Palazzo occupato da CasaPound a Roma: “Noi non siamo come il Leoncavallo, ci difenderemo”
- Postato il 25 agosto 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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L’occupazione del palazzo di via Napoleone III, nel cuore di Roma, rappresenta uno dei simboli più controversi della storia recente italiana. Dal 27 dicembre 2003, quando militanti di CasaPound Italia decisero di entrare nell’edificio di sei piani appartenente all’Agenzia del Demanio, lo stabile è rimasto al centro del dibattito politico e giudiziario.
Nel 2020 la struttura è stata formalmente sequestrata, con la Corte dei Conti che ha stimato in 4,6 milioni di euro i mancati introiti per lo Stato, impossibilitato a metterlo a reddito a causa dell’occupazione. Nonostante ciò, lo stabile non è stato ancora sgomberato.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che da prefetto di Roma nel 2022 lo aveva inserito nella lista del Piano sgomberi, ha ribadito che “prima o poi arriverà anche il suo turno”, collocandolo attualmente al sesto posto tra le priorità.
Le rivendicazioni di CasaPound
Luca Marsella, portavoce del movimento, respinge i paragoni con lo sgombero del Leoncavallo di Milano e afferma che CasaPound è pronta a difendere il palazzo in caso di intervento delle forze dell’ordine: “Non è una dichiarazione di guerra, ma la nostra occupazione non è paragonabile”.
Secondo Marsella, l’azione dello Stato contro i centri sociali di sinistra sarebbe più morbida, con soluzioni alternative e persino investimenti pubblici, come nel caso del Porto Fluviale di Roma, oggetto di un progetto di rigenerazione urbana da 13,2 milioni di euro finanziato anche con fondi Pnrr. “Noi assistiamo a rotazione venti famiglie italiane, comprese persone che militano nel movimento, ma qui non si spende un euro”, ha dichiarato, rivendicando l’aspetto sociale dell’occupazione.
Condanne, sgomberi e la richiesta di regolarizzazione
Negli anni CasaPound ha affrontato numerosi procedimenti giudiziari. Nel 2023 dieci militanti, compreso il presidente Gianluca Iannone, sono stati condannati a due anni e due mesi per l’occupazione di via Napoleone III. A luglio scorso, Iannone e Marsella hanno ricevuto ulteriori condanne a un anno per scontri con la polizia avvenuti a Casal Bertone nel 2022.
Il movimento sottolinea come, a differenza di altri centri sociali, i suoi membri paghino regolarmente sul piano penale le conseguenze delle occupazioni. “Non vogliamo restare occupanti per sempre – spiega Marsella – chiediamo soltanto di essere messi in regola. Da qui però non ci muoveremo”.
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