Percorsi seriali: Untamed, un thriller che appassiona tutti

  • Postato il 9 agosto 2025
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Percorsi seriali: Untamed, un thriller che appassiona tutti

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Su Netflix la serie “Untamed”, il thriller con Eric Bana ambientata nella meraviglia dello Yosemite Park


“UNTAMED” è una miniserie thriller Netflix del 2025 ambientata nel Parco Nazionale di Yosemite. Eric Bana interpreta l’agente speciale Kyle Turner, che indaga su un mistero avvincente: la morte di una donna caduta da El Capitan, che si rivela un intricato caso di omicidio. Turner deve confrontarsi con la brutalità del crimine e i segreti celati da una natura selvaggia. “Untamed” promette un viaggio nel cuore dell’oscurità umana, sullo sfondo di paesaggi mozzafiato che diventano personaggi potenti.

Il cuore di “Untamed” è l’indagine di Kyle Turner, un uomo segnato dal passato e metodico. La scoperta del corpo di una donna a Yosemite innesca eventi che mettono in discussione la tranquillità del parco. Turner percepisce subito un sinistro retroscena. La serie si sviluppa come un procedurale classico, con Turner che scava a fondo, interrogando testimoni e analizzando indizi. Man mano che l’indagine progredisce, “Untamed” svela strati di segreti e dinamiche complesse che coinvolgono la vittima e la comunità del parco. Emergono conflitti e relazioni che complicano il quadro. La narrazione semina dubbi e presenta personaggi con le proprie ombre. Il mistero si infittisce con colpi di scena e rivelazioni che mantengono alta la tensione.

La serie esplora temi come giustizia, vendetta e il rapporto tra uomo e natura. La progressione della trama tiene lo spettatore con il fiato sospeso, sebbene il ritmo non sia sempre incalzante.Il fulcro emotivo di “Untamed” è la performance di Eric Bana – che ricordiamo sicuramente per Troy e Munich – nei panni di Kyle Turner. L’attore porta sullo schermo un personaggio complesso e sfaccettato, un agente abile ma tormentato. La sua interpretazione è caratterizzata da sobrietà e profondità, comunicando il peso delle sue responsabilità e le cicatrici del suo passato. Turner è un uomo di poche parole, ma la sua presenza scenica è magnetica. Bana riesce a trasmettere vulnerabilità e forza, rendendo il personaggio credibile e coinvolgente.

Accanto a Bana, il cast di supporto offre interpretazioni solide. Sam Neill, che ha una lunga carriera alle spalle, nel ruolo di Paul Souter, aggiunge esperienza e saggezza, interpretando un mentore con i propri segreti. Rosemarie DeWitt, nei panni di Jill Bodwin, offre una performance misurata. Lily Santiago, nel ruolo di Naya Vasquez, rappresenta la prospettiva più giovane.Sebbene alcuni personaggi secondari siano meno approfonditi, le loro interazioni con Turner sono ben orchestrate.

La chimica tra gli attori, in particolare tra Bana e Neill, è palpabile. Le performance del cast elevano la serie oltre il semplice thriller procedurale, conferendole una dimensione più umana.
Uno degli elementi più riusciti di è l’uso magistrale del Parco Nazionale di Yosemite come ambientazione. Lontano dall’essere un semplice sfondo, lo Yosemite si erge a vero e proprio personaggio. Le riprese mozzafiato delle vette rocciose, sin da quella iniziale, e delle foreste creano un’atmosfera unica. La fotografia è splendida nel suo uso, catturando la grandezza e la solitudine del parco, evocando meraviglia e inquietudine.

La serie sfrutta il contrasto tra la serenità della natura e la brutalità degli eventi. L’atmosfera di “Untamed” è cupa e misteriosa, con un senso di isolamento che si riflette nei paesaggi e nei personaggi. La regia crea una tensione costante, usando il silenzio e gli ampi spazi aperti per amplificare la minaccia. Il parco diventa un labirinto dove i segreti sono custoditi. Questa immersione nella natura selvaggia è funzionale alla narrazione, suggerendo che la natura può essere tanto magnifica quanto spietata. La colonna sonora, minimale e suggestiva, inoltre, rafforza il tono malinconico. L’ambientazione è un pilastro fondamentale che eleva “Untamed” oltre il comune thriller.

La serie si distingue per diversi punti di forza. Tuttavia non è esente da difetti. Il ritmo, in alcuni momenti, può risultare eccessivamente lento. Alcuni critici hanno evidenziato una certa prevedibilità nella risoluzione del mistero. Lo sviluppo dei personaggi secondari, pur funzionale, non sempre raggiunge la stessa profondità del protagonista ed è un peccato. Il finale, pur fornendo una chiusura, potrebbe non soddisfare pienamente tutti. Nonostante queste criticità, i punti di forza, in particolare l’ambientazione e la performance di Bana, bilanciano le debolezze, rendendolo un’esperienza visiva e narrativa degna di nota.

Sostanzialmente, è un thriller che, pur non reinventando il genere, cattura l’attenzione grazie a elementi vincenti, lo dimostra il successo su Netflix nei paesi in cui è distribuito. Nonostante un ritmo a tratti lento e una trama prevedibile, questa miniserie offre un’esperienza coinvolgente. È consigliata a chi apprezza i thriller psicologici e i procedurali che si prendono il loro tempo, e a chi è affascinato dalle dinamiche tra uomo e natura. È un’ottima scelta per il binge-watching, unendo mistero avvincente e paesaggi mozzafiato. Sebbene non priva di imperfezioni, si rivela un prodotto solido e ben realizzato. In definitiva, “Untamed” merita di essere esplorata per la sua capacità di trasportare lo spettatore in un mondo dove la bellezza della natura si scontra con l’oscurità dei segreti umani.

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