Papa Leone XIV, chi è: pace e rerum novarum la bussola del nuovo Pontefice
- Postato il 9 maggio 2025
- Politica
- Di Blitz
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Papa Leone XIV, chi è? In cuor loro i 150 mila fedeli che gremivano ieri pomeriggio piazza San Pietro avevano una grande speranza: quella di sentir dire dal nuovo Papa la parola pace.
Robert Francis Prevost, un americano di 69 anni, li ha accontentati subito. “La pace sia con voi”, ha esclamato e nei pochi minuti di “discorso alla gente del mondo”, ha nominato per nove volte questo sostantivo tanto agognato.
La folla lo ha applaudito, ha scandito più volte il nome che ha scelto: Leone XIV. Non a caso: perchè Leone XIII fu il pontefice delle rerum novarum, cioè una enciclica che voleva riconciliare la cristianità con la modernità.
“Un Leone per la pace”, titola stamane “Il Fatto quotidiano” e di questa pace l’intero universo, da Occidente ad Oriente, ha un gran bisogno.
Ci sono tante guerre che sconvolgono la tranquillità degli uomini: in Ucraina, in Russia, in Medio Oriente, ora anche fra Pakistan e India, due potenze che posseggono la bomba atomica.
Ecco la ragione per cui la folla che aspettava e guardava incessantemente il comignolo della Cappella Sistina, aveva in sè quella speranza di ascoltare dal vicario di Cristo quel sostantivo che potesse dar loro la serenità di cui tutti abbiamo bisogno.
Il Papa dopo Francesco

E chi potrebbe essere, se non il successore, di Pietro (e di Bergoglio) l’uomo in grado di fermare il delirio che sta invadendo la terra? Lui, il Santo Padre, in grado di parlare con i potenti e farli ragionare, traguardo assai difficile, ma non impossibile? Chi se non lui, il primo americano ad indossare il vestito completamente bianco, che intercede con i “grandi del pianeta” e tenta di persuaderli, alla ricerca di una pace disarmata e disarmante?
Sono questi i due termini che Leone XIV ha adoperato in vista del suo operato. Un uomo commosso, che ingoiava continuamente per evitare le lacrime; che parlava un italiano perfetto che nessuno ha potuto correggere.
Un americano a Roma
Al contrario di Francesco, un gesuita, Robert (ci scuserà se ci permettiano di chiamarlo per nome) è un agostiniano, fede e ragione il loro motto. “La morte non è niente”, predicava Sant’Agostino. “Sono soltanto passato dall’altra parte: è come se fossi nascosto nella stanza accanto”.
Con lui, con il grande filosofo, ecco Santa Caterina da Siena, San Nicola da Tolentino, San Tommaso da Villanova.
Prevost sarà un nuovo Bergoglio? E’ l’interrogativo che molti si pongono. Nella forma assolutamente no: ha indossato ieri la mozzetta rossa e la stola.
Nella sostanza probabilmente si. “Non sarà per una chiesa eurocentrica”, sostengono alcuni. “Vorrà parlare al mondo perchè è il mondo stesso che vuol parlare con lui”.
Questo non vuol significare che lascerà da parte la tradizione. Però i problemi che dovrà affrontare sono giganteschi, non potrà limitarsi. La terra è scossa da guerre che sembrano non aver mai fine. Alla fine del secondo conflitto mondiale, la speranza era che non ci fossero più scontri così violenti, che le bombe e i bombardamenti diventassero solo un brutto ricordo.
Purtroppo non è così, si vuole solo vincere e spadroneggiare. Ecco lo scenario che avrà dinanzi da oggi il nuovo pontefice: un impegno difficile a cui dovranno partecipare anche coloro che vogliono e predicano solo la pace.
Un americano, dunque, nato a Chicago, che conosce assai bene Donald Trump con cui non ha un buon feeling. Stima e simpatia non sono termini che li accomunano. “Sono estremamente felice che sia diventato il nuovo capo della Chiesa Cattolica”, si affretta a dire il presidente degli Stati Uniti. “Spero di poterlo incontrare presto”.
Parole di circostanza assai lontane dalla realtà. Sui problemi dell’emigrazione la pensano in modo diametralmente opposto. Caratterialmente, uno è a Est, l’altro a Ovest. Ecco perchè non sarà facile per Leone XIV conciliare il suo credo con quello del numero uno della Casa Bianca.
“E’ un eccellente matematico”, ritiene chi lo conosce bene. “E come tutti gli uomini che padroneggiano questa materia saprà come districarsi e magari risolvere le tante asperità che ci affliggono”, aggiungono.
I suoi elettori, i 133 cardinali che hanno voluto far di lui l’erede di Francesco, nello sceglierlo avranno pensato che occorreva servirsi del compromesso che non significa subalternità.
Mettere insieme due mondi non è una impresa da poco, ma papa Prevost nel suo intervento dalla Basilica di San Pietro ha parlato non a caso di ponti. Opere che una volta costruite potranno essere utili per unire e raggiungere la pace che tutti vogliamo.
Si dice anche che il Santo Padre sia un patito del tennis. Domani agli internazionali di Roma esordirà Jannik Sinner, il numero uno del mondo, italiano di nascita. Il pontefice non potrà certamente andare al Foro Italico, ma un quarto d’ora alla tv potrà passarlo. Amen.
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