Per Emiliano un ruolo nella partita Ilva: l’ipotesi che mette d’accordo governo e Pd (con vista sulle Regionali)
- Postato il 22 luglio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Al governo non dispiacerebbe perché sarebbe una sorta di lascia passare in vista dell’accordo di programma su Ilva e per il Pd vorrebbe dire sciogliere un rebus, inaspettato e complicato, in vista delle Regionali. E l’ipotesi, ora, sembra prendere quota: Michele Emiliano commissario straordinario dell’acciaieria o, apprende Ilfattoquotidiano.it, una delega ai progetti per la reindustrializzazione di Taranto che il ministro Adolfo Urso ha in mente. Del resto, in questi anni, nessuno più del presidente della Regione Puglia è stato capace di tessere relazioni “extra-large” ben al di là del perimetro classico della coalizione. E ora potrebbero tornare utili. A tutti, da destra a sinistra fino a se stesso. La via, va detto, resta stretta ma la breccia è aperta.
Perché l’ex magistrato – come riporta il Corriere del Mezzogiorno – accetterebbe un ruolo da commissario solo a una condizione: la decarbonizzazione dell’Ilva. Ma se la via verrà intrapresa, si saprà a breve: tra meno di dieci giorni, infatti, è attesa la firma dell’accordo di programma che mette nero su bianco il progetto di spegnimento di tutti gli altoforni entro il 2033 e la loro sostituzione con i forni elettrici alimentati dal preridotto.
Insomma, il paletto posto dal governatore potrebbe presto cadere, se il sindaco di Taranto Pietro Bitetti dirà sì dopo un passaggio in Consiglio comunale. A quel punto, la strada sarebbe in discesa. Spesso, infatti, il governo ha indicato i presidenti di Regione come commissari “ad acta” per grandi questioni territoriali. Non ci sarebbe nulla di strano quindi nella scelta di Emiliano a commissario straordinario dell’Ilva o ai progetti di reindustrializzazione di Taranto, un pallino di Urso che negli scorsi mesi ha convocato anche un tavolo apposito con grandi realtà industriali affinché immaginino insediamenti nel territorio diversificando le specificità del polo jonico.
La scelta sarebbe una panacea per il Partito Democratico. Da settimane, il governatore è diventato ingombrante nello scacchiere delle prossime Regionali, in programma in autunno. I dem hanno un candidato designato da tempo, quasi naturale: Antonio Decaro. Ma l’europarlamentare e recordman di preferenze alle elezioni per un seggio a Bruxelles ha detto chiaramente di non gradire una candidatura a consigliere regionale di Emiliano e dell’altro ex presidente, Nichi Vendola. Due “padrini” pesanti che rischiano di rappresentare un elemento di disturbo per la sua leadership. La situazione è delicata e Decaro non ha fatto mistero della propria irritazione, arrivando a lasciare intendere – tra le righe – di non essere disposto a portare avanti la propria candidatura nel caso ci fossero Emiliano e Vendola.
Il passo indietro rappresenterebbe un problema per il Pd, perché l’ex sindaco di Bari è aspirante governatore forte, fortissimo, per proseguire nell’amministrazione della Puglia. Oltretutto in una tornata che ha una valenza nazionale per il “peso” delle altre regioni coinvolte (Campania, Veneto e Marche). La soluzione, insomma, starebbe bene quasi a tutti. Politicamente parlando, tuttavia, resta da capire perché il governo dovrebbe togliere le castagne dal fuoco al centrosinistra. E qui, si ritorna all’Ilva: la nomina di Emiliano, infatti, fornirebbe una “garanzia” al Comune di Taranto, restio a firmare l’accordo di programma, sull’attuazione della decarbonizzazione. Un passpartout, praticamente, per sbloccare la partita del rilancio dell’Ilva che rappresenta un nodo chiave per il ministero delle Imprese.
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