Pesci alieni nei nostri mari da conoscere e riconoscere: l’identikit e quali sono i rischi
- Postato il 26 giugno 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Il Mediterraneo è sempre più popolato da specie aliene invasive, e ora l’allerta si fa ancora più urgente. Riparte infatti la campagna di sensibilizzazione “Attenti a quei4”, promossa da ISPRA e CNR-IRBIM in collaborazione con il progetto AlienFish. L’obiettivo è informare il pubblico sulla presenza di quattro pesci tropicali potenzialmente pericolosi: il pesce scorpione, il pesce palla maculato, il pesce coniglio scuro e il pesce coniglio striato.
L’invito è rivolto a pescatori, subacquei e cittadini: chiunque avvisti uno di questi esemplari è invitato a scattare foto o video e inviare la segnalazione al link ufficiale: https://shorturl.at/JM87A. L’osservazione dei mari, soprattutto nel Mar Ionio, si fa fondamentale, vista la vulnerabilità crescente di quest’area. Solo il pesce scorpione, secondo la mappatura aggiornata a marzo 2025, ha fatto registrare ben 1.840 segnalazioni nel bacino del Mediterraneo.
Ritratti degli invasori marini
Ecco un identikit dettagliato delle quattro specie “aliene” più monitorate:
- Pesce scorpione (Pterois miles): segnalato per la prima volta in Italia nel 2016, è tra le specie invasive più aggressive al mondo. Arrivato tramite il Canale di Suez, è noto per le sue spine velenose, che possono provocare dolorose punture fino a 48 ore dopo la morte. È commestibile, ma serve estrema cautela nella manipolazione.
- Pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus): rilevato nel 2013, contiene una neurotossina letale anche dopo la cottura. Ha una robusta dentatura e può infliggere morsi dolorosi.
- Pesce coniglio scuro (Siganus luridus) e Pesce coniglio striato (Siganus rivulatus): segnalati rispettivamente nel 2003 e nel 2015, sono erbivori e particolarmente invasivi. Entrambi hanno spine pericolose, ma sono commestibili.

Un mare da difendere, tutti coinvolti
La diffusione di queste specie non è solo una questione biologica ma anche un rischio ecologico e sanitario. Le specie invasive possono alterare gli equilibri marini, ridurre la biodiversità e causare danni alla pesca locale. Il contributo di cittadini e operatori del mare diventa quindi cruciale.
ISPRA e CNR forniscono linee guida per riconoscere i pesci pericolosi, prevenire incidenti e partecipare attivamente alla sorveglianza ambientale. Con semplici gesti — una foto, una segnalazione — chiunque può dare un contributo concreto alla protezione degli ecosistemi marini italiani.
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