Pace fatta tra Erdogan e Trump in nome degli affari: il presidente americano sblocca la vendita dei jet F35 alla Turchia
- Postato il 26 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Nell’incontro bilaterale con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York, l’autocrate turco Recep Tayyip Erdogan ha incassato oltre che gli ampollosi complimenti del tycoon lo sblocco delle commesse di F35 che vennero congelate quando 5 anni fa la Turchia – membro Nato – comprò il sistema di difesa anti missile russo. Una decisione che fece infuriare gli Usa che, di conseguenza, ne bloccarono la vendita. E ora, forte del ritrovato sostegno della Casa Bianca grazie anche e soprattutto alla stessa visione “ trumpiana” della azione politica come strumento per zittire e perseguire gli oppositori politici, il sultano prosegue nella sua opera di annichilimento dei pochi media indipendenti rimasti mentre fa intensificare i bombardamenti aerei sulla zona siriana a maggioranza curda ( Rojava).
È infatti in corso una nuova ondata di arresti non solo di politici e di attivisti social, ma anche di manager di aziende ed emittenti televisive. È stata commissariata la CanHolding, finite sotto sequestro le Tv indipendenti ShowTV e Habertürk e sono stati inoltre spiccati mandati di cattura per 10 dirigenti quali Mehmet Şakir Can, Kemal Can e Kenan Tekdag accusati di costituzione di organizzazione criminale, contrabbando, frode e riciclaggio di denaro. Questa stretta ulteriore sui media indipendenti è funzionale anche a impedire che la società civile turca conosca i dettagli di ciò che sta accadendo in Siria, dopo la tanto sbandierata “pace” tra la coalizione di governo turca e il Pkk di Ocalan.
È iniziata la resa dei conti tra il governo ad interim siriano del presidente Ahmad Sharaa – sostenuto dalla Turchia- e le Forze Democratiche Siriane ( Sdf) a guida curda perchè si sono rifiutate di sciogliersi e confluire nelle fila dell’esercito siriano nazionale ( Sna). L’aviazione turca sta infatti bombardando la diga di Tishrin ed effettuando voli intensivi lungo il confine per aiutare l’Sna assieme a Hayʼat Taḥrīr al-Shām ( Hts, la formazione armata islamista ex al Qaeda guidata fino alla deposizione di Assad dall’attuale presidente ad interim Ahmad Sharaa) a penetrare in profondità nel Rojava curdo. Gruppi affiliati a HTS e allo Stato turco stanno già attaccando le forze delle SDF nei pressi del villaggio di Jabal al-Qashla, sempre nella regione di Tishrin.
Il presidente Erdogan ha incontrato nuovamente il leader siriano Ahmad al-Sharaa il 24 settembre a Palazzo di Vetro, sollecitando il pieno rispetto da parte delle Forze Democratiche Siriane (Sdf) a guida curda di un accordo che le integrerebbe nelle istituzioni statali. Secondo la Direzione delle Comunicazioni, l’incontro presso la Turkish House, la missione diplomatica della Turchia a Manhattan, si è concentrato sui rapporti bilaterali con la Siria e su questioni regionali più ampie. Hanno partecipato anche il ministro degli Esteri siriano Asaad al-Shaibani e il capo dell’intelligence turca İbrahim Kalın.
Erdogan ha affermato che la Turchia sta monitorando attentamente gli sviluppi in Siria e continuerà ad aumentare il suo sostegno a Sharaa. Ha chiesto la revoca di tutte le sanzioni contro la Siria e ha espresso sostegno a iniziative che “rispettano la sovranità e l’integrità territoriale del Paese”. Un accordo annunciato il 10 marzo scorso sottolinea l’integrità territoriale della Siria, inserendo al contempo le Forze Democratiche Siriane ( Sdf) a guida curda nell’esercito. Nell’ambito dell’iniziativa governativa “Türkiye senza terrorismo”, il PKK ha prima dichiarato un cessate il fuoco, poi ha annunciato la decisione di sciogliersi e disarmarsi. Il PKK è considerata un’organizzazione terroristica da Turchia, Stati Uniti e Unione Europea. Ankara afferma che il suo disarmo deve comprendere anche la milizia curdo siriana Ypg a capo dell’Sdf, che considera la propaggine siriana del PKK. I funzionari turchi hanno ripetutamente invitato le Sdf a rispettare l’accordo per integrarsi nel nuovo esercito siriano. Ma queste hanno invece risposto di essere contrarie e pronte a combattere contro l’esercito di Sharaa e di Erdogan.
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