Paralizzata dopo il vaccino contro il Covid: indennizzo riconosciuto dal Tribunale di Asti
- Postato il 15 ottobre 2025
- Di Panorama
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C’è una donna di Alba, 52 anni, che non cammina più. Aveva una tabaccheria e una vita normale, fino all’aprile del 2021 quando ha fatto quello che le chiedevano di fare e si è vaccinata contro il Covid. Due dosi di Comirnaty, prodotto da Pfizer e BioNTech, e una settimana dopo iniziano i primi disturbi neurologici che la fanno ricoverare in ospedale. La situazione precipita rapidamente e a febbraio 2022 arriva la diagnosi di mielite infiammatoria trasversa. Il risultato è che prima della vaccinazione camminava, pochi mesi dopo non più.
Una patologia rara e invalidante
La mielite trasversa è una sindrome neurologica rara che colpisce la spina dorsale e danneggia il sistema nervoso con conseguenti disturbi motori e sensoriali: midollo spinale e il resto del corpo non comunicano più tra loro. Si inizia a percepire improvviso dolore alla schiena, tensione e formicolio nella zona interessata e si arriva alla rigidità della colonna vertebrale fino al caso più grave, la paralisi.
Non si conoscono con sicurezza le cause, ma è opinione medica comune che il sistema immunitario attacchi per errore il midollo spinale: è cioè considerata una patologia autoimmune. Nel caso della donna di Alba, era già stata riscontrata una malattia autoimmune. Fatto sta che dopo due dosi del vaccino anti Covid, sono rapidamente comparsi quei gravi sintomi neurologici che le hanno cambiato per sempre la vita.
Nesso causale tra somministrazione e mielite
La donna presenta richiesta di indennizzo al Ministero della Salute che però la respinge in sede amministrativa. A quel punto si rivolge alla magistratura che emana una sentenza storica. Il 26 settembre 2024 il Tribunale civile di Asti riconosce circa tremila euro al mese di indennizzo, perché “sì, è stato il vaccino”. O meglio, riconosce il nesso causale tra la somministrazione del vaccino e l’insorgere della mielite: con la cautela della magistratura, è probabile che sia stato il vaccino a causare la paralisi. Non entra quindi in gioco una malattia autoimmune preesistente, tant’è che i consulenti tecnici nominati dal giudice, Agostino Maiello e Stefano Zacà, hanno escluso questa possibilità: analizzando la documentazione clinica e la vicinanza temporale tra le dosi e i sintomi, hanno accusato il ciclo vaccinale.
A supporto della loro valutazione, citano la lettera di dimissioni del primo ricovero del 2022, dove il medico annota che «non è escludibile un ruolo scatenante vaccinico».
La sentenza trova riscontro anche nei numeri del database dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco. Nel 2022, dopo la campagna vaccinale di massa, sono stati registrati 593 casi di mielite trasversa, una frequenza di casi degna di nota.
Il percorso giudiziario continua
Non è però detta l’ultima parola. Si tratta di una sentenza di primo grado, quindi può essere impugnata in appello e il percorso giudiziario potrebbe continuare. È però un precedente importante per quanto riguarda le esistenti controversie legate agli effetti avversi dei vaccini anti Covid.
L’indennizzo intanto c’è e si basa su una legge che riconosce una misura assistenziale a chi ha riportato danni per le vaccinazioni obbligatorie. Non è però un risarcimento in grado di riparare il danno subito e di ripristinare la situazione precedente. Non si può tornare indietro e la donna di Alba non camminerà più.