Perché il Copasir alza l’attenzione sull’Africa
- Postato il 24 aprile 2025
- Esteri
- Di Formiche
- 2 Visualizzazioni

Gli interessi strategici dell’Italia dipendono sempre più da ciò che accade in Africa — non solo per ragioni legate all’energia e alla gestione dei flussi migratori, ma anche per la tenuta degli equilibri geopolitici globali. È questo uno dei passaggi chiave che emerge dalla relazione 2024 del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), che evidenzia come le attività dell’intelligence italiana si stiano progressivamente riorientando per riflettere questa nuova centralità africana.
Nel continente si intrecciano oggi alcuni dei principali fattori di instabilità globale. Il terrorismo transnazionale continua a rappresentare una minaccia prioritaria, con la presenza di gruppi attivi in aree particolarmente fragili come il Sahel e il Nord Africa. Anche l’immigrazione irregolare è vista in modo sempre più integrato con le logiche della sicurezza: non soltanto come sfida umanitaria, ma come minaccia ibrida, spesso alimentata da reti criminali internazionali e attori esterni interessati a destabilizzare i flussi. Allo stesso tempo, l’influenza politica, militare ed economica di potenze come Russia e Cina è in espansione, attraverso una strategia che passa per gli investimenti infrastrutturali, il controllo delle risorse e la penetrazione nelle istituzioni locali. In questo quadro, la sicurezza delle materie prime e delle terre rare, indispensabili per la transizione digitale ed ecologica dell’Europa, assume un’importanza decisiva.
La risposta italiana a questo scenario è sempre più orientata a unire la dimensione della sicurezza con quella della diplomazia e dello sviluppo. Il Piano Mattei, la strategia promossa dal governo per rafforzare la presenza italiana in Africa, è trattato non solo come uno strumento di cooperazione economica, ma anche come una risorsa per la sicurezza nazionale. I servizi di intelligence sono stati coinvolti nei dossier strategici, come quelli relativi al corridoio energetico SouthH2 e al collegamento elettrico Elmed tra Tunisia e Italia. Parallelamente, si è intensificata la cooperazione tra ministeri, con il Copasir che ha promosso un ciclo di audizioni ad alto livello, coinvolgendo ambasciatori, amministratori delegati di grandi aziende e autorità della difesa.
In prospettiva, l’Africa non è più una realtà periferica nel radar della sicurezza italiana. Come sottolinea la relazione del Copasir, il continente è ormai al crocevia di interessi nazionali che spaziano dal controllo dei confini alla diversificazione energetica, passando per la resilienza geopolitica in un contesto sempre più competitivo. Le analisi dell’intelligence lasciano prevedere che questa tendenza si rafforzerà ulteriormente nel corso del 2025, anche alla luce dell’evoluzione tecnologica che sta ridefinendo il panorama delle minacce globali, con l’emergere di strumenti come l’intelligenza artificiale generativa.
A confermare la rilevanza strategica dell’Africa per l’Italia è anche l’attualità. Proprio oggi, Eni ha annunciato una nuova importante scoperta di petrolio offshore in Namibia: un segnale concreto di come la presenza italiana nel continente non si limiti alla diplomazia e alla sicurezza, ma tocchi anche nodi fondamentali per l’autonomia energetica del Paese.