Orlandi e Accetti, nuovo mistero per la Commissione: chi era il Marco di Katy Skerl?

  • Postato il 14 settembre 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
  • 1 Visualizzazioni

Mistero Orlandi: arrampicata audace e decisa verso la commissione parlamentare d’inchiesta da parte del cosiddetto “reo confesso” e “supertestimone” Marco Fassoni Accetti, a suo tempo cestinato dalla magistratura, ed ennesima tempesta di panna montata.

Usando come frullatore per montarla il mistero dell’uccisione della 17enne Katherine Skerl, detta Katy o anche Ketty, scomparsa a Roma il 21 gennaio 1984 e ritrovata cadavere a Grottaferrata verso le 9 del mattino del giorno dopo. Ma andiamo per ordine.

Katy Skerl la sera prima della scomparsa aveva partecipato a una festa organizzata da una amica. in largo Cartesio 7, a circa 1 km dalla propria abitazione. Aveva con sé un borsone di tela con la cinghia rossa contenente il cambio per la notte e l’abbigliamento per andare a sciare a Campo Felice.

Alle 18:30 andò via dalla festa dopo avere inutilmente chiesto a suo fratello di portarla in auto all’appuntamento con l’amica con la quale sarebbe andata a sciare: il fratello non volle lasciare la festa. Particolare, questo del rifiuto ad accompagnarla, che ricorda il rifiuto di Pietro Orlandi di accompagnare Emanuela alla scuola di musica il pomeriggio della sua scomparsa. 

Strangolata in modo orrendo

Orlandi e  Accetti, nuovo mistero per la Commissione: chi era il Marco di Katy Skerl (nella foto)
Orlandi e Accetti, nuovo mistero per la Commissione: chi era il Marco di Katy Skerl? – Blitzquotidiano.it (foto ANSA)

Il cadavere della Skerl non presentava tracce di violenza né di attività sessuale né di droghe. Nella mano sinistra stringeva un ciuffo d’erba e aveva il viso coperto di terra e foglie.

L’autopsia rivelò che era morta per strangolamento, con lesioni interne causate da fratture. L’assassino aveva inizialmente tentato di strangolarla con un filo di ferro e poi aveva utilizzato la cintura del borsone per finirla, premendole il viso in una pozzanghera. La ragazza doveva avera fatto una morte atroce anche perché aveva la spina dorsale e alcune costole rotte. 

La panna comincia a montare quando il giornalista Fabrizio Peronaci, del Corriere della Sera, il 16 maggio 2024 viene audito dalla Commissione parlamentare che si occupa delle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.

Rivelazioni di un giornalista alla Commissione Orlandi

Nella parte dell’audizione secretata su sua richiesta, Peronaci consegna alla commissione 28 allegati, nei quali riprende varie “rivelazioni” contenute nel suo libro Il Ganglio.

Libro nel quale  sposa e rilancia la “confessione” del fotografo romano Marco Accetti di essere l’autore della scomparsa della a sue dire consenziente di Emanuela Orlandi. Consenziente e di breve durata perché era d’accordo con lui di sparire per qualche giorno.Poi però Accetti, fotografo e regista amatoriale, ne ha perso le tracce.

Il ganglio che dà il titolo al Ganglio non è altro che un gruppo di prelati vaticani membri di due fazioni opposte e in lotta feroce tra loro, una favorevole e l’altra contraria all’allora papa Wojtyla.

Il “rapimento” di Emanuela sarebbe stato inscenato da una fazione per ricattare o mettere sotto presione l’altra. Nomi di qualche prelato del ganglio? Neppure uno.

Fatti certi, appurati o almeno verificabili commessi dal ganglio? Neppure uno. 

Dopo l’audizione, Peronaci spara la notizia che ormai i magistrati stanno indagando su Katy Skerl come complice di Accetti nella scomparsa di Emanuela e nell’avvicinare ragazze minorenni, da non utilizzare certo per fare beneficienza.

Complicità che cozza contro il fatto che la 17enne era molto di sinistra, tanto che c’era chi la considerava anarchica e tale si considerva un po’ anche lei. Una foto la ritrae nel giugno dell’anno prima di scomparire con il tipico saluto comunista, pugno chiuso e braccio alzato, a un comizio di Enrico Berlinguer a San Giovanni, comizio che Katty aveva contribuito a organizzare.

Il coinvolgimento della Skerl nella scomparsa sia della Orlandi che della Gregori è sostenuta nel suo blog da Accetti fin dall’8 settembre 2015, quando pubblica il post intitolato: “Cenotafio – una eventuale tomba vuota”. Vi si sostiene che il fornetto del Verano nel quale era sepolta Katy era stato profanato e la bara rubata “dai responsabili dell’omicidio” per “sottrarre uno degli elementi che poteva legare il caso Skerl a quello delle Orlandi-Gregori”.

Qual era tale elemento? “Era la camicetta indossata dalla defunta perché riportava l’etichetta “Frattina” notata da una nostra ragazza entrata nell’obitorio al momento della deposizione della bara della Skerl. Poi tale dettaglio fu usato in uno dei comunicati del 1984 (circostanza riscontrata, ndr) e attribuito alla Orlandi”.

Quattro giorni dopo, a quelle acrobazie di Accetti abbiamo dedicato il 22 settembre un apposito articolo dal titolo esplicito e profetico: “Emanuela Orlandi, sepoltura Katty Skerl nuovo tormentone”. Tormentone esploso alla grande in questi giorni.

Ad avvalorare il ruolo della Skerl come “aiutante” di Accetti in fatto di minorenni, nel gruppo Facebook GIORNALISMO INVESTIGATIVO BY FABRIZIO PERONACI appare un foglio che sotto il titolo LE RAGAZZE di M. ACCETTI riporta sei iniziali di nomi e cognomi – prudentemente affiancate da un punto interrogativo – specificando il ruolo ipotizzato per ognuna delle ragazze:

– Una scrisse i comunicati di rivendicazione (P. D. B.?)

– Una li spedì da Boston (E. C.?) 

– Una registrò un messaggio audio inviato da Boston (G. B.?)

– Una fu contattata nella stessa scuola di Mirella Gregori (A. F.?)

– Una fu contattata nella scuola di Ponte Milvio, liceo artistico (L. G.?)

– Una fu complice nel sequestro Orlandi-Gregori (K. S.? ).

Ovvio intuire che le ultime iniziali K. S. della “complice nel sequestro Orlandi-Gregori” siano le iniziali di Katty Skerl.

I “sequestri” sono due, ma evidentemente Peronaci li ritiene una cosa sola, organizzata dal ganglio vaticano. Sta di fatto che alla Procura della Repubblica del Tribunale di Roma è stata presentata una denuncia querela contro l’autore o gli autori delle affermazioni, ritenute diffamatrici, secondo le quali Katy era coinvolta negli asseriti reati commessi da Accetti. 

Il 3 del settembre in corso 2025 appare nel web  una ricostruzione delle scomparse di Emanuela, Mirella e Skerl, un grande affresco dipinto dall’Unione Cristiani Cattolici Razionali (UCCR).

Sei giorni dopo, il 6 settembre, Laura Mattei, cugina di Katty, pubblica su Facebook un lungo post molto duro contro i vari affabulatori.  E lo correda con la foto di tre graffiti tracciati sulla parete dell’ascensore del palazzo dove abitava la cugina e con due vecchi ritagli de Il Messaggero.

L’intenzione è di cogliere due piccioni con una fava:

– sbugiardare Francesco Morini – 56 anni, romano, autore di molti libri a quattro mani con il fratello Max – che due anni fa sulla scomparsa di Ketty ha scritto il romanzo Ragazze perdute, affermando di essere stato il suo ultimo fidanzato;

– vedere chi e come avrebbe infilato nella vicenda Marco Accetti.

La foto dei tre graffiti – agli atti da molti anni, ma mai pubblicata da nessuno – mostra due nomi, Marco e Katy, scritti su due righe diverse, il disegno di un cuore con incise dentro le lettere KM, evidentemente iniziali di Katy e  Marco, e un cerchio contenente la lettera A, simbolo di Anarchia. 

Per quanto riguarda i due ritagli di giornale, in uno dei due ritagli c’è scritto che dal diario della ragazza “emerge un altro aspetto del carattere di Katty”.

Emergono cioè la frase “Vorrei scappare da questo mondo. Vorrei rinascere e vivere con il sole e con l’amore” e  “due testimonianze di affetto per due ragazzi, Marco Urbani e un certo Valerio”.

L’altro ritaglio è la pagina dell’11 novembre del diario della ragazza con scritta quella che Il Messaggero definisce “Una pagina del diario con una patetica frase, che è rivolta a Marco” e con una foto di Katy su una Vespa guidata da Marco Urbani:

“h. 15,35    13/11/83 

…non riesco a studiare, dovrei fare tantissime cose, che palle, non mi va!!!!

Voglio lui// Voglio lui//

Voglio lui// Voglio lui”.

Nonostante la querela depositata in procura e nonostante che il Marco di Katy abbia il cognome Urbani, Peronaci dopo soli due giorni dal post della cugina di Katy Skerl ne utilizza le scritte dei graffiti per rilanciare alla grande il succo della lunga esposizione dei fatti pubblicata da UCCR e di conseguenza per lanciare l’ipotesi che il Marco di Katy sia il “reo confesso” e “supertestimone” Marco Accetti.

Per il quale Accetti vengono accreditate una serie di circostante e una tale credibilità da rendere di fatto necessaria la sua convocazione da parte della Commissione parlamentare.

L’insistenza per tale convocazione farebbe il bis della lunga teatralizzazione delle “confessioni” e delle “rivelazioni”  dei due anni, dal 2013 al 2015, di inutili tentativi di indagini del magistrato Giancarlo Capaldo.

Insistenza che è già stata tale da provocare le dimissioni del consulente della commissione Gian Paolo Pelizzaro.

Per tentare di convincerla a convocarlo, il 9 maggio dell’anno scorso Accetti ha fatto avere alla commsione una perizia fonica della propria voce da lui chiesta all’ingegnere Marco Arcuri. La perizia  stabilisce una corrispondenza dell’86% della voce di Accetti con quella di “Mario” e del'”Americano”, due “emissari dei rapitori” che telefonavano a casa Orlandi.

In questa stessa perizia Arcuri conclude che, in base a mesi di ricerche con una apposita Intelligenza artitificlale da lui istruita con migliaia di atti processuali, sono riconducibili alla voce di Accetti tutte le voci dei telefonisti “noti” del caso Orlandi, cioè “Mario” e l'”Americano”, più  la voce maschile sul lato A della cosiddetta “cassetta delle sevizie”, asseritamente inferte a Emanuela.

Il mio Accetti inoltre si fa forte del fatto che il poliziotto 52enne Stefano Coccia, a suo tempo il ragazzino 11enne che affermò di essere stato fermato da Accetti in corso Vittorio Emanuele II con una proposta di lavoro come modello fotografico, nella commissione parlamentare dopo 42 anni si è miracolosamente detto certo che quel giorno Accetti era in compagnia della “bionda e piccolina” 16enne Katy Skerl.

Riconosciuta come? Non si sa, forse dalle foto pubblicate dopo la sua uccisione.

Però sappiamo che il Corriere della Sera scrive

“Skerl fu uccisa in quanto ingaggiata nel «ganglio», il gruppo attivo all’ombra del Cupolone che secondo «l’uomo del flauto» [Marco Accetti, ndr] orchestrò «l’operazione» Orlandi-Gregori? Sapeva qualcosa sulla sorte di Emanuela e Mirella e fu vittima di «tacitazione testimoniale»? La ferocia dell’assassinio di Grottaferrata fa pensare a un delitto su commissione, affidato a gente di «mala»”. 

Per ribadire bene i concetti, il Corriere correda l’articolo con due accostamenti di fotografie, di fatto dei fotomontaggi, decisamente suggestivi. In uno c’è la foto del viso di Accetti affianco al graffito coi due nomi a sua volta affiancato dalla foto del viso di Katy. Nell’altro ci sono le foto dei volti di Katy e di Emanuela stampate sopra una grande foto di Accetti seduto, rilassato e beato nella terrazza di casa sua. 

Insomma, il “reo confesso” e “supertestimone” Accetti, cacciato dalla porta delle inchieste della magistratura, sta tentando in tutti modi con l’aiuto del suo perito, del Corriere della Sera e dei Cristiani Razionali,  di rientrare in gioco scalando la finestra della Commissione parlamentare.

Se ci riuscisse, sarebbero garantiti altri anni di colpi di scena, “svolte decisive” e chiacchiere varie in grado di affossare anche la stessa commissione parlamenare.

Però con una lunga girandola di altri fuochi d’artificio che delizierebbero gli amanti e i drogati dell’ormai da tempo sempre più stantio Emanuela Orlandi Show, che verrebbe rivitalizzato facendolo diventare uno e trino: Emanuela Orlandi, Mirella Gregori e Katty Skerl Show. Nome che suona anche bene. Molto bene.

L'articolo Orlandi e Accetti, nuovo mistero per la Commissione: chi era il Marco di Katy Skerl? proviene da Blitz quotidiano.

Autore
Blitz

Potrebbero anche piacerti