Pamela Genini, pur di attaccare la destra usano la sua morte
- Postato il 17 ottobre 2025
- Politica
- Di Libero Quotidiano
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Pamela Genini, pur di attaccare la destra usano la sua morte
Pure i femminicidi sono colpa di Giorgia Meloni e del suo governo. Almeno secondo il Partito democratico, che ieri ha cercato in ogni modo di collegare la morte di Pamela Genini, uccisa dall’ex fidanzato, all’esecutivo di centrodestra. La scusa è un emendamento della Lega, approvato in Commissione Cultura alla Camera, che secondo la sinistra sarebbe oscurantista. «Sapete», ha attaccato la leader dem Elly Schlein, «cosa ha fatto la destra? Ha pensato bene di vietare l’educazione sessuale e affettiva alle scuole primarie e medie. È il contrario di quello che servirebbe fare, la repressione non basta se non c’è un lavoro di prevenzione a partire dalle scuole. Proprio ieri (mercoledì, ndr) c’è stato l’ennesimo brutale femminicidio, quello di Pamela Genini. La politica deve fare molto di più...». E così la fine di Pamela viene associata alle scelte del governo. Una cosa senza senso, ovviamente, al di là delle legittime critiche all’emendamento della Lega. Ai progressisti, però, questa cosa di usare Pamela per attaccare la maggioranza sembra essere piaciuta. E infatti lo hanno ripetuto in tanti. O meglio, in tante. Debora Serracchiani, deputata dem: «Pamela è morta, ammazzata a coltellate. Serve prevenzione, formazione, cultura. È un errore fatale di questo governo escludere dalle scuole l’educazione all’affettività».
Irene Manzi, responsabile nazionale Scuola del Partito democratico: «In un Paese ancora scosso dall’ennesimo femminicidio, la risposta politica del governo è quella di restringere ulteriormente gli spazi dedicati all’educazione all’affettività nelle scuole». Sara Ferrari, capogruppo del Pd nella commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio: «Nel giorno dell’ennesimo femminicidio, la Lega pensa bene di cancellare quei pochi percorsi di educazione sessuale esistenti nelle scuole medie». Michela Di Biase, deputata dem: «Nel giorno in cui un’altra donna, Pamela, è stata uccisa, questo governo ha scelto di togliere l’educazione sessuale dalle scuole». Si potrebbe continuare, ma il senso è chiaro. Anche se è tutto sbagliato. Intanto perché questo è il governo che ha introdotto il reato di femminicidio, dimostrando di essere molto sensibile all’argomento. Poi perché collegare una decisione della maggioranza a un femminicidio è chiaramente un’inutile forzatura.
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E infine anche perché, sull’emendamento incriminato, la sinistra fa un po’ la furba. Spiega il leghista Rossano Sasso: «Non vietiamo nulla dai 13 ai 18 anni, chiediamo che le famiglie siano informate su temi, competenze degli “esperti esterni” e materiale didattico da utilizzare. Vorremmo evitare quanto accaduto in passato: attivisti di estrema sinistra in classe che parlano a bimbi di 6 anni di fluidità sessuale, binarismo e transizione di genere, argomenti non adatti a quell’età».
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