Papa Leone a Castel Gandolfo, l’ennesimo segnale di un ritorno alla tradizione

  • Postato il 7 luglio 2025
  • Di Panorama
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Se si dovesse riassumere con una frase l’inizio del pontificato di Papa Leone XIV, sarebbe certamente “ritorno alla tradizione”. Un ulteriore dimostrazione è arrivata ieri, quando Papa Prevost si è recato a Castel Gandolfo, dove, come da tradizione consolidatasi verso la metà del XVII secolo, trascorrerà qualche giorno di riposo estivo fino al 20 luglio presso Villa Barberini.

Papa Leone è arrivato nel comune laziale a bordo di una Lancia blu scortata dalla Gendarmeria Vaticana. Ad accoglierlo, una piccola folla di fedeli radunata dietro le transenne in piazza della Libertà, mentre un gruppo di suore missionarie e alcuni seminaristi del Pontificio Collegio Urbano lo salutavano con un applauso.

Il Pontefice, indossando la semplice veste bianca e senza zucchetto, ha sorriso e benedetto i presenti prima di varcare il portone del Palazzo Apostolico. Fonti vaticane precisano che Leone XIV ha scelto un soggiorno essenziale: niente cerimonie ufficiali, solo preghiera e qualche incontro riservato. Nella sua auto non c’erano cardinali, solo il segretario personale, monsignor Carlo Fontana.

Un ritorno alla tradizione, o se vogliamo alla “normalità”. Non bisogna infatti dimenticare che, in una delle sue innumerevoli rotture con il passato, Papa Francesco aveva eliminato anche la tradizionale “vacanza” presso il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Bergoglio, in linea con la sua scelta di estrema sobrietà “francescana”, non si era infatti mai recato nella residenza estiva papale, trasformandola anzi in un museo aperto al pubblico.

Ecco quindi arrivare l’ennesima “restaurazione” leonina, con Papa Leone XIV che trascorrerà circa due settimane nel luogo di villeggiatura dei Sommi pontefici, Papa Prevost risiederà, come detto, presso Villa Barberini, e non nel Palazzo diventato museo, per onorare la scelta fatta dal suo predecessore.

Un ritorno alla tradizione che d’altra parte era apparso già chiaro a partire dalla prima apparizione in mondovisione di Leone, il quale, a differenza di Francesco, dopo la sua elezione a Papa aveva deciso di presentarsi alla folla di Piazza San Pietro con tutto il vestiario previsto dal rituale, indossando sia la mozzetta rossa che la stola con ricami dorati, entrambi eliminati da Francesco. Senza dimenticare il crocifisso d’orato, al contrario di quello di argento indossato nella prima apparizione di Bergoglio.

Indumenti a parte, anche nelle celebrazioni liturgiche si nota il contrasto con il predecessore. A partire da un utilizzo più frequente del latino, oltre che del canto, per arrivare infine all’apertura alla revisione del “Traditionis Custodes”, il motu proprio di Francesco che aveva severamente limitato la Messa in latino.

Ultima rottura, ma non certo per importanza, è il ruolo che Papa Leone sembra voler ridare alla Segreteria di Stato dopo gli anni di “centralismo” del pontificato di Francesco. Prevost ha infatti confermato tutti i capi dicastero finché non si decida diversamente, affermando: «Il Papa da solo non può andare avanti», un chiaro segnale di un ritorno al conciliarismo, in netto contrasto con il pontificato di Papa Francesco.

Autore
Panorama

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