Perché l’Iran odia Israele? Le ragioni storiche dell’ostilità tra le due potenze del Medio Oriente
- Postato il 18 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
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Perché l’Iran odia Israele e chiede la sua distruzione? Vediamo nello specifico le ragioni di questa forte rivalità tra i due Paesi che, vista la loro posizione e influenza, aspirano entrambi a diventare la principale potenza geopolitica del medio Oriente.
Forse può apparire strano oggi, ma nei decenni anni passati tra i due Paesi ci sono stati anche buoni rapporti con l’Iran, uno dei primi produttori al mondo di petrolio, che è stato per anni uno dei principali fornitori di Israele. Le relazioni bilaterali geopolitiche sono però poi cambiate, e di molto, negli ultimi decenni. Vediamo perché e cosa ha portato alla rottura.
Nel 1948 iniziò ad essere discusso il Piano di Partizione della Palestina. L’Iran si schierò da subito contro il piano dell’Onu e propose uno Stato federale palestinese con un unico Parlamento che sarebbe stato diviso in cantoni arabi ed ebrei. Malgrado queste premesse, l’Iran fu però l’unico paese a maggioranza islamica insieme alla Turchia a riconoscere lo stato ebraico.
La situazione cambiò nel 1953 quando in Iran ci fu il colpo di stato denominato Operazione Ajax e sostenuto dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. A rovesciare il governo democraticamente eletto di Mohammad Mossadeq fu lo Scià iraniano Reza Pahlavi: il suo arrivo al potere portò a migliorare le relazioni tra l’Iran e Israele anche perché entrambi, durante la Guerra Fredda, erano alleati del fronte occidentale. I due Paesi avevano vari interessi in comune, tra questi quello di combattere le fazioni di opposizione allo Scià di Persia che erano alleate con gli Hezbollah libanesi in chiave anti-israeliana e che iniziarono a stringere rapporti con la Olp, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina guidata dal laico Yasser Arafat.

Nel 1979 ci fu un altro cambio al potere, con la nota Rivoluzione Islamica che portò al potere Ruhollah Khomeyni. Da questo momento in poi i rapporti tra Israele ed Iran cambiarono per via del fatto che i gruppi islamici sciiti al potere non riconobbero più la legittimità dello Stato di Israele.
Iniziò un periodo denominato “pace fredda” che durò fino agli inizi degli anni Novanta. In questi anni il sostegno alla causa palestinese aumentò notevolmente e l‘Iran decise di porsi come guida della questione palestinese per tutto il mondo islamico. Israele, pur sapendo delle ostilità nei suoi confronti, decise comunque di fornire supporto militare e logistico all’Iran nella guerra con l’Iraq che scoppiò tra il 1980 e il 1988.
Ci fu un ulteriore cambiamento con la fine della Guerra Fredda. Israele, con il nuovo governo di Yitzhak Rabin iniziò ad assumere una posizione più dura nei confronti della popolazione palestinese che portò alla violazione dei confini territoriali decisi negli Accordi di Oslo delle Nazioni Unite. Scoppiò la Prima Intifada e l’Iran assunse una posizione sempre più rigida sostenendo la causa palestinese ed anche le milizie Hezbollah durante l’invasione del Libano del 1982 da parte di Israele.
Nei primi anni Duemila, al potere in Iran arrivò Mahmoud Ahmadinejad ed aumentarono le ostilità verso Israele. Cominciarono le dichiarazioni forti, tra cui quella di voler “cancellare lo Stato sionista dalle carte geografiche”. Nel 2006 avvenne poi una seconda guerra tra Libano e Israele che portò ad un aumento delle tensioni tra lo Stato ebraico e quello persiano che iniziò a sostenere e finanziare gli Hezbollah ed anche i movimenti islamici come la Jihad e Hamas attraverso la fornitura anche di missili, droni e razzi. In questi anni cominciò anche lo sviluppo del nucleare per scopi militari visto da Israele, e da tutto l’Occidente, come una grave minaccia.
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