“Penso che i genitori debbano essere genitori e non amici dei propri figli. Un ragazzo sotto i 18 anni non dovrebbe stare in giro a notte fonda, controllerei chi frequenta…”: parla Alessandro Gassmann
- Postato il 5 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Sono molto interessato ai giovani, forse è successo da quando sono diventato padre. Assistiamo a un degrado evidente, penso che chi, come me, fa un mestiere sotto gli occhi di tutti e ha la fortuna di essere guardato e apprezzato, debba sottolineare ciò che ritiene sia sbagliato. È importante che un personaggio pubblico esprima il proprio pensiero, con educazione, senza insultare nessuno”, ha spiegato Alessandro Gassmann a La Stampa. I giovani li guarda da vicino, in famiglia come padre, li racconta sul grande schermo, il suo ultimo film Mani Nude si svolge nell’ambiente dei combattimenti clandestini estremi con lottatori giovanissimi, e in tv è seguitissimo con la serie “Un Professore“: “Mi succede spesso di essere fermato per strada da persone che mi chiedono consigli su letture filosofiche, rispondo sempre ricordando che io faccio l’attore e che, sul tema, sono del tutto ignorante”.
Le nuove generazioni lo colpiscono: “Vedo spesso, di sera, in certe zone del centro di Roma, tra via dei Coronari, Trastevere, Campo dei Fiori, una quantità di gente sdraiata per terra, che si picchia, che si sente male, che urla… è un fenomeno da analizzare con attenzione, bisogna trovare un rimedio. Sono ragazzi abbandonati a sè stessi”. Lui abituato a una educazione ferrea, la stessa severità che ha usato nei confronti di suoi figlio Leo: “Penso che i genitori debbano essere genitori e non amici dei propri figli, e che, fino a quando non abbiano compiuto la maggiore età, stia a noi dare loro delle regole. Un figlio sotto i 18 anni non dovrebbe starsene in giro fino a notte fonda, controllerei chi frequenta e proverei a dargli tanti interessi per fargli capire che c’è altro oltre l’impasticcarsi e l’ubriacarsi. Con Leo ho fatto così”.
La sua generazione ha vissuto i meravigliosi anni ottanta: “Era tutto meno spaventoso, i giovani di adesso vivono invece bombardati da notizie terrificanti sul loro futuro, l’assenza di cultura è profonda, i dati ci dicono che circa 6 milioni di italiani non riescono a leggere un articolo di giornale perché non hanno il vocabolario necessario per capire di che cosa si stia parlando. Le famiglie crescono spaventate, non dispongono di informazioni attendibili e quindi non sono stimolate a ragionare e capire”, ha aggiunto a La Stampa.
Il suo giudizio su Roma e sul sindaco Gualtieri è migliorato: “Mi sembra che ci siano un po’ più di strade asfaltate, piano piano il lavoro di Gualtieri si comincia a vedere. Da che era un sindaco un po’ inesistente, mi sembra che adesso stia diventando un sindaco che ha iniziato a fare, spero che continui così”.Gassmann nei giorni scorsi, come raccontato dal Fatto Quotidiano, aveva chiesto che il nome di suo padre venisse rimosso dal teatro di Gallarate che aveva ospitato un raduno dell’ultradestra europea: “Mio padre nasce da un padre tedesco e da una madre italiana ebrea. Durante il ventennio fascista, quando in Italia sono arrivate le leggi razziali, mio padre e i suoi familiari si sono salvati perché lui era nella nazionale di pallacanestro e questa capacità sportiva lo ha protetto. Due cugine di mia nonna sono state deportate e uccise in un campo di concentramento. Mio padre è sempre stato fortemente antifascista, e lo ha sempre dichiarato. Sono onorato del fatto che il Comune di Gallarate abbia intitolato a lui il teatro, è una bellissima sala, ci ho anche recitato. Ritengo però che mio padre non sarebbe stato felice di vedere in quel luogo una manifestazione di estrema destra, xenofoba e razzista. Ho semplicemente detto che, se avessero intenzione di continuare a usare quello spazio in quel modo, dovrebbero cambiargli il nome e dedicare la sala a qualcun altro“, ha concluso l’attore.
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