“Pensioni? Colpa dei tecnici. Mai pensato di alzare l’età”, dice Durigon, mentre la manovra approda in Senato
- Postato il 22 dicembre 2025
- Di Il Foglio
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“Pensioni? Colpa dei tecnici. Mai pensato di alzare l’età”, dice Durigon, mentre la manovra approda in Senato
Mentre la manovra è pronta ad approdare in Senato dopo il via libera della Commissione Bilancio, Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e vicesegretario della Lega, in un’intervista rilasciata al Giornale sostiene che le polemiche di questi giorni sulle pensioni sono il frutto di letture distorte e di timori infondati. Durigon quale respinge l’idea che il governo abbia mai pensato di alzare l’età pensionabile. "La linea nella Lega è sempre stata la stessa, nessuno nella maggioranza ha mai pensato di aumentare l’età della pensione", chiarisce Durigon, attribuendo il “rumore” delle ultime settimane esclusivamente a questioni tecniche. "Si è parlato esclusivamente di clausole di salvaguardia, che vengono inserite sempre dalla Ragioneria generale", spiega, ricordando che si tratta di strumenti previsti dai regolamenti europei e attivabili solo "nell’eventualità remota che manchino i soldi per coprire le pensioni". Secondo il sottosegretario, la norma contestata è peraltro proiettata molto in avanti nel tempo: "È una norma già usata in passato, proiettata in un periodo molto lontano, il 2035". Un meccanismo, sottolinea, che non ha nulla di straordinario: "Una volta come clausola di salvaguardia si mise addirittura l’Iva, ricorda? E nessuno disse nulla".
Durigon rivendica i risultati del governo Meloni anche sul piano della credibilità internazionale e dei conti pubblici. "I conti pubblici ormai sono in ordine, lo spread non è mai stato così basso", afferma, sostenendo che in tre anni l’esecutivo abbia "cambiato la visione che il mondo aveva di questo paese". Da qui l’invito anche ai tecnici del Tesoro a osare di più: "Anche i tecnici devono lanciare il cuore oltre l’ostacolo. È un momento storico per noi e dobbiamo capirlo tutti".
Sul fronte delle pensioni e dei salari, il vice di Salvini respinge le accuse del Partito democratico: "A questi fantasiosi pensieri della sinistra rispondo che queste sono le regole europee che loro stessi hanno messo perché ne fanno parte". E rivendica l’intervento sugli stipendi: "Abbiamo inciso sui salari spostando da 28mila a 33mila euro l’aliquota agevolata al 5% sulla tassazione degli incrementi contrattuali".
Tra le misure simbolo della manovra, il sottosegretario indica anche la rottamazione delle cartelle esattoriali, definita una scelta di buon senso: "In un paese normale è giusto allungare il pagamento delle rate e dare a tutti la possibilità di poter rientrare". L’obiettivo, aggiunge, è ricostruire un rapporto più equilibrato tra cittadini e fisco: "Vogliamo che il rapporto degli italiani con il fisco diventi sempre più proficuo e sempre meno da sudditi".
Infine, con una battuta, liquida le critiche di chi parla di sanatoria e guarda già alle prossime elezioni. Alla suggestione lanciata dall’ex numero uno di Equitalia Ernesto Maria Ruffini, Durigon risponde ridendo: "Sarebbe come mettere Dracula all’Avis".
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