Paracetamolo e gravidanza: l'allarme della Casa Bianca smentito dalla scienza
- Postato il 24 settembre 2025
- Di Il Foglio
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Paracetamolo e gravidanza: l'allarme della Casa Bianca smentito dalla scienza
Il recente allarme lanciato dalla Casa Bianca sul possibile legame tra uso del paracetamolo in gravidanza e aumento del rischio di disturbi del neurosviluppo nei bambini – in particolare autismo e Adhd – ha sollevato un’ondata di preoccupazione non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa. In una dichiarazione ufficiale, l’Amministrazione Trump ha citato una serie di studi osservazionali e revisioni epidemiologiche per annunciare future linee guida restrittive sull’uso dell’acetaminofene (il paracetamolo americano) durante la gravidanza, in particolare nelle fasi più avanzate della gestazione.
Tuttavia, dietro questa iniziativa, più mediatica che scientifica, emergono tutte le criticità di un approccio che rischia di scavalcare la prudenza metodologica della ricerca. Studi come il Nurses’ Health Study II o il Boston Birth Cohort evidenziano solo associazioni statistiche, non causalità. A dirlo non è solo la comunità scientifica internazionale, ma lo stesso ente regolatorio statunitense, la Fda, che pur avviando una revisione dell’etichettatura e informando i medici su possibili rischi, sottolinea che le evidenze attuali non bastano per trarre conclusioni definitive. Ben più solide e rassicuranti le posizioni dell’Ema e dell’Mhra, che rappresentano il riferimento regolatorio per milioni di cittadini europei e britannici. Entrambe confermano l’assenza di prove che indichino un aumento di rischio di autismo o altri disturbi neurologici legati all’uso del paracetamolo in gravidanza. Al contrario, ribadiscono che il farmaco, se usato secondo le indicazioni (alla dose efficace più bassa, per il tempo più breve possibile), resta la scelta preferibile per trattare febbre e dolore durante la gestazione.
È in questo scenario che la politicizzazione della scienza si rivela pericolosa. Alimentare allarmi su base di dati ancora controversi rischia di spingere le donne a evitare un farmaco sicuro, esponendole invece ai rischi legati a febbre o dolore non trattati, ben documentati come dannosi per il feto. La salute pubblica si tutela con equilibrio, non con proclami. E la fiducia si costruisce con trasparenza, non con scorciatoie ideologiche.