Pensioni, cambiano le regole per il 2026 e 2027: chi può esultare e chi dovrà aspettare anni per l’assegno
- Postato il 31 maggio 2025
- Economia
- Di Blitz
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I prossimi hanno potrebbero portare un grande cambiamento per i futuri pensionati, che avranno nuovi limiti e regole da seguire.
Si parla sempre più spesso di pensioni, aumenti, ritardi e cambiamenti vari che il Governo sta discutendo approfonditamente in questi ultimi periodi. Si prospetta un lento ma costante cambiamento che dovrebbe, almeno in teoria, giovare a tutti i pensionati, sia per quelli attuali che per quelli futuri.
È in questo clima di rinnovamento che si discute delle nuove regole che andranno a modificare l’accesso alle pensioni dal 2026 e 2027. Il quadro non è ancora definitivo, i confronti ministeriali sono ancora aperti, ma le prime anticipazioni fanno già discutere, non sempre in maniera positiva.
Tutte le novità sulle future pensioni
Uno dei possibili cambiamenti che sono attualmente in discussione e che fa già parecchio parlare è quello che riguarda l’aumento dell’età pensionabile. Si tratta di un’idea nata da alcuni dati Istat, che presi singolarmente sono peraltro positivi, se messi sotto la giusta ottica di analisi.

Stando all’Istat, infatti, l’aspettativa di vita italiana è aumentata e continua a salire, per la prima volta dopo il calo dovuto alla pandemia. Una notizia più che positiva, quindi, si vive più a lungo e forse meglio di prima, motivo per cui il governo pare deciso a seguire una linea precisa
Il dato chiave è un aumento di ben 3 mesi sulla vita media, che potrebbe tradursi quindi in un incremento dell’età pensionabile già dal 2027. Se il governo non deciderà diversamente e continuerà su questa idea, i pensionamenti per vecchiaia potrebbero salire a 67 anni e 3 mesi.
Questo aumento, sorprendentemente, potrebbe toccare anche le pensioni anticipate che sono però tradizionalmente scollegate dall’età anagrafica, andando quindi a cambiare drasticamente il futuro di molti italiani. In buona sostanza, si vive di più, indubbiamente, ma secondo il governo il tempo guadagnato deve essere speso lavorando ancora di più.
Questo cambiamento esclude fortunatamente il 2026, per cui tutto resta come attualmente è, nessuna modifica in programma alle pensioni di vecchiaia o anticipate. I pensionamenti per vecchiaia restano quindi a 67 anni per tutti i lavoratori italiani con almeno 20 di contributi accumulati nel tempo.
Anche le pensioni anticipate restano immutate per uomini e donne, rispettivamente a 42 anni e 10 mesi e a 41 e 10 mesi. Ma le vere sorprese dei prossimi anni potrebbero arrivare su un altro fronte, forse più importante, ovvero quello della flessibilità in uscita.
Qui il governo starebbe valutando soluzioni innovative, che andrebbero parecchio a influire, una su tutte il pensionamento a 62 anni con calcolo interamente contributivo. In poche parole, la possibilità per i lavoratori di lasciare il lavoro prima del tempo, accettando però una pensione più bassa rispetto a chi resta in servizio.
Innovazione ma non rivoluzione, piuttosto un adeguamento alla logica del sistema contributivo, che già da tempo viene applicato in molti altri paesi europei. Chi ha versato di più e resta più a lungo, riceve un trattamento più ricco, chi preferisce smettere prima, lo fa consapevole della penalizzazione economica.
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