“Per noi il colpevole è Alberto Stasi. Su nostra figlia Chiara Poggi dette cose assurde e diffamatorie”

  • Postato il 10 giugno 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Io e mio marito osserviamo gli sviluppi, siamo qui, consapevoli che un colpevole per l’omicidio di nostra figlia c’è già ed è Alberto Stasi. La procura ha deciso di fare nuove indagini? Per quanto ci riguarda non ci opponiamo a niente e il nostro atteggiamento è e continua a essere di massima disponibilità e collaborazione”. All’indomani del sopralluogo sulla villetta di via Pascoli, dove i Poggi vivono tuttora, la mamma di Chiara, Rita, in un’intervista a Repubblica, conferma la massima disponibilità della famiglia alle nuove indagini incluso il sopralluogo nella villetta dove tuttora vivono e dove si è consumato l’omicidio 18 anni fa, anche se loro legali Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna hanno espresso amarezza perché il decreto di ispezione era “stato reso immediatamente disponibile alla stampa e non a loro, persone offese dal reato”.

Parlando con Repubblica, Rita Poggi allo stesso tempo si sfoga “dopo settimane di voci fuori controllo” rispetto alla memoria di Chiara, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. “La vicenda di nostra figlia con questa inchiesta bis è diventata ancora più mediatica, siamo finiti dentro una specie di galleria quotidiana dove abbiamo sentito e sentiamo illazioni, fake news, affermazioni fantasiose di ogni genere, cose incredibili. Anche su Chiara, e questo è inaccettabile e doloroso”, ha aggiunto sottolineando di essersi sfogata, “ne ho sentito il bisogno dopo settimane di voci fuori controllo”. “Dopo un po’ non ce la fai più a trattenerti – ha detto ancora – Noi abbiamo rispetto di tutti, a partire dal lavoro degli inquirenti. Ma non possiamo permettere che si continui a dire cose assurde su nostra figlia che non c’è più e che non può né replicare né difendersi. Se non può farlo lei, lo facciamo noi, è il nostro dovere di genitori”. Nei giorni scorsi infatti, su giornali e tv, era stata avanzata l’ipotesi che Chiara avesse intessuto altre relazioni e che avesse un secondo telefono. Confermo che Chiara non aveva né segretiamanti, ha poi precisato. ”Un conto è voler fare ulteriori approfondimenti, e li stanno facendo, un altro conto sono le ricostruzioni diffamatorie – ha sottolineato – Quelle non le possiamo accettare, per nessuna ragione al mondo”. E sulla possibilità che questi nuovi rilievi possano portare a sviluppi e a una nuova verità sulla morte di sua figlia ha concluso: “Come ho già detto, una verità giudiziaria c’è già. E’ stata scritta nel 2015. Io, mio marito e nostro figlio stiamo a quella”.

Quanto al sopralluogo del 9 giugno, Rita Poggi spiega che la sua famiglia era stata informata. “Sapevamo” che sarebbero venuti “ce lo avevano detto. Aspettavamo i carabinieri, abbiamo aperto la porta di casa come abbiamo sempre fatto ogni volta che gli inquirenti ce lo hanno chiesto. Siamo sempre stati a disposizione, da parte nostra non ci sono mai stati problemi – spiega – Tutto quello che è stato fatto per le indagini, anche qui nella nostra casa, ci ha sempre visti d’accordo. E lo saremo sempre. Questo lo voglio dire chiaramente”.

I nuovi rilievi – L’obiettivo del sopralluogo dei Ris, delegati dalla Procura di Pavia nell’ambito della nuova inchiesta che vede indagato Andrea Sempio, era quello di ricostruire la scena del delitto utilizzando laser scanner e droni. Grazie alle più recenti tecniche, di prima mattina i militari dell’Arma sono tornati ad analizzare ogni centimetro dell’abitazione, compreso il pavimento, i muri e le scale verso il seminterrato, dove fu trovato il corpo della vittima. Con i carabinieri del Ris di Cagliari, alla presenza del comandante, il tenente colonnello Andrea Berti, erano presenti anche i colleghi del del Nucleo investigativo di Milano, l’avvocato Angela Taccia, che difende Andrea Sempio, e il criminologo Dario Redaelli per i Poggi.

La tecnica utilizzata è stata quella della “triangolazione”, un metodo specifico previsto nell’ambito della “Bloodstain Pattern Analysis” che permette di ricostruire la dinamica dell’omicidio attraverso lo studio delle gocce di sangue e delle macchie che ne derivano. Un’attività che all’epoca del delitto non era stata effettuata. I carabinieri hanno fatto la triangolazione di tutte le tracce rinvenute e repertate nel 2007, anche sulla parete destra delle scale dove, stando ad una recente consulenza dattiloscopica disposta dai pm di Pavia, venne repertata l’ormai nota impronta 33 attribuita a Sempio.

Grazie al lavoro che i carabinieri hanno fatto oggi sarà possibile osservare, e quindi valutare, il posizionamento delle tracce e delle impronte. Il nuovo modello tridimensionale sarà poi usato per fornire una possibile rilettura della dinamica del delitto in base alle ultime tecnologie. I carabinieri del Ris di Cagliari, che lavorano a stretto contatto con i colleghi del Nucleo investigativo di Milano, hanno chiesto alla procura di Pavia, che li ha incaricati, 60 giorni di tempo per poter fornire le risposte a tutti e tre i quesiti richiesti, ovvero mappatura tridimensionale della villetta, riposizionamento delle foto dell’epoca e rilettura della dinamica del delitto in base ai risultati ottenuti e alle nuove tecnologie.

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