Pensione anticipata a 64 anni? Cgil: “Un miraggio per chi ha salari medi e carriere precarie”

  • Postato il 18 settembre 2025
  • Economia
  • Di Agi.it
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Pensione anticipata a 64 anni? Cgil: “Un miraggio per chi ha salari medi e carriere precarie”

AGI - La Cgil boccia la nuova proposta del governo di usare il Tfr come rendita integrativa per consentire il pensionamento a 64 anni. Irrealizzabile per chi ha avuto redditi bassi durante la propria vita lavorativa, o carriere discontinue o precarie. 

"Il Governo, da quando é in carica, ha fatto crescere di oltre 500 euro l'importo soglia per il pensionamento anticipato nel sistema contributivo, rendendolo un miraggio. Prima crea il problema, e poi prova a spacciare per soluzione un rimedio inefficace". Lo afferma la segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione.

Precarietà e salari bassi sono un vero ostacolo per l'uscita

"Il vero nodo - sostiene - é quello della precarietà e dei salari: fissare una soglia così alta significa rendere impossibile l'uscita a 64 anni alla stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori italiani. Basterebbe fare i calcoli: con retribuzioni medie o basse la soglia non é raggiungibile nemmeno dopo 40 anni di contributi e con l'utilizzo del Tfr".

L'Ufficio previdenza della Cgil nazionale ha elaborato un'analisi sulla proposta del Governo di utilizzare il TFR per consentire l'uscita a 64 anni, "uscita che - come ricorda Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Confederazione - era stata prevista dalla legge Fornero".

"I dati parlano chiaro: da quando é in carica questo Governo - spiega il dirigente sindacale - l'importo soglia é cresciuto a dismisura: nel 2025 la soglia é di 1.616,07 euro (+306,65 euro rispetto al 2022, +23%) e nel 2030 arriverà a 1.811,78 euro (+502,36 euro rispetto al 2022, +38%). Solo questo incremento richiede un montante contributivo aggiuntivo di oltre 128.000 euro: un traguardo irraggiungibile per chi ha carriere discontinue e salari medi o bassi, che richiederebbe una retribuzione aggiuntiva di 388.953 euro al 2030". Anche l'utilizzo del TFR da sommare al montante contributivo maturato di fronte a questi numeri per la Cgil sarebbe appunto "inefficace", come le nostre simulazioni dimostrano chiaramente. 

 "La maggioranza dei lavoratori - dichiara Cigna - non riesce a raggiungere la soglia: con 8.000 euro annui di retribuzione, dopo 40 anni la pensione stimata é di appena 505 euro al mese; con 20.000 euro si arriva a 1.263 euro; solo chi ha redditi elevati supera i requisiti, mentre chi lavora tutta la vita con salari medi resta comunque sotto le soglie. Persino con la retribuzione media del settore privato, pari a 23.700 euro annui, dopo 40 anni la pensione stimata é di 1.496 euro, ben al di sotto della soglia prevista per il 2030".

Lara Ghiglione ribadisce che "il TFR é salario differito, parte integrante della retribuzione: utilizzarlo in questo modo significa intaccare diritti certi senza risolvere nulla. Il Governo aveva promesso il superamento della legge Fornero - conclude la segretaria confederale della Cgil - ma nei fatti non solo ha azzerato la flessibilità in uscita, ha addirittura aggravato una legge che continua a evocare solo negli slogan. Anziché eliminare soglie impossibili le ha alzate, e adesso vorrebbe trovare soluzioni. Noi continueremo a batterci per una vera riforma previdenziale che assicuri equità, giustizia sociale e una pensione dignitosa per tutte e tutti, costruendo una pensione di garanzia per i più giovani".

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Autore
Agi.it

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