“Per la chemio pesavo 63kg, senza capelli, dolori forti per il fentanyl ed ero attaccato alla flebo. In bilico tra vita e morte è nata la mia opera”: parla Giovanni Allevi

  • Postato il 3 giugno 2025
  • Musica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Giovanni Allevi torna live con 4 eventi speciali “Musica dall’anima”, quattro concerti evento con il pianoforte e il concerto inedito MM22 per violoncello e orchestra: il 20 giugno alle Terme di Caracalla di Roma , il 5 luglio al Teatro Antico di Taormina, l’8 luglio al Gran Teatro La Fenice di Venezia e il 19 luglio al Parco Mediceo di Pratolino di Firenze.

“La musica dall’anima ha già un significato ben preciso, – ci racconta Giovanni Allevi – perché è una musica che scaturisce dalle profondità del cuore, dell’inconscio, in un momento difficilissimo della mia vita, si spande verso il mondo esterno, senza chiedere nulla in cambio. Dunque è un movimento di libertà che non è condizionato dal riscontro esterno, dal giudizio. E questa è una delle nuove nuove ed inedite condizioni interiori che io mi trovo a vivere dopo aver attraversato il problema della malattia. La libertà dal giudizio e dunque il recupero di una inconscienza, di una inconscienza che è appartenuta ai primi anni della mia vita artistica”.

Poi il compositore ha spiegato come sarà articolato l’evento: “Il concerto inizierà con una parte di pianoforte solo, poi una parte per pianoforte e l’orchestra, ci sarà con me l’orchestra sinfonica italiana e poi arriva l’ospite non musicale. Mi avevano chiesto gli organizzatori se avessi voluto un’ospite musicale all’interno di questo progetto e io ho detto ‘no, voglio una personalità di eccezionale elevatura culturale’ perché questo evento contiene dei significati filosofici, che vanno ben oltre la musica. Si tratta di un concerto che nasce nella sofferenza e cerca la luce, nasce dal dolore e cerca il sollievo. Sono tematiche che ogni essere umano prima o poi incontra sulla propria strada. E sarebbe stato bellissimo poter dialogare con una personalità un intellettuale proprio di questi temi”.

E poi ancora: “La malattia tra i vari doni che mi ha portato c’è proprio quella della libertà da giudizio esterno, il che significa dare libero sfogo alla creatività musicale. Questo significa anche musica dall’anima, una esplosione della musica verso l’esterno senza chiedere niente in cambio, senza preoccuparmi del riscontro esterno. È una condizione, per me assolutamente nuova, inedita dopo in tanti il faccio questo mestiere e finché quel gattone mostruoso non si sveglia, io cerco di respirare appena i polmoni il più possibile questa nuova condizione, soprattutto da un punto di vista musicale, compositivo”.

Eresia, Sacro, Follia e Bellezza alla base del concerto – Prima del momento clou del concerto, ossia la prima esecuzione Concerto MM22 per Violoncello e Orchestra che ho composto in ospedale durante la lunga e sofferta degenza. Il primo ospite che sarà con me a Caracalla, è il professore Alessandro Barbero, con lui parleremo e dialogheremo di eresia. I quattro eventi saranno dunque a tema. Il primo quello di Caracalla è l’Eresia, il secondo quello di Taormina sarà il Sacro con il professor Vito Mancuso, il terzo tema a Venezia sarà la Follia con il professor Luciano Floridi, il quarto tema a Firenze sarà la Bellezza con l’ingegnere Amalia Ercoli. Sono quattro dimensioni dello spirito che io ho incontrato durante la mia storia. Tanti anni fa fui definito l’eretico della musica classica. Li per lì lo presi come un complimento. Poi però mi sono accorto che nella storia gli eretici hanno fatto tutti una brutta fine.

“Guardo il mio gatto con invidia” – La vera essenza dell’essere umano è l’incertezza. Noi siamo strattonati nell’incertezza. Certe volte guardo il mio gatto con invidia perché sa sempre quello che deve fare. Il filosofo Galimberti mette chiaramente in evidenza che l’istinto animale è la capacità di rispondere sempre con certezza ad uno stimolo. E quando affronti i problemi della malattia, questo problema si amplifica l’ennesima potenza, perché tutto crolla, crollano le certezze, si finisce in un limbo dove non sai se sopravviverai. Quindi sarà bellissimo poter discutere e dialogare con delle personalità che hanno già affrontato in una vita di ricerca, questi argomenti.

“La nostra vita può finire, ma bisogna aggrapparsi al presente” – Ho attraversato un momento di sconforto, anzi direi di disperazione perché la diagnosi viene vissuta come una sentenza poi, subito dopo, non mi sono chiesto se avessi avuto la possibilità di sopravvivere o se il dolore fisico sarebbe aumentato. Mi sono chiesto a quali note corrispondono le lettere della parola a Mieloma? Facendo un rapido cascolo mentale, ho tirato giù 7 note. Ho pensato che fosse bellissima l’idea di affrontare tutto il percorso della terapia, componendo un’opera a partire da queste 7 note. Una sorta di diario musicale, in cui ho raccontato in note tutte le emozioni che ho fissuto durante quell ‘anno e mezzo in cui ho conosciuto davvero in certezza il dolore, l’angoscia, ma anche la speranza, la gratitudine, l’incanto per un tramonto e la scoperta che la nostra anima è immortale, la scoperta che la nostra vita potrebbe finire, ma noi dobbiamo rimanere aggrappati all’attimo presente.

“Il mio mostro l’ho ammansito” – Oggi continuo le cure. Provo una sorta di malessere fisico come come fosse la febbre. Di notte quando mi sveglio, a volte, mi prende un po’ anche la paura per il futuro. Però poi cerco di rimanere aggrappato all’attimo presente e non perdere mai l’incanto per il fatto di essere ancora semplicemente vivo. È come se al mostro gli facessi le carezzine qua sotto al metto, come fosse un gatto, un enorme gatto mostruoso e allora al posto di mangiarmi per un attimo si è ammansito.

“Ero in bilico tra la vita e la morte” – Il componimento che ho chiamato “Nostalgia” l’ho scritto forse nel momento più duro, più difficile, nel momento in cui, dopo la chemioterapia, pesavo 63 kg e non avevo più i capelli, avevo ancora un forte dolore nonostante un uso massiccio di fentanyl. Ero attaccato in una flebo, 24 ore su 24, ed ero inattesa perché non sapevo se le terapie avrebbero fatto effetto. Dunque mi trovavo in bilico tramite la morte. Tra i sentimenti angosciosi e il buio ha squarciato il mio cuore una forte nostalgia per i miei affetti e per la vita stessa che intravedevo in lontananza dalla finestra della camera d’ospedale.

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Il Fatto Quotidiano

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