“Per premiarmi dell’aumento di copie vendute, Berlusconi mi regalò il 7% dell’azienda e il palazzo di Via Negri. Ma quando m’invito in Sardegna gli dissi di no e che detestavo il mare”: parla Vittorio Feltri
- Postato il 25 ottobre 2025
- Trending News
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
“Mi offrirono mezzo miliardo di vecchie lire per sostituire Montanelli alla guida de Il Giornale”. È una miniera di aneddoti l’ultima intervista concessa da Vittorio Feltri al Corriere della Sera, nella quale racconta l’amore per i libri – che ha in qualche modo sublimato nella sua autobiografia letteraria Chi non legge è perduto, il saggio ora nelle librerie –, gli episodi curiosi e gli incontri più clamorosi che ha fatto nella sua lunga carriera. A cominciare da quello con Oriana Fallaci fino al “no grazie” a Berlusconi.
QUANDO OFFRIRONO MEZZO MILIARDO A FELTRI PER DIRIGERE IL GIORNALE
Vittorio Feltri confessa che il primo giornalista che ha ammirato è stato Indro Montanelli, che leggeva da bambino e con il quale ebbe poi un lungo rapporto di amicizia che non si interruppe neppure quando Feltri prese il suo posto alla guida de Il Giornale. “A un certo punto ha litigato con Berlusconi, al Giornale non sapevano chi prendere al posto suo e chiamarono me”, ricorda Feltri. Ma prima di accettare, intavolò lunghe trattative che rischiarono di saltare. Il motivo? L’offerta economica. “Mi offrirono uno stipendio ridicolo, di pochissimo superiore a quello che già prendevo. Contestai l’offerta e loro non vollero sentir ragioni. Allora indossai l’impermeabile e mi diressi verso l’ascensore. E proprio quando la mia mano era ferma sul pulsante venni bloccato”. Finì che accettarono la sua richiesta: mezzo miliardo di vecchie lire.
LA GENEROSITÀ DI BERLUSCONI E IL NO ALLE VACANZE IN SARDEGNA
Ma Silvio Berlusconi si dimostrò ancora più generoso qualche tempo dopo, quando Feltri portò le copie de Il Giornale da 110 mila a 250 mila. “E lui, per premiarmi, mi fece dare il 7 per cento dell’azienda, compreso il palazzo di via Negri nel quale stavamo. Quella è stata la mia fortuna”, ricorda. Quando gli chiedono se gli impose mai di scrivere o non scrivere qualcosa, lui tira fuori un altro aneddoto: “Mai. Solo una volta mi ha chiesto se volevo andare nella sua villa in Sardegna per trascorrere le vacanze, ma declinai l’invito dicendogli che detestavo il mare”.
L’AMICIZIA CON ORIANA FALLACI E I LAVORI CON ENZO BIAGI
Nell’album di ricordi di Vittorio Feltri c’è di tutto, dal servizio militare a Orvieto con Gianni Rivera come compagno di branda (“Diventammo abbastanza amici. Poi una sera rimasero senza un giocatore e chiesero a me di sostituirlo, e da allora ho continuato a giocare con loro”) al lavoro in tv con Enzo Biagi (che definisce di “una scaltrezza non immaginabile” e ricorda di come fosse sempre “capace di cogliere gli aspetti che poi avrebbero interessato il pubblico”). Con Oriana Fallaci invece divennero amici grazie ad un pacchetto di sigarette, all’epoca in cui entrambi lavoravano al Corriere della Sera: “Una sera rimase senza sigarette e io le diedi un mio pacchetto intonso, che lei finì nel giro di un’ora. Allora tornò da me disperata: a me erano rimaste 3-4 sigarette, gliene diedi due e la feci felice”. Quando poi Feltri venne nominato direttore dell’Europeo, lei volle conoscerlo e appena lo vide lo riconobbe: “‘O te tu sei quello delle sigarette!’. Così siamo diventati amici. Scriveva cose bellissime che mi aiutarono molto a rilanciare il settimanale”.
L'articolo “Per premiarmi dell’aumento di copie vendute, Berlusconi mi regalò il 7% dell’azienda e il palazzo di Via Negri. Ma quando m’invito in Sardegna gli dissi di no e che detestavo il mare”: parla Vittorio Feltri proviene da Il Fatto Quotidiano.