Paura per la bomba atomica? Nessuno ci crede, ma tutti sognano Ferrari

  • Postato il 3 agosto 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Stanno scherzando con il fuoco, anzi con la bomba atomica. Donald Trump si sente minacciato dal Cremlino e manda due sottomarini nucleari nel mare dinanzi alla Russia.

È una risposta all’ex primo ministro Dimitri Medvedev che aveva messo in guardia gli Stati Uniti dalle capacità nascoste del suo Paese.

Putin va ancora più in là: ascolta le parole del presidente americano e lancia una terribile minaccia: metterà missili ipersonici in Bielorussia (uno stato satellite della vecchia URSS) pronti a colpire qualsiasi città  europea.

Capite in che mani stiamo? Ormai l’Europa non può più stare tranquilla perché Mosca e Washington giocano a fare la guerra. Solo una dimostrazione di forza o la protervia di non aver paura di chi continua a mandare ultimatum?

I due (ex?) amici agitano la bomba atomica

Paura per la bomba atomica? Nessuno ci crede, ma tutti sognano Ferrari, nella foto Putin e Trump
Paura per la bomba atomica? Nessuno ci crede, ma tutti sognano Ferrari (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Può anche essere, conoscendo bene chi siano i due ex amici. Però, non si può continuare a far tremare il mondo con atteggiamenti che seminano solo terrore.

Siamo, dunque, alla mercé dei due grandi?

Non si deve essere catastrofici, non si deve pensare al peggio, cioè ad un terzo conflitto mondiale. Certo è che tutti i paesi della terra, nessuno escluso, dovrebbero far sentire la loro voce e dire a questi due personaggi che dominano l’universo che non è più il caso di usare espressioni che poi potrebbero degenerare.

Roma, Parigi, Londra, Madrid sono in allarme per la bomba? Forse pronunciare questo sostantivo è troppo, ma la prudenza non è mai troppa quando ci si trova dinanzi a individui che credono di essere dei super uomini.

Che cosa fare? In primo luogo, l’Europa deve smetterla di litigare e di non essere una “sola unica nazione”. Il tempo delle divisioni è finito, bisogna cominciare davvero a come pensare a difendersi, perché se ognuno pensa per sè e basta è facile comprendere che siamo soltanto un boccone se qualcuno avesse in animo di colpirci. Specialmente con la bomba atomica.

Europa poco unita

Come siamo riusciti a trovare una moneta unica, così dobbiamo prepararci a fare blocco e dimostrare che il vecchio continente non è una pecora paurosa che si lascia mangiare dal lupo cattivo.

In che modo, ecco l’interrogativo? Creando un esercito che non abbia colore e sia solo un grande gruppo di uomini che difendono i propri confini. E poi smetterla (finalmente) di creare due opposte fazioni che non fanno altro che litigare.

Se l’attuale assetto politico europeo non va bene si discutano serenamente  i problemi e si trovi un accordo in grado di non traballare un giorno si e l’altro pure.

In questo modo, forse, Russia e Stati Uniti capiranno che l’Europa non deve essere un miraggio per nessuno dei due.

A dividersi il mondo ci ha già pensato l’incontro di Yalta alla fine della seconda guerra mondiale. Uno a me, l’altro a te.

I tempi non sono gli stessi e anche il futuro deve essere diverso. L’Ucraina, la Palestina, le guerre debbono smetterla di minacciare il mondo.

Non si può morire per poter avere un pezzo di pane da portare ai propri figli; ugualmente, a Tel Aviv non si può vivere quarantotto ore su quarantotto sotto la minaccia dei bombardamenti che lanciano dal cielo ogni genere di esplosivo.

L’esempio dovrebbe essere d’insegnamento per tutti: per l’Europa e, naturalmente, per l’Italia, maestra nel trovare argomenti sui quali dividersi. Ieri il paese ha voluto ricordare la strage alla stazione di Bologna che provocò 85 morti.

Sergio Mattarella ha parlato inequivocabilmente di “un attentato neo fascista”. Giorgia Meloni di una “ricerca della giustizia”. Apriti cielo: una dichiarazione ambigua che vuole negare la realtà.

“Alla premier basterebbe leggere le carte per convincersi”, dice nervosamente la Schlein. Tutta la sinistra si indigna: così una cerimonia che avrebbe dovuto essere solo un giusto ricordo per quelle vittime innocenti si è tramutata nell’ennesimo litigio politico che non porta da nessuna parte.

La realtà è che ci sono le elezioni regionali in autunno: una consultazione che potrebbe avere conseguenze di non poco conto. Il consolidarsi del governo Meloni o una sconfitta che significherebbe un campanello d’allarme per l’esecutivo.

È chiaro che se questa è la situazione si vada alla ricerca continua di episodi che possano mettere all’angolo l’avversario. In Campania c’è una grande confusione perché l’ex presidente della Camera non è poi sicuro di essere il solo candidato per il centro sinistra; in Calabria il governatore Roberto Occhiuto, indagato dalla magistratura, si è polemicamente dimesso per presentarsi di nuovo agli elettori. “Non ci si può inginocchiare ai giudici”, sostiene con forza.

LNelle Marche, dopo il caso di Matteo Ricci (all’apparenza risolto) eccone spuntare uno nuovo che ha per protagonista un altro consigliere, Renato Minardi. Le tegole per la Schlein non finiscono mai. Elly  non sa più a che santo votarsi. “Il Pd deglutisce tutte le umiliazioni di Giuseppe Conte”, scrive in un editoriale Il Corriere della Sera.

Colpa del campo largo che la segretaria di via del Nazareno continua ad inseguire, certa che, se questa alleanza durerà, la destra sarà inevitabilmente battuta. Ne è sicura e non bisogna criticarla per questo.

Critiche che, invece, debbono essere rivolte alla Ferrari, che oggi in Ungheria avrà Charles Leclerc in pole position.

Il tanto agognato Lewis Hamilton è lontano dalle prime posizioni, una consuetudine ormai. “Forse la Ferrari  mesi fa doveva trovarsi un altro pilota”, confessa sinceramente. Be’, se questa convinzione l’avesse sussurrata anzitempo agli orecchi dei dirigenti della Rossa  oggi la Formula uno italiana potrebbe avere in prima fila un’altra persona in grado di dare nuove soddisfazioni ai tantissimi tifosi dell’automobilismo.

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Autore
Blitz

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