Parigi frena sulle pensioni: Lecornu cede ai socialisti e congela la riforma

  • Postato il 14 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Era nell’aria il dietrofront sulla riforma delle pensioni visto che il Partito socialista aveva annunciato una mozione di censura stasera, qualora Sébastien Lecornu avesse deciso di andare avanti con la riforma. Poco prima del discorso del premier all’Assemblea nazionale, i socialisti avevano comunicato le loro richieste: «Sospensione immediata e completa della riforma delle pensioni», «deroga all’articolo 49.3» per permettere il voto sulle misure di giustizia fiscale e «l’allentamento della traiettoria finanziaria».

Con il Ps, decisivo per la tenuta del governo, già quindi pronto a voltargli le spalle, Lecornu ha aggirato l’ostacolo, annunciando: «Proporrò al Parlamento fin dall’autunno, che sia sospesa la riforma del 2023 fino alle elezioni presidenziali, non ci sarà nessun aumento dell’età pensionabile da ora fino a gennaio 2028, come ha ulteriormente chiesto ieri il sindacato Cfdt». E ha precisato che la sospensione coinvolgerà anche l’aumento dei contributi necessari per una pensione a tasso pieno. Ha però avvertito che la riforma delle pensioni «sarà al centro del dibattito della prossima campagna elettorale presidenziale».

La riforma messa in standby prevede l’aumento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni. Lecornu, sempre a tal proposito, ha sottolineato che la sospensione costerà 400 milioni nel 2026 e 1,8 miliardi nel 2027. Dunque «dovrà essere compensata da risparmi. Non potrà avvenire a prezzo di un deficit maggiore» che peraltro deve essere «inferiore al 5%» nel budget 2026.

Nessuna «crisi di regime»

Oggi pomeriggio il primo ministro, nel suo discorso di politica generale all’Assemblea nazionale, ha subito puntato il dito contro Rassemblement National e France Insoumise, sostenendo che «alcuni vorrebbero che la situazione si trasformasse in una crisi di regime, ma ciò non accadrà». 

Ha poi specificato: «Ho accettato la missione affidatami dal Presidente della Repubblica, perché la Francia deve avere un bilancio, perché ci sono misure d’urgenza da adottare senza indugio. È un dovere. Lo porterò a termine a determinate condizioni che derivano chiaramente dalla composizione di questa assemblea». Ha però continuato a lanciare avvertimenti, dichiarando: «Viviamo e continueremo a vivere in un’epoca di crisi: o le sopportiamo, o le usiamo, o cambiamo, o saremo cambiati. Ecco cosa significa liberarsene. Chi non cambia, chi si aggrappa a vecchi riflessi e atteggiamenti, scomparirà».

Lecornu ha chiarito che non ricorrerà all’articolo 49.3 della Costituzione francese che consente di votare il bilancio e leggi inerenti allo Stato sociale senza il voto parlamentare.  E riguardo al bilancio,ha riferito di aver proposto al presidente francese Emmanuel Macron «un governo che, entro tre mesi, consegni alla Francia un bilancio serio e affidabile, utile e positivo per il popolo francese».

Reazioni

Prima del suo discorso, era già stato comunicato che giovedì mattina saranno votate le due mozioni di sfiducia presentate da Rassemblement National e da France Insoumise. Il Partito comunista francese, dopo la sospensione della riforma, ha cantato «vittoria», mentre i Verdi hanno reso noto che sosterranno la mozione di sfiducia. Manuel Bompard, di France insoumise, ha commentato che la decisione di Lecornu non è altro che «una tattica per ritardare». E Jordan Bardella di Rassemblement National ha scritto sui social: «All’Assemblea nazionale, dai Repubblicani al Partito socialista, è la cerchia amica dei salvatori di Emmanuel Macron a prendere la parola a turno sul podio».

Autore
Panorama

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