Pace, il Papa prega, un milione la vogliono ma c’è nemmeno più in casa Ferrari
- Postato il 4 agosto 2025
- Politica
- Di Blitz
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Quanti sono coloro i quali credono nella pace? Se questo interrogativo lo avessimo posto anche pochi mesi fa, in molti avrebbero fatto spallucce, ritenendo matto chi poneva questa domanda.
Oggi non è più cosi: il mondo guarda sempre più incredulo a quel che sta accadendo e non sa più rispondere con la dovuta certezza.
La realtà è che le divisioni aumentano, che i conflitti ideologici hanno la supremazia che non dà scampo a chi vorrebbe usare il buon senso e riportare la tranquillità in Occidente come in Oriente.
Invece, accade esattamente il contrario: o si è bianchi o si è neri, o si è progressisti o conservatori, o si è dalla parte di chi vuole che le armi finalmente tacciano, o chi la guerra vorrebbe vederla continuare all’infinito per questioni di cassetta.
Intendiamoci: non uno scontro che potrebbe distruggere interi paesi e seminare morte dappertutto, ma schermaglie fra due stati di poca importanza, ma tale da far arricchire chi questi “oggetti esplosivi” li vende.
Certo è disumano esprimere concetti del genere: appaiono quasi incredibili tanto più se si pensa che simili spese finiscono col gravare sul contribuente. Come reperire il danaro necessario se non con le tasse?
Pace a parole violenza nel fatti

Ciononostante, il periodo nero continua, si è sempre più convinti che bisogna difendersi, che i confini di uno stato non si toccano. È giusto, ma non sarebbe meglio che l’intero universo rinsavisse costringendo i fautori della violenza a ritirarsi e magari a sparire?
A Roma, ieri, si è concluso un avvenimento che ha dello straordinario. Un milione di giovani che hanno invaso le strade della capitale per incontrare il Papa, partecipare ad una Messa solenne per poi ascoltare le parole di Leone XIV.
Dal primo giorno in cui è stato eletto in conclave questo pontefice ha predicato la pace affacciandosi dal balcone della basilica di San Pietro per benedire una folla plaudente.
“La pace sia con voi”, disse quel giorno e i ragazzi e le ragazze arrivati a Roma da ogni parte del mondo hanno voluto risentirle quelle parole, segno indiscutibile che le nuove generazioni non vogliono nemmeno sentir parlare di un terzo conflitto mondiale che potrebbe essere davvero una catastrofe inimmaginabile.
Stando ai fatti più recenti, i grandi del mondo non la pensano affatto così.
La minaccia di Trump
Per dimostrare che non scherza Trump manda due sommergibili nucleari nel mare non lontano dalla Russia; il Cremlino risponde che potrebbe installare nella vicina e amica Bielorussia missili atomici in grado di mettere in ginocchio una qualsiasi città europea.
Israele non si ferma: lo sterminio di Gaza continua, i più giovani non gliela fanno più e muoiono letteralmente di fame. Hamas non arretra di un millimetro e non rilascia nemmeno un ostaggio di quanti ancora vivono (si fa per dire) nei sotterranei di quella striscia.
La rivoluzione di quel mondo che vuole soltanto pronunciare termini come serenità, quiete, armonia, accordo stenta a credere che la situazione non possa cambiare.
I primi a dover dare l’esempio dovrebbero essere i politici che sono stati eletti dalla gente per evitare che possano ripetersi conflitti mondiali. Purtroppo, invece, anche tra chi guida un Paese non c’è la dovuta tranquillità.
L’Italia ne è un esempio evidente. Destra e sinistra continuano a darsele di santa ragione senza mai trovare un denominatore comune. Schlein contro Meloni, Conte contro tutti, anche con quella parte che lui giura di gradire.
“Nel Palazzo non sono ammesse le mezze stagioni del pensiero” si scrive ed è la pura e semplice realtà. Si va alla ricerca di accordi sotterranei o meno che mettano all’angolo l’avversario. Si cerca in tutti i modi di salvare il proprio orticello anche a scapito della comunità. Difesa del potere ad oltranza: le poltrone non si lasciano.
Un esempio: Matteo Ricci, uscito da una inchiesta giudiziaria che lo avrebbe visto scomparire, è tornato a fare campagna elettorale alla grande. Vorrebbe diventare il governatore delle Marche, una regione che conosce benissimo. Allora che cosa si inventa in una calda domenica d’agosto? Affitta una barca, raggiunge i bagnanti e regala loro patatine. È in questa maniera che si vuol raggiungere il consenso?
Fatti irrisori a parte, la lite è continua: in casa Ferrari succede di tutto anche che Leclerc parta in pole position per poi non arrivare nemmeno al podio. Il pilota si scatena, usa parole di fuoco contro la dirigenza e le decine di migliaia di tifosi assistono sbigottiti. Dove è finita la “Rossa” di un tempo?
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