Pacifico, tutti vogliono sottomarini nucleari
- Postato il 7 novembre 2025
- Di Panorama
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Per la Marina Australiana la conversione dai sommergibili diesel-elettrici di Classe Collins attuali a quelli dotati di propulsione nucleare deve accelerare. Si tratta di un piano in due fasi che prevede prima le operazioni con vascelli di classe Virginia ceduti dagli Stati Uniti, quindi la transizione verso quelli di Classe Aukus progettati da Bae System e costruiti in parte in Australia in collaborazione con il Regno Unito. E, nell’immediato, ci sarà l’estensione della durata della vita operativa di dieci anni per i sottomarini di classe Collins come lo Hmas Farncomb. Una scelta, questa, che scatenò una dura reazione da parte della Francia per l’annullamento del contratto di fornitura per altri sottomarini con motore ibrido.
La minaccia cinese
All’Australia serve contrastare la politica espansionistica di Pechino nel Pacifico, con la sua flotta di navi militari e della milizia (anche pescherecci armati) sempre più lontani dalle acque territoriali e con velleità di controllo su diversi arcipelaghi. E non sono mancati episodi di grande pericolo, come quello accaduto il mese scorso: un velivolo militare cinese aveva lanciato dei razzi di segnalazione pericolosamente vicino a un aereo di sorveglianza P-8A Poseidon della Royal Australian Air Force (Raaf), mostrandosi aggressivo come impone la strategia di Pechino di rafforzare la propria presenza nel Mar Cinese Meridionale. Sebbene non ci siano stati feriti né danni, l’Australia e i suoi alleati e partner affermano che le mosse aggressive della Cina invitano a errori che potrebbero portare a uno scontro. Nel novembre 2023, un sommozzatore che stava liberando le eliche di una nave della Marina australiana era rimasto ferito quando un
Pechino rivendica il Mar Cinese Meridionale
Ciò perché la Cina rivendica la maggior parte del mare ricco di risorse come suo territorio, nonostante una sentenza del 2016 emessa da un tribunale internazionale mise nero su bianco che Pechino non aveva alcuna base giuridica per affermare la sua sovranità. Dunque il rafforzamento della flotta sottomarina australiana è divenuta una priorità e durante l’esposizione navale Indo-Pacific 2025, tenutasi a Sydney dal 4 al 6 novembre scorsi, è emerso che sarebbero in corso accordi per accelerare il programma Ssn-Aukus, soprattutto cercando di definire chi realizzerà i sistemi di combattimento della nuova flotta all’interno di un gruppo di aziende tra le quali l’inglese Bae Systems, l’americana General Dynamics Mission Systems, Raytheon Australia e l’europea Thales.
Il ruolo delle aziende e dei partner industriali
Sul piatto ci sarebbe un sistema di comando evoluto dallo An/Byg-1 della General Dynamics, ovvero quello già installato sui sei sottomarini australiani di classe Collins. Qualche settimana fa il presidente Donald Trump aveva confermato l’impegno Usa nel programma Aukus, seppure rivedendone i termini per aumentare gli investimenti destinati all’industria statunitense, poiché anche gli Stati Uniti sono motivati a garantire che la prossima generazione di sottomarini nucleari disponga delle migliori capacità, compresa quella di poter lanciare missili da crociera. E per questo sarebbero in azione già da tempo attori della Difesa come HII e Babcock creando nel 2024 una joint venture denominata H&B Defence nel giugno 2024.
Il contributo di Rolls-Royce
Nel frattempo, Rolls-Royce, l’unica azienda privata al mondo a produrre reattori nucleari per sottomarini, sta fornendo centrali elettriche Pwr3+ per le imbarcazioni Ssn-Aukus statunitensi e propone per la Marina australiana il medesimo prodotto ma migliorato con possibilità di maggiore flessibilità operativa e livelli di sicurezza più elevati. Ma che questo potrà essere fatto soltanto entro il mese di settembre del prossimo anno.
La Corea del Sud entra nel club atomico
Nel frattempo, la Corea del Sud ha ricevuto da Washington l’assenso per costruire il suo primo sottomarino a propulsione nucleare. Trump, in un post sul social Truth, ha aggiunto che tale unità sarà costruita nel cantiere navale coreano Hanwha Philly situato a Filadelfia (Usa). L’assenso non è necessario tanto per le armi, quanto per la possibilità di acquistare il combustibile per questo e per i futuri sottomarini nucleari. Vero è però che l’accordo è ancora da perfezionare e qualsiasi trasferimento tecnologico dovrà essere approvato dal Congresso degli Stati Uniti.