“Papà Alessandro Gassmann ha rimesso le due enne nel cognome perché fiero delle nostre origini ebraiche. Ho colto la possibilità di recitare”: parla il figlio Leo

  • Postato il 31 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“La musica è arrivata prima della recitazione, ma poi mi è stata data anche quest’altra possibilità e l’ho colta”. Leo Gassmann, figlio degli attori Alessandro e Sabrina Knaflitz, non si tira indietro davanti alle sfide artistiche che si presentano sul suo percorso e le coglie sempre con entusiasmo. Non a caso poi ha vinto il Nastro d’Argento per l’interpretazione di Califano nel film di Rai1. “Mio padre mi aveva detto che stavo facendo una cosa rischiosa, era vero“, ha detto il “cantattore” a Il Messaggero.

Leo Gassmann ha vinto la sezione Nuove Proposte del Festival di Sanremo nel 2020 con la canzone “Vai bene così”. Nel febbraio 2023 ha partecipato per la seconda volta in gara tra Big con il brano “Terzo cuore”. Per ora all’orizzonte c’è tanto cinema. A novembre uscirà il film “Fuori la verità” di Davide Minnella. Poi la serie tv “L’invisibile” di Michele Soavi sulla cattura di Matteo Messina Denaro.

Ma prima ancora l’impegno teatrale con la madre Sabrina Knaflitz, in “Ubi Maior” in scena il primo agosto nell’Arena di Tor Bella Monaca a Roma con un testo di Franco Bertini per la regia di Enrico Maria Lamanna. Sul palco anche Barbara Begala e Matteo Taranto.

Il protagonista è Tito, ventenne prodigio della scherma: determinato, carismatico, insofferente verso qualsiasi tipo di scorciatoia. Nonostante il successo ottenuto, non ne è diventato schiavo, ma una chiamata improvvisa da casa lo catapulta in una situazione ben più pericolosa. È la sua famiglia a trovarsi in pericolo.

“L’idea è venuta a mia madre. – ha affermato – Una sera, a cena, mi dice: e se facessimo uno spettacolo insieme? Mi è sembrata una bella idea, anche se un po’ mi terrorizzava. Sono cresciuto in mezzo a gente di teatro ma non avevo mai recitato su un palco. E poi bisognava trovare qualcuno che scrivesse dei bei personaggi. Ne abbiamo parlato a Franco Bertini ed è venuta fuori una bellissima commedia”.

Il cognome ora è con due enne non a caso: “La mamma di Vittorio, cioè la mia bisnonna, decise di togliere una delle due enne a causa delle leggi razziali. Mio padre Alessandro ha voluto reintrodurla perché va molto fiero delle sue origini ebraiche”.

E ancora: “Aver avuto un nonno così importante permette di raccogliere così tanti ricordi di persone che l’hanno conosciuto, magari solo grazie ai suoi film. E poi, lo ritrovo tutti i giorni in mio padre. Non solo per l’aspetto artistico, ma anche per un certo tipo di educazione, un certo modo di stare al mondo, che si tramanda di padre in figlio”.

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