stato effettuato un ritrovamento inquietante all’interno di ecoballe di multimateriale destinate all’impianto di Specchia Service a La Spezia: due ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale rimasti “impacchettati” tra i rifiuti la cui rimozione ha richiesto diversi giorni di intervento.
Secondo alcune notizie trapelate sulla stampa locale la provenienza potrebbe essere stata proprio il capoluogo ligure. Un “dettaglio” non sfuggito ai residenti di Bolzaneto, più precisamente di via Sardorella, i quali convivono con l’impianto Amiu che lavora il materiale della raccolta differenziata della plastica a pochi metri dalle case.
L’appello dei residenti, rappresentati dal comitato “Non solo borgo”, è quello per la chiarezza: “Abbiamo fondato motivo di supporre che tale materiale contenente all’interno due residuati bellici provenisse dal sito di via Sardorella, tesi avvalorata dal fatto che tale sito è esclusivo in Genova per la raccolta della plastica e metalli e che come già piu volte sottolineato dall’Azienda e dal Comune, ormai non separa più da qualche anno, ma si limita solo a pressare e compattare il multimateriale per ridurlo in balle, le quali poi vengono inviate ad altri siti tra cui anche quello gestito da Specchia Service di La Spezia, per la separazione e il riciclaggio”.
Una prassi che per i cittadini potrebbe portare a dei rischi: “La tipologia di raccolta unificata di plastica e metalli leggeri fa i che all’interno delle campane possa finire anche materiale pericoloso e non destinato alla differenziata, come ad esempio taniche di benzina semivuote, latte di olio minerale, piccole bombole del gas non del tutto vuote, e, paradossalmente anche residuati bellici. Una pratica che costituisce un pericolo potenziale per la sicurezza degli abitanti dei palazzi limitrofi, per i lavoratori delle aziende circostanti e non ultimi per i lavoratori dell’impianto stesso, se si tiene conto del fatto che materiale potenzialmente infiammabile o esplosivo resterebbe stoccato anche all’aperto in attesa di spedizione per giorni e in periodo estivo anche in presenza di elevate temperature”.
“Cogliamo l’occasione per richiamare l’attenzione del Comune nella persona della Sindaca Salis e dell’Assessora Pericu, e invitiamo a chiarire Llaccaduto anche ai vertici Amiu – conclude la nota stampa del comitato – Vogliamo ribadire che il sito di via Sardorella presenta criticità croniche ormai da parecchi anni e che al disagio per gli odori che provoca ora si aggiunge anche un reale problema di sicurezza per i cittadini; pertanto, come comitato chiediamo di valutarne lo spostamento, e visti gli ultimi sviluppi ne chiediamo il blocco immediato per lo meno sin quando non verrà messo in atto il progetto di riammodernamento che promettono ormai da più di 2 anni”.
La replica dell’azienda
L’azienda, contattato da Genova24 ha risposto ai cittadini, sottolineando come, di fatto, il passaggio dei due ordigni bellici ritrovati a Spezia nell’impianto di via Sardorella “non sia stato comprovato”.
Dal punto di vista operativo, invece, è stato ribadito il percorso in atto per il potenziamento dell’impianto, con il progetto già approvato del revamping della struttura, con in previsione una rivisitazione della gestione del rifiuto attraverso “rinnovate tecnologie e tutele per lavoratori e territorio”