Passante sfregia un SUV per invidia, ma il finale è a sorpresa

  • Postato il 1 settembre 2025
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  • Di Virgilio.it
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Quanto può fare male l’invidia? Male, oltre i confini della legalità. A Quartu Sant’Elena (Sardegna), in via Fermi, un operaio di 64 anni, di Sinnai, si è fermato davanti a un SUV di lusso parcheggiato lungo la strada e, senza che nessuno capisse il motivo, ha deciso che doveva pagare. Non la proprietaria – un’imprenditrice di Villasimius mai vista né conosciuta – ma il veicolo, troppo vistoso per passare inosservato, almeno dal suo punto di vista, quasi un affronto nei confronti di chi fatica a sbarcare il lunario, e così in quel momento ha perso le staffe, ignaro di avere gli occhi puntati addosso.

Forse dietro quel gesto c’erano anni di stipendi sempre uguali, bollette pagate contando le monete, rabbie covate davanti a macchine sempre imponenti e luccicanti parcheggiate sotto casa. Una somma di piccole frustrazioni mai esplose, finché quella sera la valvola ha ceduto, anche se non esiste, ovviamente, contesto capace di trasformare quella rabbia in scusa.

Carabinieri e testimoni ricostruiscono la sequenza

Un gesto secco con la chiave, prima in tasca poi in mano, e la vernice salta via in un colpo solo lungo l’intera fiancata. Invidia pura a guidare la mano e se la storia si fosse fermata lì il giorno dopo avremmo avuto la solita scena: la proprietaria davanti al danno e il meccanico pronto a presentare il conto, qualche imprecazione a denti stretti e sarebbe finita lì. Ma il copione, quella sera, ha assunto un’altra piega, perché dal SUV è sceso di colpo il figlio della donna, che ha immobilizzato l’aggressore in attesa dell’arrivo dei Carabinieri.

Gli agenti sono accorsi sul posto in una manciata di minuti e hanno ascoltato i testimoni, senza trovare ombre di vecchi rancori, tracce di liti passate o conti rimasti aperti tra l’uomo e la proprietaria del veicolo. Solo un uomo, forse spinto da un corto circuito difficile da spiegare, aveva deciso di sfogarsi su quell’auto parcheggiata sotto casa di altri. Mentre i carabinieri prendevano appunti, i presenti raccontavano una scena surreale: la strada calma, l’uomo si avvicina con passo tranquillo, la chiave affonda nella vernice con un rumore secco e fastidioso, il ragazzo scende all’improvviso e lo blocca in un attimo, le sirene si avvicinano, i vicini si affacciano ai balconi. Poi il silenzio torna, resta solo il graffio lungo la fiancata e parte la denuncia.

Dal graffio alla denuncia

La piccola, grottesca vicenda parla di qualcosa di più grande, di un’invidia quotidiana e silenziosa crescente sottopelle e a volte esplode con un gesto tanto improvviso quanto inspiegabile, simbolo della distanza tra chi guarda e chi possiede, tra classi sociali opposte.

Rimane impressa l’immagine del SUV fermo con la fiancata segnata, il ragazzo sceso in un attimo a fermare tutto, l’uomo costretto ora a spiegare a un giudice cosa gli sia passato per la testa. Quel graffio, più della denuncia, diventa il segno di una frattura oltre la carrozzeria, una crepa capace di attraversare il Paese e di venire a galla con poco, a volte con pochissimo.

Autore
Virgilio.it

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